NUOVA INCHIESTA DELLA PROCURA DELLA REPUBBLICA DI LECCE PER VOTO DI SCAMBIO. LE ‘ASSUNZIONI PRIMAVERILI’ NEL NOME DI “S. BLASI”, O “BLASI S.”. IN ATTESA DELLE VALUTAZIONI DELLA MAGISTRATURA, ECCO LA RICOSTRUZIONE POLITICA DELLA EDIFICANTE VICENDA

| 2 Luglio 2015 | 0 Comments

di Giuseppe Puppo______

La procura della Repubblica di Lecce ha aperto un’ inchiesta su voto di scambio in occasione delle elezioni regionali di un mese fa. Il sostituto procuratore Antonio De Donno sta indagando in relazione a quanto denunciato da un esposto, secondo cui ci sarebbero state assunzioni fatte in cambio dei voti. I posti di lavoro sarebbero duecentocinquanta, le assunzioni – in qualità di operaio, tutte nella nostra provincia, quindi in corrispettivo del collegio elettorale di riferimento – fatte dall’ Arif, l’ ente regionale che si occupa di attività irrigue e forestali, attraverso un’ agenzia interinale.

I politici coinvolti sono il direttore dell’ Arif, Giuseppe Taurino, e il consigliere regionale Sergio Blasi, entrambi del Partito democratico (nella foto, diffusa via Facebook da “giovani democratici di Trepuzzi”, si riconoscono, di spalle: sono rispettivamente il primo e il terzo da destra; l’ immagine è di qualche giorno fa, del 23 giugno, per la precisione, a Trepuzzi, nella manifestazione del Pd denominata “la buona politica”).

Più che una ‘faida’ interna al Pd, dilaniato, come è noto, da opposte fazioni di potere, già ampiamente esplose all’ indomani del risultato delle regionali, ma che covavano da tempo, l’ esposto in procura pare generato proprio dal venir meno delle assunzioni, fatte a febbraio e, come detto, tramite centro per l’ impiego privato, senza bandi, né concorsi, ma che sarebbero finite il mese scorso: qualcuno non l’ ha presa bene e si è rivolto alla magistratura, che adesso intende analizzare e capire quanto è successo, per verificare se contenga qualcosa di penalmente rilevante.

Noi però facciamo i giornalisti, non i magistrati e abbiamo già elementi per affermare che, aspetti penali a parte, questa faccenda contiene molto di politicamente rilevante.

Dopo il voto di scambio al comune di Lecce, per le case popolari, abbiamo adesso il voto di scambio, per un posto di lavoro. Da Forza Italia, al Pd e la logica è sempre quella: raccattare consenso, scambiando per elargizioni munifiche, i diritti garantiti dalla Costituzione a tutti, dati invece ad alcuni, per un pugno di voti, dagli amministratori potenti.

Vediamo allora di capire che cosa è successo, mettendo in evidenza quanto di politicamente rilevante già emerge.

C’è un’ agenzia, uno degli enti più o meno inutili, di cui è costellata il sottobosco della politica, che dispensa posti e favori. Nessuno ha ancora evidenziato come merita fauna e flora di questo sottobosco, fatto di enti pubblici e aziende partecipate, spesso senza ragione di esistere, che la politica, la vecchia politica, Pd e Forza Italia, gestisce a proprio esclusivo tornaconto: stipendi, gettoni di presenze, indennità, per i propri esponenti, così premiati, se emergenti, in attesa di posti migliori, oppure accontentati, per riconoscenza, se in declino.

Questo è molto politicamente rilevante.

I partiti cioè nominano i dirigenti e gli amministratori di enti e società della regione, della provincia, dei singoli comuni e i loro consigli di amministrazione, per dare ai loro esponenti stipendi pubblici e posti di potere. Ognuno di loro a sua volta si trasforma in un formidabile attore politico, perché crea altri interessi e altre clientele.

L’ Arif è una specie di fungo porcino del sottobosco della politica, prelibato e ambito piatto ricco. Nella logica spartitoria della casta, era di competenza della sinistra, che da dieci anni governa la Regione Puglia. In particolare, tocca al Pd, partito più grosso.

La nomina a direttore dell’ agenzia viene fatta su indicazione del segretario regionale del Pd. Nel 2010 era Sergio Blasi, come è noto ex sindaco di Melpignano, nel frattempo diventato a sua volta pure consigliere regionale. Sceglie un ex consigliere regionale, per logica compensatoria del seggio appena perduto, anzi, molto lo sostiene, contro altre candidature di altri gruppetti di potere, e alla fine la spunta, la scelta cade su Giuseppe Taurino.

