SABRINA SANSONETTI HA TROVATO LA “SMART”

| 8 Febbraio 2013 | 0 Comments

Da Musil a Illich, passando da Obama per finire ad Amartya Sen. Cosa hanno in comune due scrittori-filosofi austriaci, il presidente degli USA e un premio nobel per l’economia indiano?

Nel suo discorso introduttivo al Forum Territoriale PUGLIA “L’Agenda Digitale per la modernizzazione del Paese” Carlo Mochi Sismondi lo ha riassunto in tre parole: partecipazione, trasparenza e collaborazione. E la digitalizzazione della PA è vista come ‘un’azione parallela’, per citare Musil, se non supera tre problemi irrisolti: voler fare innovazione a costo zero, voler gestire contenuti nuovi in contenitori vecchi, continuare a contrapporre back office e front end. Oggi si pensa di ripartire dalle Smart City e dagli open data, ma senza un obiettivo chiaro e comune non si ottengono risultati e senza un progetto, un piano finanziario e un direttore dei lavori non si va da nessuna parte. Per questo è necessario coniugare l’innovazione organizzativa, quella istituzionale e quella tecnologica, utilizzando i tre concetti chiave, partecipazione, trasparenza e collaborazione, che diventano il paradigma dell’open government, perché non c’è sviluppo senza democrazia, secondo l’insegnamento di Amartya Sen.

Paolo Donzelli, che all’ultimo momento è rimasto a Roma per un impegno improrogabile, è intervenuto in videoconferenza, grazie a un collegamento in estemporanea reso possibile da Rupar wireless, e ha accolto la sfida posta dal presidente di Forum PA, sostenendo che nell’immediato futuro l’Agenzia Digitale ha il compito di dare concretezza al decreto crescita 2.0, stimolando la creazione di servizi “visibili” per cittadini e imprese e accelerando la razionalizzazione delle infrastrutture digitali del paese, in un quadro certo di regole per il re-indirizzamento della spesa, il riuso delle soluzioni già operative e l’innalzamento della qualità della domanda.

Partendo da questi presupposti, il dibattito è proseguito facendo il punto sull’attuazione dell’agenda digitale in Puglia, confrontata con i risultati raggiunti in alcune realtà regionali tra le più avanzate, come l’Emilia Romagna, che ha parlato di un disegno, un modello, una governance, una rete e un soggetto attuatore per la PA digitale, e il Piemonte, che ha fatto una carrellata dei progetti realizzati per la valorizzazione del patrimonio informativo pubblico, la dematerializzazione, il riuso del patrimonio applicativo, la sanità elettronica e l’accesso ai dati.

Il sistema digitale regionale pugliese è basato oggi su un concetto fondativo– ha dichiarato Sabrina Sansonettipresidente di InnovaPuglia, che ha rivolto un saluto agli intervenuti insieme a Giuliana Grisorio Liuzzi, presidente di ARTI –le tecnologie ICT, diffuse uniformemente su tutto il territorio regionale, in maniera sicura ed equamente distribuite, sono un prerequisito per lo sviluppo di servizi innovativi che realizzino l’obiettivo di migliorare la qualità della vita di cittadini e imprese. I sistemi integrati abilitanti realizzati da InnovaPuglia rendono possibile l’accesso ai servizi digitali, forniti dalla pubblica amministrazione da ogni luogo, via web, con un risparmio considerevole di tempo da parte degli utenti, e attuano la dematerializzazione delle procedure, con un risparmio di risorse comuni, la partecipazione dei cittadini ai processi decisionali che li riguardano, ma anche la definizione delle soluzioni che rispondano ai loro concreti fabbisogni”.

Tutto questo in Puglia è già realtà.

Le tecnologie sono già pervasive, grazie alla RUPAR che offre servizi digitali di base quali la PEC, il protocollo informatico, i servizi di cooperazione e videocomunicazione; alla sua versione Wireless che ha reso possibile la realizzazione di servizi in mobilità di emergenza urgenza per il 118 e per la protezione civile, permettendo agli operatori di operare e prendere decisioni condivise analizzando le situazioni reali sul campo; al Sistema informativo Territoriale che ha digitalizzato tutto il territorio, rendendo informazioni e dati che ognuno può utilizzare per i propri scopi, la Regione per la programmazione, i comuni per la redazione dei PUG, architetti, ingegneri geometri, per le elaborazioni professionali; al Sistema Informativo per il turismo, strumento tecnico-scientifico funzionale alla programmazione e al coordinamento del settore e unico archivio dati a livello regionale; al Cenro acquisti della Regione Puglia,EmPULIA che razionalizza gli acquisti per beni e servizi della PA e dematerializza le procedure di gara e di acquisto.

Su due esperienze, il Piano della Sanità elettronica e l’informatizzazione della Procura di Lecce, anch’esse progettate e realizzate da InnovaPuglia, sono stati fatti maggiori approfondimenti. Del primo ha parlato Vincenzo Pomo, direttore dell’area politiche della salute della Regione Puglia, che ha raccontato come il progetto abbia uniformato in un unico sistema informativo dati provenienti dai vari settori del mondo della sanità, costruito le basi per il rilascio del fascicolo sanitario elettronico e il disegno di servizi innovativi per i cittadini. Del secondo ha parlato il procuratore di Lecce, Cataldo Motta, che ha illustrato un’esperienza per lui all’inizio ostica e oggi ritenuta indispensabile non solo per l’informatizzazione delle procedure e per la dematerializzazione delle procure pugliesi, ma anche per offrire un patrimonio informativo immenso che incrocia un gran numero di dati rivenienti da varie fonti e accelera in maniera decisiva gli iter delle inchieste.

L’intera esperienza pugliese è stata inquadrata in un disegno di policy regionale in materia di innovazione digitale, illustrato da Adriana Agrimidirigente del servizio Ricerca industriale e innovazione della Regione Puglia, e completato con la declinazione puntuale delle azioni messe in atto, realizzate e progettate per i prossimi anni da InnovaPuglia.

Adesso la vera sfida sarà di impegnare e motivare le comunità, modificando gli atteggiamenti mentali– ha commentato Sabrina Sansonetti a manifestazione conclusa – In una logica ‘smart’ la città intelligente integra i diversi strati sociali e, utilizzando la tecnologia, supera il divario. Attraverso i servizi digitali, si può condividere il sapere e progettare insieme, garantendo trasparenza, collaborazione e partecipazione per ricostruire un rapporto di fiducia tra cittadini e istituzioni. Solo così la tecnologia diventa un facilitatore della vita quotidiana, un patrimonio comune dello stare insieme, una visione nuova per sviluppare servizi di qualità”.

Category: Costume e società

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