FINALMENTE SARA’ FATTA PULIZIA NEL SISTEMA – CULTURA CHE REGGE E GOVERNA LECCE

| 8 Ottobre 2014 | 0 Comments

di Giuseppe Puppo__________

Finalmente si prospetta un salutare repulisti nel mondo asfittico e stantio del sistema di potere che regge e governa Lecce! Era ora. Ci voleva proprio. Arrivano i privati, a rimorchio dei politici, per rigenerare, lindo e splendente, il sistema degli amici degli amici!

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Abbiamo denunciato più volte, fuori dal coro questo sistema  dei centri di potere costituiti dall’università, dalle associazioni, dalle cooperative, che interagiscono con i partiti, i funzionari e i burocrati, che parte dal centro – sinistra e arriva al centro – destra, con il risultato di produrre non lo sviluppo sociale ed economico di tutti, in modo da rafforzare l’identità e la qualità della vita delle popolazioni, ma solamente l’interesse personale e politico di una ristretta e ben qualificata cerchia di potere.

Le politiche di rigenerazione urbana, insomma, dovrebbero  dunque mirare non alla realizzazione in sé di interventi di infrastrutturazione culturale, ad uso e consumo di una élite, o, peggio, di una vera e propria nomenklatura autoreferenziale, bensì all’attivazione di circuiti virtuosi che siano in grado, in maniera autonoma e tuttavia non autoreferenziale, di produrre e riprodurre “cultura” nelle sue diverse e poliedriche manifestazioni, a beneficio della collettività intera, nelle diverse stratificazioni di interesse, da quelli più propriamente artistici, a quelli sociali, fino a quelli puramente economici. 

Le strategie di rigenerazione dovrebbero tendere in primo luogo a offrire la più vasta scelta di opportunità culturali in rapporto col recupero del senso del luogo, della storia e dell’appartenenza alla comunità locale, in antitesi con il declino tendenziale dei legami di identità e di comunità in atto, aprendosi però al tempo stesso a contributi di talento e a suggestioni esterne di merito, in un processo dinamico. Si tratta poi di superare la logica dell’orticello conchiuso e dell’egoismo privato.

Comunque agli artisti, agli intellettuali, agli scrittori e ai poeti andrebbe lasciata la responsabilità dell’organizzazione culturale per il ben comune.

In ultima e sia pur estrema sintesi si tratta di superare il sistema dei centri in posizione egemone, nella ripartizione dei finanziamenti, intorno ai quali ruotano in posizioni subalterne cooperative e compagnie, circuiti regionali e comunali, affidati alla munificenza contingente, occasionali, anzi – non c’è termine migliore nella fattispecie – effimera: un sistema al quale, c’è pure da aggiungere, cui molti, per convenienza, ognuno per il proprio interesse, hanno dato il loro consenso partecipato, dai responsabili politici nazionali, a quelli locali, dagli autori, agli artisti, dagli organizzatori, ai giornalisti, tutti però per superficialità, comodità e vantaggi materiali.

L’egemonia culturale non ha più il potere politico conflittuale come avversario, si estende ora a quello che abbiamo imparato a chiamare l’immaginario collettivo, per controllarlo in maniera totalizzante.

Si tratta invece di restituire alla cultura il primato sulla politica, e della politica sull’economia, ribaltando di fatto i rapporti esistenti, per cui l’economia controlla oramai in maniera totale la politica, e la politica la cultura, confinata in una posizione genuflessa di destinatario di elemosine.

Tutti i modelli di rapporti, come visto, pur nella loro dimensione di eventuale diversità gestionale, si assomigliano, si interfacciano, si integrano, si interconnettono e si identificano nel principio guida: la gestione della cultura è nostra, ne abbiamo avuto l’appalto in quanto forza politica vincente.

Così succede che vengano gestiti praticamente nella stesse logiche, se non allo stesso modo – nel modello pugliese – un’iniziativa dispendiosa, a vantaggio dei soliti noti e senza riscontri significativi, come il Bif&st; oppure, nel Salento, il così detto Premio Barocco.

In un carrozzone del consenso politico dei partiti di riferimento si è poi mutato il patrimonio culturale della musica popolare della Grecia Salentina grazie al progetto di più ampio rilievo mediatico denominato “Notte della taranta”: ha mostrato nella sua dimensione gestionale il proprio grosso limite; non ha trovato le giuste distanze da quel mondo politico di provenienza che lo ha avvolto, coinvolto e persino usato per precise strategie, verso cui ha avuto un costante rapporto di subalternità; ha preferito la visibilità, alla bellezza, negandola però a generi artistici e musicali diversi del patrimonio locale, non rientranti nei canoni della cultura popolare salentina, e ha prodotto “spettacoli” di degrado evidentissimi.

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Ma finalmente qualcosa si muove in questa direzione!

La pulizia arriva pure per il mondo della cultura salentina!

La Provincia di Lecce, la responsabile della cultura Simona Manca, tanto per non fare nomi di una delle responsabili di questo sistema autoreferenziale, di subalternità, di profitto a vantaggio dei soliti noti, delle congreghe e delle consorterie, prima dello scioglimento dell’ ente, che risorgerà grazie alla falsa riforma del governo Renzi come l’araba Fenice, più pernicioso che mai, ha affidato la gestione dell’ex Convitto “Palmieri” e nientedimeno che la programmazione dell’intero sistema museale leccese per gli anni a venire alla Axa servizi, società privata partecipata  che si occupa di servizi ambientali, cioè pulizia, raccolta e smaltimento rifiuti.

E’ motivo di enorme soddisfazione per gli artisti leccesi, quelli veri, che non coltivano il loro orticello e non ne svendono i prodotti ai supermarket della politica e degli affari, sapere che i loro eventuali progetti saranno valutati da un prestigioso intellettuale quale Giampiero Corvaglia, fine conoscitore del sistema degli amici degli amici, e sulla base  di quanti pasticciotti in più faranno vendere ai turisti e ai visitatori.

Così andremo in Europa! Siamo una squadra fortissimi.

 

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Category: Cultura

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