IL PRANZO DELLA DOMENICA / SPAGHETTI AL SUGO CON DAMIANO CORPUS, “pioniere di una dimensione diversa”

| 19 Ottobre 2025 | 0 Comments

di Raffaele Polo _____________

Il suo regno, il suo mondo è la piazza Monsignor Durante di Melendugno, proprio di fronte alla Chiesa in un angolo della quale è il bar Historic: là lo potete trovare e vi sorriderà subito, gli occhiali neri vi avviseranno che siete davanti ad un uomo che ha sofferto molto e che combatte per conservare la luce, per non sprofondare nel buio…

«É dal 2007 che una forma grave di maculopatia degenerativa mi ha segnato drammaticamente. Ma voglio subito dire che, dopo una crisi terribile, grazie ai miei familiari e a questa chiesa, ho ripreso fiducia e ho scoperto tante cose. L’arte, per esempio…».

Damiano Corpus ha il volto disteso, è sereno e ci parla di filosofia (è molto interessato a Plotino, mica uno scherzo…), ci mostra alcuni suoi quadri che sono esposti nel bar («Ma nessuno vuole dedicare una mostra a chi, come me, non ha i giusti appoggi. Come tutti i disabili, del resto…», ci confida, rassegnato).

«Ma non voglio rattristarti con queste storie: sei mio ospite e ho scelto di farti assaggiare proprio di  qui, davanti al bar di mia moglie, i piatti che preferisco: sono vivande semplici, come gli spaghetti coi pomodori saltati e la carne, che preferisco cucinata in ogni modo.  No, non sono io a cucinare, troppo difficile. Ma mi sarebbe piaciuto. Chissà che, prima o poi, non mi cimenti in questa altra forma di arte…».

«Damiano, mi ha detto il tuo parroco, don Salvatore, che stai preparando un libro. È vero?»

«Il titolo ce l’ho già: Pioniere di una dimensione diversa. Ed è la mia storia, una vera e propria Odissea, un passaggio dalla luce al buio, in un viaggio immaginario che cerca di dare una risposta all’eterno quesito: perchè mi sta succedendo questo?  E debbo ringraziare proprio don Salvatore che mi sostiene e mi lascia libero di fare un po’ di tutto, qui e in chiesa…».

Gli spaghetti sono proprio buoni, facciamo i complimenti a Damiano che sorride, in silenzio.

«Ormai io vivo più in questa piazza che a casa mia. Abito a 70 metri da qui e ho difficoltà a percorrere questo tragitto perchè non ho voluto il bastone ma ho chiesto alle varie amministrazioni di allestire una striscia bianca sul ciglio della strada, che mi consenta di procedere con sicurezza. Ma non c’è stato niente da fare, mi dicono che non è permesso… E io ho già sbattuto un paio di volte contro il muro. Ma vieni, nel bar ci sono un po’ dei miei dipinti…»

Seguiamo Damiano nel minuscolo bar, i suoi quadri, ritratti e paesaggi, di chiara ispirazione religiosa, sono sui muri, Damiano ci confida:

«Sempre grazie a don Salvatore, posso usufruire di una stanza buia, qui sotto. Là riesco a concentrarmi e a dipingere… Ecco, io vorrei che il mio libro, magari con qualche illustrazione dei miei lavori, potesse servire a dimostrare che dobbiamo avere fiducia, dobbiamo non farci abbattere anche dalle più difficili circostanze della vita, ma dobbiamo sempre costruire qualcosa…»

Salutiamo Damiano con calore: gli spaghetti erano ottimi, ma i suoi discorsi sono stati il miglior condimento per il nostro pranzo della domenica.

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( 74 ‐ continua )

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Category: Costume e società, Cultura

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