BRINDISI, INTIMIDAZIONI, AGGRESSIONI PER DENARO E INCENDIO DELL’AUTO: UN ARRESTO E UN OBBLIGO DI DIMORA

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Le spiegazioni fornite durante gli interrogatori non hanno convinto il giudice per le indagini preliminari, che ha ordinato una misura restrittiva in carcere per uno degli indagati e imposto l’obbligo di dimora all’altro, entrambi residenti a Torre Santa Susanna. Le accuse riguardano una serie di episodi di violenza e intimidazione ai danni dello stesso uomo, culminati nell’incendio della sua automobile avvenuto nella primavera del 2025.
A finire in cella è il 24enne Christian Simmini, già detenuto per altre vicende giudiziarie. Per lui si parla di una vera e propria persecuzione ai danni della vittima. Gli vengono attribuiti tentativi di estorsione, tentata rapina e responsabilità come organizzatore del rogo che ha distrutto la vettura dell’uomo, provocando anche danni ad altri due veicoli parcheggiati nelle vicinanze.
Secondo le ricostruzioni investigative coordinate dal pm Giovanni Marino e svolte dai carabinieri, i primi episodi risalirebbero al gennaio 2025. In quell’occasione, Simmini avrebbe aggredito fisicamente il malcapitato colpendolo ripetutamente al volto per ottenere denaro, senza però riuscire nell’intento perché la vittima non aveva con sé i contanti richiesti. Non pago, avrebbe poi prelevato le chiavi dell’auto, configurando così un tentativo di rapina interrotto dall’arrivo di alcune persone che hanno immediatamente allertato le forze dell’ordine.
L’incendio dell’auto, avvenuto nell’aprile 2025, sarebbe invece stato materialmente eseguito da Cosimo Pichierri, 35 anni, per il quale è stato disposto l’obbligo di dimora. Secondo gli investigatori, l’azione sarebbe stata compiuta su mandato di Simmini, ritenuto l’ideatore dell’intimidazione.
Nel corso degli interrogatori di garanzia, tenutisi venerdì 14 novembre, entrambi gli indagati hanno respinto ogni addebito. Simmini, assistito dagli avvocati Raffaele e Serena Missere, ha rilasciato dichiarazioni spontanee negando le accuse; Pichierri, difeso dall’avvocato Giuseppe Sorio, ha risposto alle domande del giudice ribadendo la propria estraneità ai fatti.
Le indagini proseguono e dovranno chiarire ogni aspetto della vicenda. Come previsto dalla legge, i due indagati restano da considerarsi innocenti fino a un’eventuale sentenza definitiva di condanna.
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