NUOVA MINACCIA AL GIUDICE MARIANO

di Flora Fina ______________
Una nuova intimidazione, ancora più inquietante, è stata messa in atto contro la giudice Maria Francesca Mariano, da oltre un anno sotto protezione. Nel primo pomeriggio di ieri, la magistrata – in servizio alla sezione gip/gup del tribunale di Lecce – si era recata al cimitero di Galatina per deporre dei fiori sulla tomba del padre. Quando ha sollevato il vaso per aggiungere dell’acqua, si è trovata davanti a una scena scioccante: all’interno del contenitore erano stati nascosti la metà di una testa di capretto, un coltello con manico in legno e un nastro su cui era stata scritta una frase minacciosa: «Prima o poi».
A far scattare l’allarme è stato il forte odore proveniente dal vaso. Gli agenti della scorta hanno immediatamente messo in sicurezza l’area e allertato la polizia. Poco dopo sono intervenuti gli investigatori del commissariato di Galatina e la Scientifica, che hanno repertato il materiale per le analisi. L’episodio ha suscitato un’immediata reazione da parte delle istituzioni: questa mattina il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica si è riunito in Prefettura per valutare ulteriori misure di tutela.
Si tratta dell’ennesima intimidazione in una lunga serie. La giudice, dal settembre 2023, vive sotto scorta dopo aver ricevuto lettere minatorie, messaggi scritti con il sangue, riferimenti a riti esoterici e minacce di morte. Nel febbraio scorso, la testa di un capretto tagliata in due era stata abbandonata all’incrocio vicino alla sua abitazione a Lecce, accompagnata da una lama sporca di sangue e dalla scritta: «Così». In precedenza, una missiva anonima composta da fogli imbevuti di sangue augurava la sua morte con riferimenti all’occulto.
Per alcuni di questi episodi è stato individuato un responsabile: un uomo coinvolto nell’inchiesta antimafia “The Wolf”, operazione coordinata dalla Dda di Lecce che, nel luglio 2023, aveva portato all’arresto di 22 persone su provvedimento firmato proprio dalla giudice Mariano.
Nonostante l’escalation di minacce, la magistrata ha continuato a svolgere regolarmente la sua attività e a partecipare a eventi pubblici legati al contrasto alla criminalità. Il prossimo appuntamento è fissato per il 6 novembre, quando sarà a Casarano per la presentazione di un reading teatrale da lei scritto, dedicato alla figura del giudice Rosario Livatino, assassinato da Cosa Nostra nel 1990.
Il gesto compiuto al cimitero ha un valore simbolico fortissimo: colpisce non solo la professionista, ma il luogo del lutto e degli affetti familiari, con l’obiettivo di superare la barriera della scorta e insinuare paura nella sfera più intima. Un messaggio feroce, che conferma la volontà degli autori di non fermarsi.
Eppure, la risposta della magistrata resta la stessa: proseguire il proprio lavoro, senza arretrare. Una scelta che racconta il volto meno visibile della lotta alla criminalità organizzata, quella fatta di rinunce personali, isolamento, protezione costante e una normalità che non esiste più. Una resistenza civile che, lontano dai riflettori, difende ogni giorno lo Stato di diritto.
Category: Cronaca


























