LAPIDE PER MATTEOTTI – NEMMENO UNA PAROLA PER CASALINI

| 9 Giugno 2014 | 0 Comments

(ndr)
On. Armando Casalini  (Forli 14 Giugno 1833- Roma 12 Settembre 1924) Nasce in una famiglia povera, operaio di idee repubblicane, nonostante una malformazione fisica partì volontario allo scoppio della prima guerra mondiale. Fu Segretario del Partito Repubblicano, quando Mussolini fondò i Fasci di combattimento si avvicinò alle posizioni di Mussolini nel 1924 fu eletto in parlamento.  Venne ucciso in tram, a colpi di pistola da un comunista al grido di vendetta per Matteotti. Di questo martire nessuno ci ha mai raccontato nulla.

On. Giacomo Matteotti  (Rovigo 22 mqggio 1885 Roma 10 giugno 1924) nato in una famiglia borghese si laureò in giurisprudenza e fu eletto nel Partito Socialista Italiano dal quale fu espulso nel 1922, insieme alla corrente che faceva capo a Filippo Turati. Divenne segretario del Partito Socialista Unitario. Fu accoltellato da un fascista.
Qui il martirio è stato ricordato, utilizzato, strumentalizzato in diecimila modi, non c’è libro di storia che non lo ricordi, strade, piazze e lapidi commemorative come è giusto che sia. Ciò che non è giusto e dimenticare i morti scomodi.


Ed ecco il comunicato stampa.

La cerimonia si svolgerà martedì 10 luglio, alle ore 10.30, in piazzetta Castromediano.

 Martedì 10 luglio, alle ore 10.30, in piazzetta Sigismondo Castromediano, verrà riposizionata la lapide commemorativa intitolata all’onorevole Giacomo Matteotti.

 Il sindaco Paolo Perrone ha accolto l’invito di tre cittadini leccesi (Enzo Bianco, Valentino De Luca e Pasquale Poso) i quali avevano chiesto di recuperare la lapide e di ricollocarla al suo posto al fine di rimarcare i valori di libertà e di uguaglianza sociale che hanno ispirato l’attività del deputato socialista e che albergano nell’animo dei leccesi.

Alla cerimonia  che cade nel 70° anniversario della posa della lapide, nonché nel giorno del 90° anniversario dell’assassinio di Matteotti – prenderanno parte il vicesindaco di Lecce, Carmen Tessitore e numerose autorità civili e militari.

“E’ una cerimonia profondamente sentita dalla nostra comunità – ha sottolineato il sindaco Paolo Perrone – promossa affinché la memoria non si stemperi, né si affievolisca, ma resti attiva e vigile, perché un Paese senza memoria rischia di perdere la propria identità”.

La lapide, scoperta l’11 giugno del 1944, fino al 1973 risultava essere posizionata sul muro perimetrale di Palazzo Carafa, sul lato che si affaccia su piazzetta Castromediano. Le ricerche effettuate dalla segreteria del Sindaco e da diversi uffici comunali hanno dato esito negativo: con ogni probabilità, dunque, l’epigrafe originale è andata irrimediabilmente perduta.

***************************************** fine del comunicato stampa.

 

(ndr) Siccome di Matteotti, giustamente in questi decenni tante volte ricordato, tante piazze, tante vie gli sono state dedicate, possiamo dire che conosciamo tanto del deputato socialista, così ci è sembrato doveroso raccontare qualcosa del deputato fascista,  un uomo ucciso nello stesso periodo e nello stesso modo, e di cui nulla ci è stato raccontato.
Armando Casalini 

