LA CINA DI IERI E QUELLA DI OGGI, COMUNISMO E OMOSESSUALITA’

| 20 Dicembre 2014 | 1 Comment

v.m._____Viva Marx, viva Lenin, viva Maotsetung!
Con questo grido di battaglia si concludeva in varie manifestazioni il canto di Bandiera rossa e dell’Internazionale, negli anni ’70.Gli aderenti a gruppi “extraparlamentari” (Manifesto, Lotta Continua, Avanguardia Operaia) erano, solo a Torino, parecchie decine di migliaia e tra i “sacri testi” spiccava il maotsetungpensiero. In Italia tanti gli intellettuali  seguaci convinti di Mao.Ecco alcne delle perle del pensiero maoista riportate in quella sorta di Vangelo comunista che era libro delle Guardie Rosse.

“Il cinese deve essere simile alle onde del mare, in ogni momento uno deve poter prendere il posto dell’altro, non deve essere possibile alcuna distinzione. Al principio Io insegno, tu coltivi i campi, ognuno si occupa delle sue cose, si sostituisce il principio inverso: Il contadino insegna, l’insegnante coltiva i campi, ciascuno si prepara a prendere il posto dell’altro. Ogni distinzione va superata: soldati-operai, dirigenti-masse rivoluzionarie, giovani-vecchi. Non si tratta semplicemente di “avvicinare” le varie categorie: occorre fare in modo che esista solo una razza umana, che sia allo stesso tempo manovale e intellettuale. Il miscuglio dei ruoli rinnova le strutture e immette sangue fresco. Chi non si adegua viene svergognato dalle masse.”
Queste idiozie sono state sposate da tanti di coloro che oggi salgono in cattedra, nelle università, dagli schermi della Rai, dalle pagine dei grandi quotidiani, per darci lezioni, su cosa sia giusto e su cosa sia sbagliato.
E così mentre costoro oggi vorrebbero celebrare i matrimoni tra persone delle stesso sesso, apprendiamo che nella Cina comunista ancora sino a qualche tempo fa, si curavano i gay con l’elettroshock.
Ci giunge oggi la notizia che finalmente questa feroce pratica  in Cina non sarà più applicata.

Infatti un tribunale di Pechino ha risarcito un gay cinese che era stato sottoposto ad elettroshock nel tentativo farlo diventare eterosessuale.  La sentenza che è stata subito esaltata da associazioni per la difesa dei diritti omosessuali prevede un risarcimento di 3500 yuan, circa 460 euro.

E giusto perchè ogni tanto vediamo gente che si dice comunista, con tanto di falce e martello appesa al collo, o di Che Guevara stampato sulle magliette, che si erge a difensore degli omosessuali, sarebbe bene che prima che parlassero si documentassero su come si sia posto il Comunismo nel mondo rispetto agli omosessuali.
Perchè in quanto a persecuzioni ai gay, crediamo che la Germania Nazional-Socialista sia in buona compagnia. 

 

Repubbliche Sovietiche. L’allora commissario del Popolo per la Giustizia, al servizio di Stalin, Nikolai Krylenko dichiarò che “l’omosessualità è il prodotto di decadenza delle classi sfruttatrici, che non hanno niente da fare”, aggiungendo inoltre che “in una società democratica fondata su sani principi, per tali persone non c’è posto.” L’Articolo 121 del codice criminale russo, introdotto nel 1934, produsse la condanna di cinquantamila maschi omosessuali.

 

In Cina, dopo la formazione della Repubblica Popolare, l’omosessualità divenne clandestina. Il regime comunista, durante la Rivoluzione Culturale, perseguitò molti omosessuali, i quali furono spesso puniti con lunghi periodi di prigionia. La punizione,  in alcuni casi, poteva anche prevedere la pena capitale. Questa “politica sociale” produsse livelli di intolleranza allarmanti nei confronti degli omosessuali.

 

CUBA. In un’intervista del 1965 Fidel Castro dichiarò: “Agli omosessuali non dovrebbe essere concesso di stare in posizioni dove potrebbero essere capaci di mal influenzare i giovani. Nelle condizioni in cui viviamo, a causa dei problemi che il nostro paese deve affrontare, dobbiamo inculcare ai giovani lo spirito della disciplina, della lotta, del lavoro. Noi non arriveremmo mai a credere che un omosessuale possa incarnare le condizioni e i requisiti di condotta che ci permetterebbe di considerarlo un vero Rivoluzionario, un vero Comunista aggressivo. Una deviazione di questa natura si scontra con il concetto che abbiamo di ciò che un militante Comunista deve essere”. Numerose persone furono arrestate e deportate nelle UMAP a causa della loro omosessualità, poiché nell’ideologia castrista i “maricones” erano considerati espressione dei valori decadenti della società borghese.

 

– Nel Partito Comunista Italiano è sempre prevalso un atteggiamento ostile nei confronti dell’omosessualità. I militanti “invertiti” erano costretti al silenzio per paura di essere isolati. La tessera del partito negata a Pier Paolo Pasolini riassume la chiusura mentale degli allora dirigenti del PCI. Chiedete ai “vecchi compagni” cosa ne pensano degli omosessuali: rimarrete stupiti in negativo.

– In Albania, durante il periodo comunista, l’omosessualità si considerava come illecita. L’articolo 137 del Codice Penale sanciva che “l’omosessualità si condanna con 10 anni di prigione”.

L’elenco potrebbe continuare, ma non mi pare sia il caso di abusare della pazienza degli amici che ci leggono.


 

Category: Costume e società

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Comments (1)

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  1. Tonio De Giorgi ha detto:

    Però c’è Vendola che già ai tempi in cui era Segretario della Fgci dichiarava “Giovanni Berlinguer è uno che capisce: aperto, vivace. Anche Natta ci aiuta. Abbiamo avuto un dibattito con lui molto libero. Ripete sempre che bisogna andare fino in fondo, che bisogna parlare, confessarci di più – non dal prete con la cotta – togliersi di dosso tutti i residui di intolleranza. Gli altri non so, sono arrivato da pochi giorni a Roma. Certo l’ età conta, ognuno forma la propria cultura in un momento storico preciso. Non è facile affrontare un tema come quello della pedofilia ad esempio, cioè del diritto dei bambini ad avere una loro sessualità, ad avere rapporti tra loro, o con gli adulti – tema ancora più scabroso – e trattarne con chi la sessualità l’ ha vista sempre in funzione della famiglia e dalla procreazione. Le donne, da questo punto di vista, sono notevolmente più sensibili. Ma il Pci non è un organismo matriarcale”.

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