L’INTERVISTA / MANUELA CONGIU JANABELLA, FONDATRICE DELLA SCUOLA ‘COME LA FENICE’: “Qui si impara a tornare a sé stessi, a riscoprire i propri talenti e riaprire il contatto con la propria anima”
di Cristina Pipoli __________
“Ho pensato di fondare una scuola dove e quello che si impara è tornare a se stessi e a se stesse, riscoprire i propri talenti, riaprire il contatto con la propria anima attraverso un ventaglio di tecniche mirate” – ecco in questa intervista esclusiva a leccecronaca.it Manuela Congiu Janabella, la quale poi così prosegue:
“Quello che indosso è il costume tradizionale sardo di Villaputzu una delle varianti. Col fatto che mi occupo di medicina tradizionale Sarda e di sciamanesimo; onorare i miei antenati e le mie antenate attraverso gli abiti è molto importante, infatti di solito quando tengo i seminari uso sempre abiti che riportano per estetica ai nostri costumi tradizionali. Anche perché io amo tantissimo le rose e per questo indosso due muncadoris (fazzoletti), le gonne molto lunghe e anche alcune delle mie borse mediche hanno disegni tradizionali sardi. Così come l’orecchino che indosso sempre: è un orecchino tradizionale sardo che si usa di solito per fare il buco nelle orecchie, così insieme a lui porto sempre con me una delle mie nonne che me lo regalò”.
D- Lei quando e dove nasce?
R- “Io nasco in un piccolo territorio della Sardegna che si chiama Sarrabus a Villaputzu”.
D- Che percorso formativo ha intrapreso?
R- “Essendo per metà anche oristanese a 16 anni sono partita per studiare arte. Mentre facevo gli studi ufficiali da cui sono uscita con la media dell’otto, nel mentre in parallelo studiavo la medicina complementare, la naturologia. A quei tempi non esistevano ancora le scuole olistiche, quello che mi appassionava di più era la nostra medicina popolare anche perché i miei nonni oristanesi erano di guaritori tradizionali abbastanza conosciuti in città. Mia nonna veniva chiamata Zia Ninna e tra le varie si prendeva cura in maniera indiretta anche dei cavalli della Sartiglia.
Poi ho studiato e fatto corsi che hanno a che fare con la pedagogia e la didattica e il mondo dell’infanzia in generale. Sono anche un agente di sviluppo sostenibile per i territori rurali. In realtà tutte queste tematiche hanno a che fare con il benessere, anche perché l’arte per esempio è un’espressione del sé che può aiutare nel benessere. Gli ultimi studi formali che sto facendo sono la MusicArTerapia nella globalità dei linguaggi, secondo il metodo di Stefania Guerralisi.
Avendo cominciato a entrare in questo mondo a 14 anni e affacciando i miei cinquanta, direi che ho raccolto molti insegnamenti, e ancora ne raccoglierò nella mia vita. Quando ero ragazza ero un topo da biblioteca. Ho addirittura unito le conoscenze naturologiche ed energetiche con le mie competenze artistiche creando uno stile artistico surreale e sinestetico, dove unisco le conoscenze sulle forme, sui colori, gli odori e le vibrazioni energetiche dei cristalli”.
D- Quando ha fondato la sua scuola?
R- “A furia di accompagnare le persone alla ricerca del proprio benessere mi sono resa conto che c’erano alcune tecniche ricorrenti e da qui è nato il metodo ‘Come una Fenice’. Nella mia vita sono successe tante cose drammatiche: tutte cose da cui mi sono ripresa attraverso conoscenze e studi, situazioni in cui ho toccato il fondo e sono risalita, situazioni che mi hanno fatto sentire morta per periodi più o meno lunghi da cui poi sono rinata ‘Come una Fenice’. Il metodo ha dei punti base fondamentali e poi viene personalizzato addosso alla persona con cui lavoro.