Forli 14 Giugno 1833- Roma 12 Settembre 1924
Nato in una famiglia povera di Forlì, operaio di idee repubblicane, fu amico di Pietro Nenni e partecipò alle proteste politiche e sociali del giugno 1914 culminate nella Settimana rossa. Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale si arruolò come volontario ciclista benché avesse una malformazione fisica permanente che lo rendeva inabile al servizio militare. Iniziato nel giugno 1916 alla Massoneria nella loggia “Aurelio Saffi”, subito dopo divenne segretario del Partito Repubblicano, carica che tenne a partire dal luglio 1916 fino all’aprile del 1920. A seguito della costituzione dei Fasci di combattimento si avvicinò alle posizioni di Mussolini: nel 1922 lasciò il partito che aveva guidato fondando l’organizzazione filofascista e filorepubblicana Unione Mazziniana Nazionale. Nel 1924, candidato nel cosiddetto listone fascista, fu eletto al Parlamento per la circoscrizione della Lombardia.
Nominato vicesegretario generale delle Corporazioni sindacali, fu assassinato in un tram a Roma con tre colpi di rivoltella sotto gli occhi della figlia Lidia dal carpentiere comunista Giovanni Corvi, che lo assalì al grido di “Vendetta per Matteotti!”.
Ai suoi solenni funerali il 15 settembre 1924 partecipò lo stesso Benito Mussolini. È sepolto al Cimitero del Verano a Roma.
Alla memoria di Armando Casalini fu intitolata una prestigiosa società polisportiva bresciana, il Gruppo Sportivo Armando Casalini.
 Il Gruppo Sportivo Armando Casalini è stata una società polisportiva bresciana fondata nel 1928 e intitolata al deputato fascista Armando Casalini, assassinato nel 1924. Aveva sede a Brescia in via Trento n.37 e poi in via Trieste n.10. Comprendeva una sezione calcistica, una ciclistica, una atletica e una bocciofila.
L’attività principale fu sicuramente quella calcistica: la squadra bresciana, caratterizzata dalle casacche verdi, utilizzava un campo di gioco nella zona di porta Trento, in via Montesuello. Nell’ultimo anno di attività utilizzò invece lo Stadium comunale in alternanza con il Brescia Calcio.
È stata nel periodo compreso tra le due guerre la seconda squadra calcistica per importanza della provincia di Brescia. Al tempo erano famosi gli infuocati derby con la terza società cittadina: la Trivellini, intitolata all’ex calciatore del Brescia Luigi Trivellini, deceduto nella prima guerra mondiale.
Nel 1928, primo anno di attività, la Casalini ottenne un significativo secondo posto nella coppa Sorlini.
Nel 1929 conquistò la coppa Ferrari e l’anno successivo ottenne il secondo posto nella coppa del Popolo di Brescia.
Nel 1931 si piazzò al terzo posto nel campionato provinciale U.L.I.C.Bresciano e vinse la coppa della Canicola (una “classica” giocata a 6 giocatori).
Nel 1932 conquistò il titolo Bresciano di 1.a Categoria U.L.I.C. e lo stesso anno anche il titolo di Campione Lombardo di 1.a Categoria battendo allo spareggio del 7 agosto 1932 a Milano sul campo del Dopolavoro Ferroviario 5-1 la Ardita di Busto Arsizio.
Le migliori stagioni furono quelle a partire dal 1936-1937, quando vinse il campionato Bresciano della Sezione Propaganda e successivamente si iscrisse in Prima Divisione Lombarda.
La stagione successiva, il 1937-1938, vinse il suo girone accedendo alle finali, assieme a Como, Bareggio e Codogno. Con il bilancio di tre vittorie e tre pareggi vinse anche il girone finale e venne promossa in Serie C con il Como.
In Serie C militò per tre stagioni, dalla stagione 1938-39 alla stagione 1940-41.
Nel primo campionato sfiorò la promozione in Serie B: a sei giornate dal termine raggiunse la testa della classifica dopo un lungo inseguimento, mettendo assieme undici partite utili consecutive. Perse lo scontro diretto con la Cremonese e alla penultima giornata anche quello con la Falck di Sesto San Giovanni, che la superarono in classifica. La squadra si piazzò al quarto posto, a soli quattro punti dalla Reggiana poi promossa in Serie B, suo miglior piazzamento di sempre.
Negli anni successivi continuò a farsi onore piazzandosi al quinto posto nel 1939-40 e al decimo nel 1940-1941.
La società in crisi finanziaria, in pieno periodo di guerra, non si iscrisse al campionato di Serie C del 1941-42 e si sciolse definitivamente nel 1942.
Tra i personaggi principali che fecero parte della società si ricordano il Comm. Rovetta, il patron della Mille Miglia Renzo Castagneto (anche presidenti del Brescia Calcio) e i calciatori Bruno Bianchi (92 presenze in Serie A con il Brescia), Erminio Reggiani (89 presenze in Serie A con il Brescia), i fratelli Italo Rebuzzi e Pietro Rebuzzi (187 presenze in serie A tra Brescia,Sampdoria e Pro Patria il primo, 93 il secondo con Brescia, Inter e Vicenza) e Francesco Lamberti (in A con Venezia e Fiorentina).

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Category: Cultura

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