A PROPOSITO DEI TERRENI AGRICOLI AFFIDATI DALLA REGIONE A GIOVANI AGRICOLTORI / SERVE PIU’ FORMAZIONE E MENO BUROCRAZIA

| 4 Febbraio 2015 | 0 Comments

di Cristian Casili______

E’ di ieri la notizia della pubblicazione dei terreni agricoli di proprietà della Regione Puglia da affidare ai giovani agricoltori attraverso al partecipazione a bandi pubblici come previsto dalla legge regionale L.R. N. 26/2014 approvata dal Consiglio regionale a maggio del 2014.

Finalmente qualcosa si muove in Regione Puglia e come consuetudine i nastri si tagliano sempre alla fine di un governo regionale che si è dimostrato distante dai problemi del lavoro ed in particolare di quello giovanile. Questa legge per ora è comunque una foglia di fico che nasconde l’incapacità delle istituzioni ad attrarre giovani in agricoltura e soprattutto a garantirgli un dignitoso reddito. Ricordiamo che questa legge prevede la concessione o la locazione esclusivamente a giovani agricoltori di età inferiore a 40 anni e con priorità a quelli di primo insediamento.

Dall’elenco pubblicato risultano per ora interessati alcuni comuni pugliesi con una superficie complessiva da affidare di 18,9 ettari esclusi i terreni delle ex comunità montane che sono piccolissime superfici. Troppo poco per una Regione a vocazione agricola come la Puglia, troppo poco per la fortissima richiesta da parte dei giovani pugliesi che desiderano non lasciare la Regione e spendersi in un settore importante che ha prospettive di crescita . E’ pur vero che il governo regionale dichiara che ogni anno gli assessorati regionali al demanio e patrimonio e alle risorse agroalimentari individueranno, nell’ambito dei beni immobili, i terreni agricoli di proprietà regionale idonei ad esser concessi e che saranno assegnati come da bando.

E’ pur vero che il vecchio piano di sviluppo rurale il PSR 2007-2013 attraverso la “multimisura pacchetto giovani” ha insediato circa duemila giovani al primo ingresso in agricoltura destinando loro importanti risorse. Ma quanta burocrazia! Per accedere a quegli aiuti tra fideiussioni, attestazioni bancarie, costi di consulenza, relazioni tecniche, pareri urbanistici, etc. etc. solo i giovani con alle spalle una famiglia economicamente solida hanno potuto accedervi, e, ancora peggio, solo quei giovani che in realtà non si insediavano per la prima volta ma ereditavano tout court l’azienda del padre già ampiamente fornita di grandi capitali di esercizio. Se il vero scopo è quello di favorire l’accesso dei giovani in agricoltura e contrastare l’abbandono dei suoli offrendo concrete occasioni occupazionali per sostenere il recupero produttivo e favorire il ricambio generazionale allora ci vuole veramente un serio cambio di rotta.

Occorre sburocratizzare l’accesso a queste risorse che altrimenti rimarrebbero inutilizzate e favorire l’ingresso di giovani veramente motivati, inserendoli in un percorso formativo e produttivo che li porti ad essere protagonisti del territorio.

 

 

Category: Cronaca

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