LE BOMBETTE DELLA DOMENICA / 1.300 IMPAVIDI, PER 1.000 KM DI DELUSIONE

di Andrea Sciolti _____________
L’ottava di campionato va in archivio con una certezza: passano gli anni, cambia il modo di intendere e vivere questo sport, si aggiornano le regole, ci si adatta alle nuove tecnologie, ma una certezza resiste stoicamente nel tempo. Come il brodo nei sabati d’inverno, come il traffico di Lecce che nelle giornate di pioggia ricorda Bombay, come le estati più calde di sempre e gli inverni più rigidi della storia secondo la redazione di Studio Aperto.
Gli arbitri.
Sempre loro a ergersi a veri e incontrastati protagonisti: come accaduto a San Siro, nel big match del Maradona, al Franchi e nell’ennesimo passo falso di una Vecchia Signora più in difficoltà della Santanchè quando cerca di comprendere i meccanismi della cassa integrazione.
A Udine invece la vera protagonista è stata la coloratissima marea giallorossa che ha gremito il settore ospiti del Bluenergy Stadium. Oltre 1300 impavidi e sfortunati eroi che hanno attraversato la penisola per assistere a uno dei primi tempi più indegni della nostra gloriosa storia. Chiariamoci, non è all’aspetto tecnico che facciamo riferimento: noi i nostri polli li conosciamo, come disse Francesco Amadori.
Un approccio simile, però, non è giustificabile a nessun livello, in primis per una questione di rispetto verso chi ti fa giocare in casa anche oltre 1000 km di distanza. Molli, distratti, timidi: i nostri ragazzi hanno buttato via una partita nella quale fare punti era ampiamente alla porta pur con le limitate risorse a disposizione.
Un undici di partenza più sperimentale della musica di Demetrio Stratos ha certificato la confusione di mister Di Francesco, i correttivi del secondo tempo hanno quanto meno fatto scaturire una reazione d’orgoglio che non ha tuttavia evitato la meritata sconfitta.
Il calendario offre già domani un’opportunità di riscatto, sebbene il Napoli del figliol prodigo sia uno scoglio arduo da superare. Un aiuto potrà fornircelo la consapevolezza che il nostro percorso è un po’ come la spiaggia di Casalabate, tutti cuti.
La Roma nel frattempo riconquista la testa della classifica in compagnia del Napoli, dietro invece per nostra fortuna non corre nessuno. Il Genoa si candida seriamente a Cenerentola della categoria, mentre Verona e Cagliari non si fanno del male, lo stesso avviene a Parma e Cremona. Pareggi che muovono la classifica e certificano un livellamento dei valori verso il basso, nel segno di quell’aurea mediocritas tanto cara a Orazio e, ahinoi, non solo a lui.

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