IL PROCESSO CONTRO I PRESUNTI RESPONSABILI DEL DISASTRO AMBIENTALE CAUSATO DAL MOSTRO SI FARA’, RINVIATI A GIUDIZIO IN QUARANTAQUATTRO. OLTRE AI FRATELLI RIVA E AL PRESIDENTE FERRANTE, IL SINDACO DI TARANTO EZIO STEFANO DI SEL E SEMPRE DI SEL L’ EX PRESIDENTE DELLA REGIONE PUGLIA NICHI VENDOLA

| 23 Luglio 2015 | 0 Comments

(Rdl)______Era una decisione attesa da mesi, è arrivata da pochi minuti. Il processo per il ‘mostro’ si farà, del disastro ambientale causato dall’ Ilva dovranno rispondere in 44: dai fratelli Fabio e Nicola Riva all’ex governatore della Regione Puglia, Nichi Vendola, dal sindaco di Taranto, Ezio Stefano, all’ex presidente dell’Ilva, Bruno Ferrante, dagli ex direttori dello stabilimento di Taranto, Luigi Capogrosso e Adolfo Buffo, al direttore dell’Arpa Puglia, Giorgio Assennato.

Lo ha appena deciso il gup Wilma Gilli, chiudendo l’ udienza preliminare del processo “Ambiente svenduto”.

L’ ex assessore regionale Lorenzo Nicastro, che aveva chiesto il patteggiamento, è stato prosciolto.

Lo aveva chiesto anche monsignor Marco Gerardo, ex segretario dell’arcivescovo di Taranto, Benigno Luigi Papa: è stato condannato a dieci mesi per favoreggiamento personale.

Già condannato il funzionario dell’Arpa Puglia e consulente della Procura Roberto Primerano: per falso ideologico, concorso in disastro doloso e avvelenamento di acque o sostanze alimentari, ha avuto tre anni e quattro mesi.

Di favoreggiamento personale dovrà rispondere anche l’ ex assessore regionale alla sanità, e attuale consigliere regionale e segretario provinciale del Pd Donato Pentassuglia.

L ‘ex presidente della Provincia di Taranto Gianni Florido del Pd é accusato di concussione per induzione.

Nichi Vendola dovrà rispondere in aula di concussione aggravata in concorso: avrebbe esercitato pressioni sul direttore dell’ agenzia regionale per la protezione ambientale Giorgio Assennato,  affinché ammorbidisse le posizioni da prendere contro le emissioni nocive prodotte dall’Ilva e le consentisse di continuare a produrre senza riduzioni di emissioni inquinanti.

Le agenzie hanno già diffuso una lunghissima dichiarazione autoassolutoria del ex presidente della Regione Puglia, in perfetto stile tardoromantico vendoliano: “Io ho rappresentato, in un territorio colonizzato dai Riva, la politica che non ha preso soldi e non si è piegata. Io ho rappresentato la prima e unica istituzione che ha posto sotto monitoraggio i camini del grande siderurgico e che, con la produzione dei dati dell’inquinamento, ha consentito alla magistratura di procedere nei confronti dell’Ilva: la quale ha inquinato anche nei cinquant’anni precedenti al mio governo, senza che alcuna autorità se ne occupasse. L’unica mia colpa è di aver cercato di costruire un doveroso equilibrio tra diritto alla salute e diritto al lavoro: ma non credo che questo sia un reato“.

La concussione aggravata è contestata a Vendola in concorso con l’ex responsabile Rapporti istituzionali dell’Ilva Girolamo Archinà, l’ex vice presidente di Riva Fire Fabio Riva, l’ex direttore dello stabilimento siderurgico di Taranto Luigi Capogrosso e il legale dell’Ilva Francesco Perli.

Il sindaco di Taranto Ezio Stefano, anch’ egli di “Sinistra ecologia e libertà”, dovrà rispondere di abuso e omissioni in atti d’ufficio; per l’accusa, non si sarebbe adoperato con le necessarie misure per tutelare la salute dei cittadini.

Ancora nell’ottobre 2011, a proposito della questione ambientale, rilasciò a Il Ponte, una rivista edita dal gruppo Ilva stesso, una dichiarazione:

Mi complimento per gli sforzi e i risultati ottenuti da Ilva. Attraverso i recenti dati clinici che ci giungono dalle Asl territoriali, emergono dati confortanti in relazione alle malattie più gravi, patologie che non risultano in aumento, anche grazie al miglioramento dell’ambiente e della qualità dell’aria“.

Bruno Ferrante, 68 anni, è di Lecce. Avviato a una brillante carriera nel ministero degli interni, sotto l’ egida di Francesco Cossiga, diventò ‘famoso’ quando smise i panni del prefetto e passò in politica, candidandosi per il centro sinistra a sindaco di Milano, per quanto poi sconfitto da Letizia Moratti. Da là inizia la nuova vita da imprenditore, con le nomine governative, fino a quella del 2012 a presidente dell’ Ilva.

Il processo comincerà il 30 ottobre.

Il procuratore Franco Sebastio ha così commentato la decisione del gup: ”Sembra, anche se poi dobbiamo leggere le motivazioni, che l’istanza accusatoria portata avanti dal mio ufficio abbia trovato quasi completo accoglimento. Da una parte per noi è un motivo di tranquillità. Siccome noi siamo sempre preoccupati per il fatto di poter commettere errori, sempre dietro l’angolo. Questa prima pronuncia, che va inquadrata nei tempi contenuti e ridotti di un provvedimento di rinvio a giudizio, ci rassicura, ci rasserena.
 A quanto pare errori, quanto meno madornali, non ne abbiamo commessi, fermo restando che ci sarà un approfondimento dibattimentale e poi si andrà alle decisioni di merito”.
 

 

 

Category: Cronaca

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