IL PRANZO DELLA DOMENICA / A CALIMERA A CASA DI ANDREA APRILE

di Raffaele Polo _____________
Siamo a Calimera, a casa di Andrea Aprile, ne approfittiamo mentre lui è di là, a ultimare i preparativi per il pranzo (ha detto che ci sbalordirà…) per scorrere i titoli della sua biblioteca. Tra i tanti, spiccano gli scritti di Franz Kafka, Bulgakov, Cechov, E.A. Poe, Lovecraft. E non manca Steinbeck, assieme alle poesie di Ungaretti e Kavafis… Lo intuivamo che Andrea è amante delle buone letture e anche…
«Anche del cinema, il mio regista preferito è Stanley Kubrick»
ci confessa, sorridendo. Poi ci invita a seguirlo ‘di là’ dove, con stupore e meraviglia, osserviamo le vivande che ci ha preparato, tutte specialità della nostra terra: sagne fatte in casa con pomodori e ricotta ‘scanta’; pesce sfilettato e cotto al forno; focacce casalinghe con cipolla e pomodori ‘scattarisciati’; polpo con patate in pignata; cicorie selvatiche cotte con pezzetti di maiale…
Ci sediamo e degustiamo quelle prelibatezze, mentre il nostro ospite si presenta:
«Sono nato a Brindisi il 30.05.1964 da Giannino Aprile e Giuseppina Murrone.Ho conseguito la laurea in giurisprudenza, come da tradizione familiare (mio padre e mio fratello maggiore Paolo). Ho vissuto nella memoria di mio padre, che ho perso all’ età di quattro anni, già Sindaco di Calimera dal 1956 al 1960, autore del libro ‘Calimera e i suoi traúdia’, amante della cultura e della lingua grika, eredità trasmessagli dai parenti Lefons, intellettuali e scrittori.
Esercito attualmente l’ attività di insegnante dopo aver svolto quella di avvocato per quindici anni. Sono sposato con Maria Giovanna Giannuzzi e ho due figli Alessandro e Irene, vivo a Calimera.»
Aprile è proprio così; di poche parole, preciso e va subito al sodo… Lui che ama svisceratamente la sua terra, il griko e ama passeggiare in Mountain bike nelle strade rurali salentine, fare il bagno in tutti i mesi dell’anno e vivere il mare andando in barca a vela.
I piatti saporitissimi si alternano con gusto, siamo onorati della visita di una simpatica cagnolina che Andrea, cerimoniosamente, ci presenta:
«Ecco Lea, la nostra cagnetta, rigorosamente bastarda, ereditata da mia zia Lina…».
Attorniati dall’atmosfera colta ma familiare che aleggia attorno al nostro ospite, al termine del lauto desinare, lo ringraziamo e lui, seriamente, ci augura ‘Kalò vrai’ che vuol dire ‘Buona sera’, questo lo sappiamo e ci accorgiamo che il tempo è veramente volato. E che i piatti erano buonissimi, così come la perfetta ospitalità del professor Aprile.

____________
( 83 ‐ continua )
Category: Costume e società, Cultura


