Ex parlamentare, ex amministratore, e, come detto, ex consigliere regionale, Giuseppe Taurino vanta un formidabile curriculum vitae riempito prima nel bosco e poi nel sottobosco della politica: 51 anni, di Trepuzzi, con un eccezionale cursus honorum, quindi consolidato uomo di relazioni, di clientele e vale a dire macchina di voti: già presidente della Alba Service, la partecipata del Comune di Lecce; poi “consulente” della Selex, del gruppo Finmeccanica; ancora, presidente di un consorzio di costruzioni; ancora ancora presidente del Gal, cioè un altro ente di promozione politica e di gestione e distribuzione di interessi economici, del Nord Salento; direttore commerciale di cooperative; amministratore delegato di consorzi di aziende e quant’ altro.

Così Giuseppe Taurino si insedia quale direttore dell’ Arif.

Al momento buono, una risorsa preziosa per il partito.

Non solo, al momento buono, oltre che per il partito, anche per chi l’ ha messo là: vale a dire Sergio Blasi.

Non più segretario regionale, nel frattempo sostituito da Michele Emiliano, ma semplice consigliere regionale, nemmeno premiato con qualche assessorato, però con la rendita della ‘Notte della Taranta’ ancora squillante, Sergio Blasi, 52 anni, concorda la sua rielezione, presentandosi nella lista ad hoc del Pd a sostegno di Michele Emiliano.

Tattiche e strategie raffinatissime, che però comunque hanno bisogno di voti, anche  perché gli altri pretendenti interni sono numerosi e agguerriti.

Inevitabile che nella campagna elettorale per il rinnovo del consiglio regionale pugliese, una campagna lunga, iniziata almeno un anno prima, negli ultimi mesi, a Sergio Blasi Giuseppe Taurino venga buono, anzi gli sia utilissimo.

Secondo l’ esposto all’ attenzione della Procura, Giuseppe Taurino avrebbe organizzato per tempo le assunzioni, con i meccanismi che abbiamo già descritto, che gli lasciavano ampi, se non totali, margini di discrezionalità, e avrebbe richiesto in cambio ai privilegiati il voto per la lista del Pd, ma soprattutto per il candidato Sergio Blasi.

Una promessa mica campata in aria: a “firma”, la preferenza andava espressa scrivendo “S.Blasi”, oppure “Blasi S.”, in modo tale da permettere se necessaria la verifica del mantenimento dei patti sezione elettorale per sezione elettorale in cui i neo operai erano andati a votare.

Ora sarà la magistratura a dire se tutto questo sia effettivamente avvenuto in questi termini e quanto ci sia di penalmente rilevante, o irrilevante.

Ma tutto questo comunque politicamente dice molto, perché ricostruisce come il Pd acquisisca, conservi e propaghi il potere politico, ad esclusivo interesse dei propri apparati e dei propri clan più o meno personali.

Ora Sergio Blasi è stato letto, con quindicimila preferenze, anzi il più votato della provincia di Lecce, e nel commentare la notizia dell’ indagine si è fatto forte e tranquillo: “Mi auguro che si proceda a una veloce verifica di ciò che sarebbe scritto nell’esposto. Non avendo avuto mai a mio carico alcun sospetto, né macchia, né indagine, né condanna, considero la reputazione e l’onorabilità il mio patrimonio più prezioso. Sul modo in cui sia nata la vicenda dell’esposto, e il conseguente rilievo mediatico che le viene dato, mi sono fatto un’idea, che per il momento credo sia giusto tenere per me. Ma ciò non vuol dire che sarò tollerante nei confronti di chiunque si azzardi, con ogni mezzo, sulla base di notizie da verificare, a coinvolgere la mia persona in racconti o suggestioni infamanti. Alle persone che mi sostengono dico: il risultato elettorale che abbiamo ottenuto ha rotto degli equilibri, ha mandato all’aria i progetti di tante persone, ha suscitato malumori diffusi. Rallegratevene, perché vuol dire che abbiamo fatto qualcosa di importante. E siate pronti a continuare la battaglia per un Pd pulito, che sia una comunità di persone libere che si rispettano e si mettono in gioco per rendere questo territorio un posto migliore in cui vivere”.

Decifrando i messaggi in codice, Sergio Blasi dice due cose: primo, io sono pulito; secondo, è una vendetta di quelli che hanno perso il treno delle regionali, con tutto quello che ne consegue in termini di immagine, di carriera, di potere.

Dal canto suo, secondo Giuseppe Taurino, che comunque, pur dicendosi ugualmente tranquillo e fiducioso, implicitamente ammette il suo, chiamiamolo così, sodalizio politico con Blasi, le assunzioni dell’ Arif avvenivano sempre in primavera. Questa volta, i duecentocinquanta posti assegnati, un po’ precocemente, a febbraio, saranno stati una primavera salentina.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Category: Cronaca

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