IL DISSECCAMENTO DEI NOSTRI ULIVI / CRISTIAN CASILI CI SPIEGA LE RESPONSABILITA’ DEI POLITICI

| 4 Novembre 2014 | 1 Comment

A MARGINE DELLA TRADIZIONALE MANIFESTAZIONE DENOMINATA “SAGRA DELL’OLIVA SCHIACCIATA” DI MARTANO C’E’ STATO NEI GIORNI SCORSI UN INCONTRO FRA TECNICI, POLITICI E AMMINISTRATORI ( Ass. reg. Loredana Capone, Sen. Dario Stefano, On. Rocco Palese, On. Vincenzo Lavarra, On. Federico Massa, Cons. reg. Saverio Congedo, Presidente Prov. Lecce –Antonio Gabellone, Sindaco Martano – Massimo Corricciati e rappresentanti delle DOP Terra D’Otranto e delle associazioni di categoria) SUL PROBLEMA DEL DISSECCAMENTO DEI NOSTRI ULIVI, CUI HA PRESO PARTE, FRA GLI ALTRI, L’AGRONOMO CRISTIAN CASILI (il secondo da sinistra, nella foto).

RIPORTIAMO QUI DI SEGUITO UNA SINTESI EL SUO INTERVENTO_________________________

“E’ chiaro che il quadro che si è delineato denuncia chiaramente forti responsabilità nella conduzione agronomica, nelle guide tecniche nonché della politica regionale e comunitaria degli ultimi anni.

A tutti voi, che siete qui presenti, chiedo di fare un sopralluogo in campo per osservare lo stato fitosanitario degli ulivi salentini al netto di Xylella.

I nostri ulivi sono stati sempre interessati da una serie di patogeni: la rogna dell’olivo, la lebbra, l’occhio di pavone, il rodilegno giallo, la cocciniglia mezzo grano di pepe, la tignola dell’olivo, la mosca dell’olivo ecc.) che grazie alla cura e difesa da parte dei nostri storici olivicoltori non hanno mai prodotto danni considerevoli sia agronomici che economici.

Parliamo di un quadro fitoiatrico importante che senza le predette cure avrebbe già compromesso una monocoltura specializzata come l’olivo.

Gli ulivi del Salento contano, ricordiamolo sempre, 9,5 milioni di piante. Una vera e propria “foresta” che svolge funzioni microclimatiche, idrogeologiche, ecologiche e filtranti verso gli inquinanti atmosferici e del suolo, oltre agli aspetti economici, storici, culturali, identitari che fissano in un paesaggio unico la carta di identità di un territorio.

E’ mortificante vedervi oggi qui cavalcare mediaticamente un batterio, di cui in realtà ancora si conosce ben poco, se non essere inserito dall’EPPO in una lista di patogeni da quarantena, e mi chiedo dove eravate qualche anno fa quando la nostra olivicoltura cadeva a picco e con essa il reddito dei nostri olivicoltori.

Come potete pretendere oggi da questi produttori uno sforzo economico nella corretta gestione agronomica degli ulivi?

Lo scarso reddito ha portato i produttori salentini ad abbandonare le corrette pratiche agronomiche e con esse l’olivo che a quel punto si è ridotto ad un paziente debilitato ed agonizzante, dove quei patogeni prima da me citati, che non hanno nulla a che vedere con xylella, hanno preso il sopravvento.

Ricordo le devastanti politiche comunitarie. L’aiuto comunitario, disaccoppiato, non viene più erogato in funzione della produzione. Cos’è una coltura se non si considera più il suo aspetto produttivo? Ve lo siete mai chiesto? Il sistema olivicolo attuale è diventato altamente speculativo dove non vi è alcun obbligo a raccogliere e trasformare il prodotto.

Si sono create delle rendite parassitarie, queste si non la xylella, che hanno portato le grandi famiglie e l’agroindustria a trattare l’olivo non più come coltura ma come un istituto finanziario da cui attingere fondi. Ho denunciato più volte il mancato rispetto delle norme di condizionalità, cioè quelle buone pratiche agricole a cui tutti dovevano attenersi nel rispetto degli indirizzi della Unione europea, che si dimostra subito pronta a far applicare le norme di quarantena per xylella ma che non ha mai imposto controlli per la più importante coltura del mediterraneo.

Quanto detto è confermato dai dati economici che nel 2001 attestavano la produzione del settore olivicolo pugliese a 849 milioni di euro che è caduta a picco negli ultimi anni portandosi a poco più di 300 milioni di euro nel 2013.

Infine al Sen. Stefano che oggi si dimostra sensibile e pronto a difendere col sangue l’olivicoltura salentina, chiedo cosa ha fatto da Assessore regionale all’agricoltura per fermare la crescente pressione competitiva esercitata dalla Spagna e dagli altri paesi del Mediterraneo (Grecia e Turchia in primis) che hanno costi produttivi più bassi e da cui arriva olio che gli stessi imbottigliatori locali utilizzano per la miscelazione degli extravergini.

Bisognerebbe avere il pudore di non presentarsi ad alcun convegno o dibattito di fronte alla disperazione di tanti cittadini e produttori stanchi di sorbirsi i soliti discorsi demagogici e populisti da perenne campagna elettorale”.

Category: Costume e società

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Comments (1)

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  1. redazione ha detto:

    PROPRIO DA UN POLITICO, IL CONSIGLIERE REGIONALE DI FORZA ITALIA ERIO CONGEDO, ABBIAMO AVUTO IN DATA ODIERNA IL SEGUENTE COMUNICATO SULLA VICENDA:
    “Non si può non condividere la posizione di Paolo De Castro, già Ministro alle Politiche Agricole e presidente della Commissione Agricoltura dell’Ue, sui ritardi nell’azione politica della Regione sul fronte della Xyella. Un ritardo che continua a sfuggire solo alla Giunta, non consentendole di rimediare con tempestività e determinazione.
    Di tutto ciò se ne è accorto un esponente del Pd di assoluta autorevolezza e competenza come De Castro, ma non il centrosinistra regionale e i candidati alle primarie. I primi, compiono un raro ostracismo sulla questione, impedendo la discussione in Consiglio; ed i secondi, invece, bypassano l’argomento come se fosse inconsistente nel dibattito politico pugliese.

    Ci pare evidente che se è un autorevole esponente del primo partito di maggioranza a rilevare i ritardi inscusabili della Regione, questo sia una conferma a quanto sosteniamo tenacemente da tempo, senza produrre, però, le opportune reazioni del centrosinistra né tantomeno provvedimenti concreti: è oltre un anno che per la Xylella non si fa niente.

    Nel frattempo, però, l’infezione continua a divorare gli oliveti nel Salento e provocare danni incommensurabili ad agricoltori e vivaisti. Speriamo che le dichiarazioni di De Castro siano più efficaci delle nostre nel suonare la sveglia alla Giunta Regionale”.

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