NIENTE FACOLTA’ DI AGRARIA A LECCE

| 22 Dicembre 2015 | 1 Comment

(Rdl)______Il parere è vincolante, subordinato agli interessi degli Atenei di Bari e Foggia a non perdere iscritti, e di fatto vanifica tutti gli sforzi fatti da più parti da almeno un anno a questa parte. La notizia è stata riferita dal rettore Vincenzo Zara (nella foto) in mattinata.

Niente facoltà di agraria a Lecce. Il Comitato Universitario regionale di coordinamento che riunisce gli Atenei pugliesi ha respinto la proposta di attivare Scienze agroalimentari e Scienze motorie, vanificando il percorso che si era concretizzato con l’ultima Conferenza di Ateneo dell’ Università del Salento. Secondo il Curc non c’è il numero minimo di docenti per coprire in modo strutturato i vari settori disciplinari.

 

 

Category: Cronaca

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Comments (1)

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  1. Salvatore Arnesano, CGIL - tramite redazione ha detto:

    Deesta in noi sorpresa e amarezza la notizia della bocciatura da parte del CURC della proposta di attivare un Corso di Laurea in Scienze Agroalimentari all’Università del Salento: un’occasione perduta per il nostro territorio e per lo stesso Ateneo.
    Da una parte infatti riteniamo che, per la nostra Università, l’attivazione di un corso di studi strettamente collegato a uno dei settori più importanti dell’economia del territorio sia un’opportunità di crescita e di attrattiva per nuovi iscritti.
    Dall’altra, pensiamo che l’Agroalimentare, per quanto rappresenti un settore importante nel territorio, necessiti di seri e vasti investimenti in Innovazione e Ricerca. Cosa che come abbiamo ribadito più volte, inserendo un capitolo su questo anche nel nostro Piano del Lavoro territoriale.
    In barba ai proclami fatti dai Governi nazionale e regionale, il Salento e il suo Ateneo continuano a essere penalizzati!
    La Cultura, la Ricerca e il Sapere non sono optional ma basi fondanti per la rinascita del nostro territorio dal punto di vista economico e occupazionale. Invece constatiamo, con sconcerto, che le scelte istituzionali vanno da tutt’altra parte, spinte da interessi probabilmente di parte.
    Il risultato è la dispersione delle migliori energie e competenze dei nostri ragazzi e l’inaccessibilità da parte di tante famiglie, che non possono permettersi di mantenere un figlio in un’Università lontana, ai livelli più alti dell’istruzione e della formazione.
    Auspicando che si torni indietro rispetto a questa decisione e che, in ogni caso, l’Ateneo salentino trovi una soluzione per creare condizioni favorevoli all’investimento in ricerca sulle discipline legate all’Agroalimentare, chiediamo un impegno comune alle rappresentanze istituzionali, politiche e sociali del Salento a sostegno di questa causa: si tratta di un progetto che va non nell’interesse non solo dell’Università, ma soprattutto dei nostri giovani da cui dipende il futuro di questo territorio.

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