IL DRAMMA DEI PROFUGHI

| 12 Settembre 2015 | 0 Comments

di Vincenzo Manello______
Con l’immagine sconvolgente del piccolo Aylan tutti abbiamo avuto sbattuto in faccia il dramma dei profughi siriani in fuga dalle loro città e del loro peregrinare per mari e monti, destinazione Germania.
Le posizioni su questo dramma (unito a quelli di altre nazioni da dove si scappa pure per fame) sono piú o meno risapute da quanti leggono questa mia riflessione…uniscono o dividono l’opinione pubblica sull’onda delle emozioni e delle varie opinioni politiche di ciascuno di noi….e su questo,sorvolo.
Ritengo sia preminente porre l’attenzione su quanto accade in Siria e sui riflessi futuri di ciò che potrebbe accadere…, argomento che (generalmente) i media principali evitano di analizzare e sottoporre al loro (numericamente) grande pubblico.
Per non ingenerare timori piú che sacrosanti, visto il pericolo che realmente esiste di un cataclisma militare, politico e sociale di enormi proporzioni.
Oggi, in Siria, la situazione è questa : circa 1/5 del territorio è effettivamente sotto controllo dell’esercito governativo di Bashar al Assad, ma è la parte più popolosa della nazione..la piú produttiva (almeno lo era) e quella con le migliori infrastrutture industriali e sociali.
La capitale Damasco, patrimonio storico dell’umanità, è fortemente a rischio di cadere nelle mani dell’azione congiunta Isis-AlNusra-ribelli (che ne controllano alcuni sobborghi) qualora le linee di difesa governative cedessero.
Sarebbe una ecatombe di militari e civili, basti guardare cosa accade ad Aleppo (ex seconda città piú importante) dove i due fronti di scannano da anni per averne una minima idea.
Un’altra parte della Siria (ancora minore, ma pure densamente popolata) è controllata dal fronte eterogeneo AlNusra-ribelli, all’epoca armato e finanziato dagli Usa e dai paesi europei con la scusa delle “primavere arabe”. Senza il determinante sostegno degli occidentali, dell’Arabia Saudita e degli Emirati sarebbe stato spazzato via già nel 2011 e non ci si ritroverebbe in questa situazione.
Sempre una consistente parte del territorio siriano (ai confini con Turchia ed Iraq) è sotto controllo dei Curdi, spesso alleati degli Assad, la cui fama di combattenti non abbisogna di delucidazioni.
Oggi combattono per la sopravvivenza contro l’Isis (e la Turchia).
Lo Stato Islamico, sorto e dilagato in soli tre anni, controlla gran parte della Siria, risorse energetiche comprese, però con territorio desertico e scarsamente popolato.
A parole, e con qualche bomba sganciata dagli aerei della #coalizionecrociata (con aggiunta di alleati musulmani), lo combatte tutto il mondo…nella realtà si amplia, si pompa (di petrolio e gas) e si prepara all’assalto finale.
So benissimo che, solo a leggere le righe soprastanti, già gira la testa…insomma,s i capisce poco o nulla…io stesso faccio fatica a cercare di spiegare sintetizzando.
Uno sforzo ancora, per favore

Category: Riceviamo e volentieri pubblichiamo

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