BASSO SALENTO, COSTRETTA A RAPPORTI A PAGAMENTO PER POCHI EURO: INDAGATI IL COMPAGNO E UN CONOSCENTE

(f.f.)___________
Una storia di soprusi, paura e sopraffazione durata anni è emersa grazie al coraggio di una donna di 41 anni che ha trovato la forza di rivolgersi ai carabinieri denunciando un vero e proprio incubo domestico. Secondo quanto riferito, sarebbe stata costretta dal compagno a intrattenere rapporti sessuali con un altro uomo in cambio di somme irrisorie – dieci, venti euro – con il pretesto di contribuire alle spese familiari.
Le sue dichiarazioni hanno aperto un fascicolo per violenza sessuale a carico di due persone: il suo convivente, un uomo di 55 anni già accusato di maltrattamenti, e un amico di quest’ultimo, un 76enne. Gli abusi, stando a quanto ricostruito, sarebbero iniziati nel 2022.
Nella denuncia presentata il 20 giugno 2024, la donna ha raccontato che la relazione era degenerata già dopo i primi mesi. L’uomo, spesso alterato dall’alcol, avrebbe iniziato a imporle di “procurare soldi” vendendo il proprio corpo, alternando minacce a episodi di violenza fisica. Solo poche ore prima di formalizzare l’esposto, la 41enne aveva chiamato i carabinieri dopo l’ennesima aggressione, durante la quale sarebbe stata colpita con schiaffi e graffi.
In un’altra occasione, riferisce la donna, era stata presa a botte per presunti sprechi di denaro, come l’acquisto di vestiti, mentre il compagno sosteneva di dover far fronte a spese più urgenti, incluse sanzioni amministrative.
Il passo successivo, secondo gli investigatori, sarebbe stato il più grave: accompagnarla dal conoscente 76enne con la scusa di offrirle un lavoro nei campi. Una volta raggiuto il terreno dell’uomo, dopo una finta giornata di raccolta delle olive, si sarebbe verificata la prima violenza. L’anziano, approfittando dell’isolamento, avrebbe abusato di lei e poi le avrebbe lasciato una banconota da dieci euro.
Quando il compagno è arrivato a prenderla, la donna ha tentato di spiegargli ciò che era accaduto, mostrando i soldi ricevuti. Secondo la sua testimonianza, l’uomo non solo non avrebbe creduto alle sue parole, ma l’avrebbe schiaffeggiata e obbligata a continuare per portare “qualcosa a casa”.
Da quel momento gli incontri sarebbero diventati frequenti. La donna avrebbe subito nuove violenze nello stesso terreno, sempre retribuite con pagamenti minimi. “Non riuscivo a ribellarmi, avevo troppa paura di essere picchiata”, ha dichiarato ai militari. La vicenda risulta ancora più grave alla luce della documentazione sanitaria che certifica un deficit cognitivo medio-grave, rendendola particolarmente vulnerabile.
Nelle ultime ore, durante l’udienza preliminare, il giudice Alcide Maritati ha disposto un rinvio per ulteriori accertamenti. Gli inquirenti stanno analizzando dispositivi elettronici e valutando le dichiarazioni della vittima, non escludendo ulteriori contestazioni. I due indagati sono assistiti dagli avvocati Davide Micaletto e Americo Barba.
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