“Fermiamo la mattanza!”. A LECCE IL GRIDO DI DOLORE DI LINDA MAGGIORI

| 16 Novembre 2025 | 0 Comments

di Giuseppe Puppo _________________ “Ogni anno in Italia ci sono 5 o 6 vittime per cadute accidentali di alberi. Ogni anno in Italia ci sono 13.000 morti a causa di colpi di calore e inoltre sono 53.000 i decessi attribuibili alle polveri sottili”.

Linda Maggiori, di Recanati, residente a Faenza, “giornalista freelance, attivista e mamma per un mondo migliore” come si definisce, è stata ieri sera a Lecce, per la presentazione del suo libro- inchiesta (“Fermiamo la mattanza”, Terra Nuova Edizioni, 186 pagg. 13 euro), su abbattimenti e incuria degli alberi nelle nostre città. Le nostre città che, sempre più depauperate delle funzioni essenziali, vitali, del verde pubblico, sono conseguentemente sempre più in balia del caldo d’estate e dei veleni dell’aria in tutte le stagioni.

Presentazione – dibattito svoltosi nell’ambito della rassegna Mind Festival, il festival delle menti indipendenti, organizzato da Alberto Siculella, presidente dell’associazione MIND, che ho avuto l’onore e l’onere di ‘moderare’ (anche se in realtà il termine mi si addice poco e punto).

E’ stata una bella serata, confortata dalla presenza di qualificati relatori, oltre alla graditissima ospite: l’agronomo Bruno Vaglio e la referente del Coordinamento Alberi e Verde Urbano di Lecce, Maria Cucurachi; e gratificata dall’attenzione di un pubblico attento e partecipe, con contributi di spessore alla discussione.

Perché? Perchè dunque la mattanza, di questi esseri viventi, che tantissimo danno e poco chiedono, ordita da politici di tutte le specie, irresponsabili?

Se non è, non può essere la sicurezza la ragione, perché allora?

L’inconsapevolezza, vale a dire la mancata consapevolezza, certo, come hanno rilevato tutti i relatori, inconsapevolezza che però forse sarebbe meglio chiamare ignoranza, e ignoranza colpevole.

Gli interessi economici, poi, nella fattispecie i fondi del  Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) da spendere, da spendere comunque, anche se spesso gli interventi attuati con questi fondi pubblici non sono serviti a migliorare le varie situazioni interessate, ma in realtà le hanno peggiorate.

I lavori di vario tipo che interessano le nostre strade, ancora, lavori che a volte intaccano o distruggono le radici degli alberi, destinandoli a un equilibrio precario e al crollo successivo. Per non dire delle potature selvagge, che li storpiano a volte in maniera irreversibile.

Equilibrio, ecco. Come ho potuto imparare nel corso della serata, esistono strumenti di valutazione certi, scientifici, per valutare l’abbattimento eventuale di alberi, quelli strettamente necessari, come ha evidenziato Bruno Vaglio. Ancora, c’è la possibilità di interventi non invasivi, per contrastare e risolvere l’impatto delle radici per esempio dei pini, su marciapiedi e strade, senza che ciò sia il pretesto per abbatterli.

Il quadro normativo, poi, dai riferimenti esistenti nelle direttive della Unione Europea, a quello locale, auspicato a Lecce, dove è carente quanto inattuato, da Maria Cucurachi , la quale ha inoltre preannunciato per il 30 novembre una nuova, speciale manifestazione di sensibilizzazione dei cittadini sulla questione, e per chiedere all’Amministrazione comunale un deciso cambio di rotta.

Mi scuso se non do conto dei tanti intervenuti al dibattito: seduto con i relatori su un divanetto che faceva tanto “talk show” televisivo, ma per niente funzionale a prendere appunti, non sono riuscito a seguirli come avrebbero meritato.

Fra gli altri, però vorrei evidenziare quello di Emanuele Larini, che ha parlato dei tempi e dei modi che hanno ottenuto di fermare il progetto scellerato della Porsche di distruggere il bosco di Nardò. Una battaglia vinta. Ora bisogna salvare tutte le nostre città dalla desertificazione.

Category: Costume e società, Cronaca, Cultura, Eventi, Politica

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