MICHELE ROSIELLO E BRENDA LODIGIANI NELLA SIT-COM LOVE BUGS: QUANDO L’AMORE DIVENTA LOTTA CONTINUA

| 26 Novembre 2025 | 0 Comments

di Giuseppe Puppo _____________ A volte ritornano, anche se non sono più gli stessi, son cambiati personaggi e interpreti. In televisione però non si inventa ex novo mai nulla.

Infatti…

In natura i lovebugs sono insetti simili a mosche del genere Plecia, chiamati così per il loro modo di accoppiarsi, restando attaccati l’uno all’altra fino alla morte di uno dei due. Titolo del format, come si vedrà azzeccatissimo, per questa sit-com , vale a dire: “situation comedy” (commedia di situazione), un genere di serie TV comica con episodi brevi e auto-conclusivi che segue un gruppo di personaggi ricorrenti in situazioni divertenti e quotidiane, spesso ambientate in un luogo fisso come un appartamento o un ufficio

La serie italiana era basata su quella originale canadese “Un gars, une fille”, e andò in onda, su Italia 1, in due stagioni, dal 2004 al 2007, sempre con un felicissimo (nel senso artistico dell’interpretazione pressoché perfetta nel rendere credibile il ruolo maschile) di Fabio De Luigi, insieme al quale, a condividere la problematica convivenza, c’erano prima Michelle Hunziker, e poi Elisabetta Canalis, ognuna con il proprio carattere e il proprio carico di complicazioni apportate alla relazione.

Ci risiamo. Adesso, da due giorni, i LoveBugs sono tornati, su Italia 8, interpretati da Michele Rosiello e da Brenda Lodigiani. Sono passati vent’anni dalla prima serie. L’occasione è ghiotta, per cercare di capire se in due decenni sia cambiato qualcosa, in questo programma che è specchio di quelle che abbiamo imparato a chiamare le conseguenze dell’amore. Cioè cosa emerge adesso riflesso nel piccolo schermo della coppia e dell’amore ai nostri giorni della nostra identità di contemporanei?

Vediamo.

E’ cambiato molto ed è cambiato in peggio. E’ tutto più esasperato, tutto meno fragile e tutto più violento.

Lui, è Michele, 40 anni circa, origini baresi, da tempo trapiantato a Milano, come tanti giovani del Sud costretti ad emigrare al Nord per trovare lavoro, per quanto conservi un forte attaccamento alle sue origini. Fa il venditore di auto in una concessionaria, per ora, poi si vedrà.

Lei è Brenda, 25 anni circa, milanese di nascita e, da parte di madre, inglese, di cultura cosmopolita e di abitudini internazionali, che si alza alle 6 del mattino per andare in ufficio e tiene l’agenda, come tutti i Milanesi che si rispettino.

Convivono in una bella casa di condominio, stile masserizie e suppellettili da pubblicità Mediaset, non sappiamo se di proprietà o in affitto, comunque presumibilmente con l’aiuto dei rispettivi genitori.

Ora la differenza di età è l’ultimo dei problemi di Michele e di Brenda. Le diverse origini di formazione che si riversano al presente, il penultimo.

I problemi veri nascono dalla convivenza quotidiana. Fra di loro, è lotta continua.

A dire il vero, io sto con Emilio, povero, che è visibilmente innamorato e cerca ogni volta di smussare le tensioni, come insegnava di dover fare Il Conte Zio, il personaggio de “I Promessi Sposi” di Alessandro Manzoni, cioè “sopire, troncare” per definire la strategia di politica e potere, che si traduce nel silenziare e nascondere i problemi.

Ci riesce poco e punto, con Brenda, che a me risulta francamente antipatica, nell’esasperare i toni e nell’accanimento a fare storie a ogni occasione.

Alcune, delle sue, sono vere e proprie paranoie, elucubrazioni mentali, complicazioni inutili inventate di sana pianta, ecco. E quando il povero non può andare a giocare a calcetto; e quando gli rovina la serata di Champions League davanti alla tv insieme agli amici ‘frittatona di cipolle, birra ghiacciata e rutto libero’, pretendendo che gli ospiti debbano entrare in casa levandosi le scarpe, per igiene; e quando vorrebbe conoscere la password del profilo social personale di Antonio, “se no vuol dire che mi nascondi qualcosa”; e così via, in un esasperato ed esasperante stillicidio quotidiano.

E pensare che lui vorrebbe pure sposarla, trasformando la convivenza in matrimonio. Invano. Ogni volta viene subito gelato nei suoi romantici proponimenti, per quanto appena appena accennati, timidamente. Come quando le prospetta una cerimonia nuziale in stile meridionale e ne viene subito freddato, anche se con un bacio hic et nunc: “e con questo l’argomento matrimonio, amore mio, l’abbiamo messo a tacere per sempre”…

Ma meno male, Michele, meno male!

Portatrice sana di complicazioni e di insicurezze, da cui piano piano lui viene contagiato a vista, Brenda sembra la personificazione della meditazione di  Marguerite Yourcenar affidata ad un racconto di “Fuochi”:

L’amore è un castigo
Veniamo puniti per non essere riusciti a rimanere soli.

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Category: Costume e società, Cultura

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