A quel punto il metodo è diventato un camino di vita per arrivare a un cambiamento di vita. Attraverso questo cammino che è anche una scuola la persona impara ad amarsi, ad ascoltarsi, a non mentire a sé stessa, impara varie tecniche di benessere mirate al proprio sé compreso l’uso di pietre, oli essenziali fiori di Bach il percorso-scuola del primo anno dura circa tra gli 8 e i 12 mesi.
Chiedo sempre una tesina che racconta il percorso che si è fatto e che cosa ha cambiato nella vita delle persone e l’attestato del primo anno è un elogio a se stessi. Se durante il primo anno la persona scopre tra i talenti di avere la chiamata sciamanica, può accedere al secondo anno/passaggio che ha a che fare con l’addestramento sciamanico. Questo ha una parte che è uguale per tutti tipo studiare le leggi cosmiche e poi a una parte completamente personalizzata a quelli che sono i doni della persona per riuscire a controllarli senza esserne soggiogato. Perché questa è la cosa più importante quando si ha una chiamata sciamanica”
D- Il nome della sua scuola?
R-“Il nome ‘Come la Fenice’ viene da quello che ha ispirato anche il metodo e cioè il fatto che nella mia vita sono dovuta rinascere tante volte quando pensavo di non farcela più. Quando a volta dal nero più profondo, sono riuscita a vedere una luce, quella piccola fiammella dentro di me che ha iniziato a bruciare cancellando quello oscurità infinita e riportarmi la luce dentro. Questa è la mia missione riuscire ad aiutare gli altri per quello che mi è possibile a riaccendere la loro fiammella”.
D- Che tipo di didattica promuove?
R- “Uso una didattica molto pratica, il mio approccio all’insegnamento è dato da una presenza costante di me come insegnante in un rapporto con l’allievo che è quello di renderlo indipendente, questo è sia l’approccio didattico che pedagogico che uso. C’è sicuramente una parte di teoria che è data da un elenco bibliografico che consiglio a chi si iscrive. Poi c’è tutta una parte pratica che è data dalle sessioni personalizzate in cui si va a vedere che cosa l’allievo vuole cambiare della sua vita cioè dove vuole trasformarsi in una Fenice.
In questa parte di percorso la didattica prende un approccio molto pratico perché la persona prova varie tecniche per portare benessere a se stesso, quindi ne impara sia la parte teorica, sia la parte pratica riferito a come quella tecnica funziona su sé stessi. La consapevolezza è una delle parti fondamentali della didattica, cioè tu devi sapere che cosa stai facendo da un punto di vista tecnico e che cosa stai facendo da un punto di vista pratico.
Sicuramente nella parte didattica faccio anche conoscere i problemi e i pericoli che possono nascere da un uso irresponsabile della naturologia e dell’uso delle energie. Quest’ultima parte è fondamentale nei miei insegnamenti, discendendo dalla tradizione per me l’etica che mi è stata insegnata è fondamentale soprattutto perché ho imparato il suo valore rispetto al valore della vita. Una delle frasi in regole della scuola è : ricordate che non si può fare tutto quello che si può fare”.
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D- Ha dei collaboratori all’interno della sua scuola?
R- “Non è semplice trovare persone con cui collaborare perché io vengo dalla Tradizione e non dalla New Age, per cui soprattutto a livello etico l’informazione è diversa. Nella tradizione c’è una cultura del rispetto dell’altro molto profonda; ovviamente sto parlando se si ragiona su percorsi di un certo tipo che vanno a togliere tutto quello che è il campo della magia nera e dell’invasione delle energie altrui in maniera volontaria.
All’interno della mia scuola voglio solo persone che seguono l’etica tradizionale.
Comunque collaboro con varie scuole e con vari colleghi che stanno dentro questi parametri: una è la ‘Scuola della Terra in Sardegna’ che si occupa di vivere in maniera ecosostenibile e secondo un’etica del rispetto e del benessere a 360°. E anche la collaborazione con Cristina Pipoli per me ha un valore etico molto importante visto che sceglie le tematiche per cui scrivere gli articoli”.
Category: Costume e società, Cultura