FALSI BRACCIANTI AGRICOLI, NUOVA TRUFFA ALL’ INPS

| 7 Luglio 2015 | 0 Comments

(g.m.)______Dopo quella scoperta la scorsa settimana dalla Guardia di Finanza, nuova truffa ai danni dell’ INPS. Questa volta sono stati i carabinieri di Lecce, in collaborazione con la direzione territoriale del lavoro, a conclusione di complessa e articolata attività di indagine e ispettiva, a denunciare novantatre persone ritenute responsabili di truffa aggravata.

Secondo l’ accusa avevano costituito artificiosamente rapporti di lavoro fittizi nel settore agricolo, al fine di conseguire indebitamente il diritto a prestazioni previdenziali ed assistenziali (indennità di disoccupazione agricola, di maternità, di malattia e assegni per il nucleo familiare), nonché quello futuro a ricevere la pensione erogata sempre dall’INPS.

Nel corso delle indagini svolte dai militari e coordinate dalla Procura della Repubblica di Lecce, è emerso che un’azienda agricola operante nel comune di Copertino, nel periodo compreso fra il 2009 e il 2014, aveva realizzato un vero e proprio sistema illegale grazie al quale, mediante false comunicazioni di assunzione, false denunce aziendali, false registrazioni sul LUL (Libro Unico del Lavoro), falsi prospetti di paga e falsi CUD, più dei due terzi dei braccianti agricoli assunti annualmente risultavano occupati e retribuiti senza che avessero mai messo piede in campagna.

Gli accertamenti, svolti anche con il determinante ausilio di funzionari INPS e intrapresi già nel maggio del 2014, sono consistiti in frequenti ispezioni sui campi e nell’acquisizione ed esame di una copiosa quantità di documenti aziendali, di lavoro, fiscali e contabili, riferiti agli ultimi cinque anni, che venivano poi confrontati con i dati relativi alle effettive colture praticate sui terreni gestiti dall’azienda e con le conseguenti, reali, esigenze di manodopera. E’ così emerso come, a fronte di un fabbisogno ettaro/colturale di circa 1500 giornate lavorative annue, il titolare dell’azienda agricola ne avesse denunciate all’INPS circa 6.500 all’anno. Non solo: per alcune delle colture che sarebbero state praticate in azienda, non veniva rinvenuta alcuna fattura né di acquisto di piantine né di vendita del prodotto raccolto.

Dal riscontro fra costi e ricavi denunciati risultava ancora che l’azienda sarebbe andata incontro, puntualmente e per tutti e cinque gli anni in accertamento, a disavanzi oscillanti fra gli 80.000 e i 180.000,00 euro annui.

Un capitolo a parte è costituito dalle dichiarazioni acquisite presso tutti i lavoratori assunti dell’azienda che confermano vieppiù i riscontri documentali acquisiti dai militari. Molti di loro dimostravano di non essere a conoscenza dell’ubicazione dei terreni, del tipo di colture praticate e delle modalità di espletamento delle varie fasi colturali, dando a volte descrizioni di fantasia che non hanno trovato alcun riscontro nella realtà fattuale.

L’importo della truffa consumata ai danni dell’INPS è stata quantificata in 691.102 euro, costituita dalle indennità di disoccupazione, maternità, malattia e assegni per il nucleo familiare, percepiti indebitamente dai 92 braccianti agricoli fittizi. Ancor più ingente, anche se non quantificabile, è il danno economico che avrebbe subito l’INPS per tutte le prestazioni pensionistiche da erogare ai falsi braccianti ai quali sono state disconosciute un totale di 19.861 giornate lavorative. Recuperati, infine, benefici contributivi per circa 200.000 euro.

 

 

 

 

 

 

Category: Cronaca

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