Giornali – Nord Sud ( Ovest Est ) Usi e costumi d’Italia

| 11 Settembre 2012 | 0 Comments

Di Un Italiano Vero

GIORNALI

Una particolarità di Lecce – città è che prendi due e paghi uno, insomma, la trovata di marketing del così detto “panino”, come si dice in gergo, altrove periodica, qui è istituzionalizzata, dai due quotidiani di Lecce.

A dire il vero i Leccesi ne considerano uno solo, Il Quotidiano, perché reputano  l’altro, “La Gazzetta”, storico, e unico fino a qualche decennio fa, “barese”, summa injuria, a torto, perché la redazione di Lecce, altrettanto storica, della centrale barese, mette spazio e investe risorse umane ed economiche per tutto il Salento, comunque tant’è e così sia.

La particolarità è che il Quotidiano regala il Messaggero di Roma, della stessa casa madre proprietaria,  con la forza delle grandi  banche, con ciò auto – screditandosi, perché auto – ridottosi a succursale di periferia, come un’appendice locale, di provincia; e la Gazzetta, che in realtà ha una copertura informativa nazionale, quindi non ne avrebbe bisogno, regala La Stampa di Torino, della stessa concessionaria di pubblicità, di proprietà anch’essa della Fiat, con ciò anch’essa autoscrditandosi.

Per di più, c’è da aggiungere che i Leccesi, approssimativi e pigri di natura, per quanto in regalo,  La Stampa non la leggono proprio, e il Messaggero lo guardano al massimo, distrattamente, abbandonandolo, prima di dedicarsi al “loro” quotidiano.

A completare il quadro, i due maggiori quotidiani nazionali: il Corriere della Sera, che ospita al suo interno un supplemento dedicato a tutto il mezzogiorno, con spazio puntuale anche per la città; e La Repubblica, che però porta l’edizione pugliese interamente dedicata a Bari, come le altre che fa in Italia tutte incentrate sul capoluogo regionale.

 

Non a caso, nei bar , buttato sui tavolini per uno sguardo ai titoli degli avventori, fra un caffè e un cappuccino, si trova di solito il Quotidiano, e basta.

Le edicole mettono le locandine di Gazzetta e Quotidiano, ma non li espongono in vista.

La free – press praticamente esiste soltanto periodica, e a carattere estemporaneo, di marketing, pure grezzo, a esclusivo sfondo pubblicitario.

 

A Milano di free press a carattere quotidiano  – e completi quanto a informazione, per quanto sintetica – ce ne sono quattro, il più “simpatico” si chiama “Ventiquattro minuti” e fa da edizione serale al noto e prestigioso “Sole XXIV ore”: ma a Milano si viaggia in metropolitana – la sede ideale per queste letture – mattina e sera, e pure di notte, senza soluzione di continuità, con tantissimi pendolari, anzi, a Milano sono tutti e tutti i giorni pendolari.

Poi, c’è “Libero” che viene spesso “liberato” in giro, e “Cronaca qui” che ha tentato di ripetere, con esiti alterni, il successo di Torino, ma non si è radicato e costa oramai quaranta centesimi, a fronte dei dieci iniziali di dieci anni fa, quando, nel capoluogo piemontese, iniziò la sua per tanti versi formidabile avventura, che spiegheremo subito.

Il tempo di annotare che a Milano il “Corriere della sera” è un monumento, un’istituzione, un’abitudine quotidiana.

Il Giorno, lo era, ma da anni si è svuotato nelle sue peculiarità.

Il giornale più bello, nel senso di leggibile, godibile, coinvolgente, che usciva di sera e si chiamava “La Notte”, non esce più.

Anche a Torino c’era un giornale della sera, Stampa sera, ovvio, che all’ora di pranzo era già disponibile, poi anch’esso, come tutti i simili, scomparso.

C’era anche un altro quotidiano prestigioso, La Gazzetta del popolo, che però da tempo si è consunta e deceduta.

Era rimasta soltanto La stampa, a parte i supplementi di Repubblica, ben fatto, e autorevole e del “Giornale”, fatto male e ridotto a bollettino di partito, La stamnpa, che i vecchi torinesi chiamano “bugiarda” e che a Torino è l’informazione stessa.

Poi però Torino ha visto affermarsi fra lo scetticismo generale un quotidiano popolare, semplice e gradevole, “Torino cronaca”, che comprano in tanti e leggono in ancora di più, soprattutto coloro i quali un quotidiano non avevano mai letto in vita loro, né altrimenti lo avrebbero mai fatto, un vero e proprio caso, da studiare.

Category: Costume e società

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