PROVERBIO SALENTINO DI OGGI LUNEDI’ 15 GIUGNO

| 15 Giugno 2015 | 0 Comments

San Vito martire. Il santuario in cui è venerato nell’allora Lucania, oggi nel Comune di Eboli in Campania, denominato S. Vito al Sele, era detto “Alecterius Locus” cioè “luogo del gallo bianco”; nella vicina città di Capaccio, nella chiesa di S. Pietro, è custodita una reliquia del santo, mentre nella frazione Capaccio Scalo, è sorta un’altra chiesa parrocchiale dedicata anch’essa a S. Vito; la diocesi di questi Comuni in cui il culto di S. Vito è così forte, perché qui morì con i suoi compagni di martirio, si chiama tuttora Vallo della Lucania, pur essendo in provincia di Salerno.

Il santo è anche patrono di Recanati e nella sola Italia, ben 11 Comuni portano il suo nome.

Proverbio salentino del giorno: A CI ME TAE A MANGIARE CHIAMU TATA.

All’origine stava a significare che bisognava portare rispetto ed affetto a chi ci alleva, e non a chi ci ha generato.
Negli ultimi decenni la classe politica salentina ne ha distorto il significato, fornendo una sorta di  giustificazione alla corruzione dilagante, a quanti vendevano il proprio voto e si prostituivano intellettualmente, e non solo per ottenere qualche beneficio dalla politica.

Accadde in questo giorno.

Alberto Sordi nasce a Trastevere, nel cuore della vecchia Roma il 15 giugno del 1920. Visse la romanità come un tratto imprescindibile della sua personalità artistica, dando continuità alla grande tradizione capitolina iniziata con Aldo Fabrizi e Anna Magnani.

Preso a modello da numerosi attori, su tutti Carlo Verdone considerato da molti il suo erede naturale, Alberto Sordi fu insignito di numerosi riconoscimenti, tra cui 11 David di Donatello e un Leone d’oro alla carriera nel 1995. Scomparso nel febbraio 2003, le sue spoglie riposano nella tomba di famiglia, presso il cimitero monumentale del Verano.

Category: Costume e società

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