IL PRANZO DELLA DOMENICA / A CALIMERA A CASA DI ANNA MARIA CHIRIENTI, DOVE SI RESPIRA CULTURA: “Il Griko è la colonna sonora della mia vita”

| 16 Novembre 2025 | 0 Comments

di Raffaele Polo _____________

Siamo a Calimera, a casa di Anna Maria Chirienti, ci ha preparato un pranzo di  cucina tradizionale salentina.

«Le mie specialità sono, come primi, la pasta al forno, le sagne ncannulate fatte in casa e la parmigiana. Amo fare i dolci, anche se ora, non essendoci i figli, ne realizzo meno. Preparo le crostate con la marmellata fatta da me, i mustaccioli. E abito in questo bellissimo paese dove ho sempre vissuto sin dalla nascita.»

«Anna Maria, ti conosciamo come una studiosa del linguaggio griko. E non ti nascondiamo che siamo qui soprattutto perchè ce ne parli diffusamente… Ottime queste sagne…»

Anna Maria sorride e si narra:

«Io da 15 anni mi interesso della lingua grika che per me ha rappresentato e rappresenta la colonna sonora della mia vita, in quanto l’ho sempre ascoltata dai miei genitori e familiari.

Per me il griko è una ricchezza di valore inestimabile che abbiamo il dovere di mantenere e non farlo morire. È come un monumento che si deve curare con delicatezza però senza falsarlo. È la nostra storia, la nostra cultura, le nostre radici.

Già da oltre centocinquant’anni nel periodo in cui visse Vito Domenico Palumbo, il più grande scrittore e cultore del griko di tutta la Grecìa, si diceva che era una lingua che si stava perdendo, ma lui imperterrito combattè in tutti i modi a fare conoscere questa lingua dappertutto, anche nella madre Patria Grecia e cercare di rendere consapevoli della ricchezza del griko i suoi conterranei Dopo di lui ci sono stati tanti cultori che hanno seguito il suo esempio e che come lui ci hanno lasciato tanti lavori letterari e poetici…»

Ascoltando Anna Maria, siamo passati alla parmigiana, anzi alla ‘parmiggiana’, saporitissima e appetitosa. Fa onore al piatto anche la nostra ospite, che continua:     

«Negli anni Sessanta, il periodo del benessere economico, in cui tutto ciò che era vecchio veniva abbandonato, anche il griko ebbe uno svilimento, nel senso che anche se i genitori continuavano a parlarlo,  non lo trasmettevano ai figli perché credevano che il parlarlo fosse segno di povertà culturale ed sociale, creando così una generazione che lo capiva ma che non aveva l’abitudine a parlarlo. Questa era la mia generazione: la “ generazione sospesa” come dice una mia amica antropologa.

Però negli anni settanta grazie ad alcuni illuminati come i Lefons, Giannino Aprile, Franco Corlianò, Cesare Campanelli ed  altri, il griko ha riconquistato piano piano la sua dignità.

Nel 1975, pochi giorni prima di essere ucciso, venne a Calimera Pier Paolo Pasolini, cultore delle lingue minoritarie, proprio per sentire il suono di questa bellissima lingua che risale a più di 2/3000 anni fa. Ne fu entusiasta. Anche questo ha contribuito a renderci consapevoli del valore che questa lingua aveva. Grazie anche alle leggi a favore delle minoranze linguistiche, sono sorte qua e là iniziative volte alla sua salvaguardia del griko, anche se molte volte queste iniziative non venivano utilizzate al meglio.

Io, che sono nata nel 1959, mi sono ritrovata a respirare quest’aria e ho cominciato ad interessarmi al griko. Leggevo, tutto ciò che trovavo scritto  in questa lingua e mi dilettavo a recitarla e a parlarla  comprendendola benissimo.

Quindici anni fa ho cominciato uno studio sistemico, frequentando corsi per imparare a scriverlo, a parlarlo, partecipando ad iniziative che avevano lo scopo di valorizzarlo. Ora da alcuni anni lo insegno in un’ associazione culturale, ho svolto delle attività come interprete e traduttore per conto della Grecìa Salentina, collaboro con la Casa Museo di Calimera.

Se potesse ritornare in vita Vito Vito Domenico Palumbo, sono sicura che sarebbe contento del lavoro che si sta facendo per questa lingua. Forse il griko non può più rappresentare un modo di comunicare ( anche se c’è  gente che lo continua a fare, anche giovani appassionati), ma ci sono tanti altri modi per tenerlo vivo: l’insegnamento , la scrittura, la recitazione, la musica… Io sono ottimista, anche se purtroppo alcuni linguisti, non conoscendo il griko, si permettono di dire che il griko morirà.»

Pacata ed esaustiva, buona come la sua cucina, ecco il dulcis in fundo, ovvero la crostata con la marmellata di uva, una vera delizia.

E concude anche la professoressa Chirienti, come ci viene spontaneo apostrofarla:

«Con la Casa Museo della Civiltà contadina e cultura grika, ho collaborato per molti anni nella realizzazione di alcune pubblicazioni, di alcune mostre o eventi, sempre curando la parte grika. Ora, insieme a Silvano Palamà ( Presidente e direttore della Casa Museo) stiamo svolgendo, anzi lo abbiamo terminato ( mancano alcuni dettagli) un progetto “ Leggere le pietre” – Costruire la memoria, progettare il futuro. Abbiamo realizzato 75 schede descrittive di altrettanti luoghi di Calimera e dintorni. Schede scritte sia in italiano (da Silvano) che in griko ( da me). Con queste schede abbiamo realizzato un primo libretto divulgativo e stiamo per terminare il secondo. Verranno messi dei QR-Code per ciascuno dei luoghi considerati. L’ anno scorso ho partecipato ad un concorso nazionale UNPLI “ Salva la tua lingua locale” ed ho vinto il Primo premio nella sezione Prosa Inedita con un mio racconto in griko. Ho ricevuto il premio in Campidoglio.

Ho creato su Fb un mio gruppo, Pramata Grika, dove mando dei post riguardanti il griko: poesie, frasi, eventi.»

Siamo alla conclusione del nostro incontro, ma un’ultima domanda la poniamo, ad Anna Maria: «Il griko, va bene. Ma poi cosa ti piace fare, nella vita?»

«Amo molto il mare. L’estate mi trasferisco per tre mesi a Roca, dove ho una mia casetta. Amo fare lunghe passeggiate al mattino sulla riva del mare facendo foto guardando l’alba. Per me il mare è anche immergermi nell’ acqua e fare lunghe nuotate. La natura mi rilassa,  in inverno quando sono a Calimera riservo una parte della mia giornata a passeggiare fra boschi e pinete.

Ho un gatto e due cani e mi dedico spesso alla cura delle piante del mio giardino.»

Semplice e ricca di umanità, la nostra ospite grika. Ci ha immersi in un bellissimo mondo che merita, veramente, di essere conosciuto e apprezzato sempre di più.

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( 78 ‐ continua )

Category: Costume e società, Cultura

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