DIMISSIONI, E TUTTI A CASA

| 1 Aprile 2016 | 0 Comments

di Giuseppe Puppo______

A Fra’, che te serve?”.

Neppure ai tempi peggiori della Prima Repubblica, degli anni Settanta e Ottanta, in cui malcostume, favoritismi e finanziamenti illeciti pubblici e privati erano la triste realtà quotidiana, avevamo assistito a una cosa tanto grave e tanto squallida.

Neppure nei decenni seguenti, in cui pure le leggi “ad personam” sono diventate pratica vergognosa, avevamo toccato un tale fondo. Del barile. Di petrolio.

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Dunque… Un ministro della Repubblica, allo sviluppo economico (di chi? dei suoi amici imprenditori? degli affaristi dell’ alta finanza internazionale?) che si spende e si spande per far fare una legge “ad conviventem”, con cui gli regala (per San Valentino? per l’ anniversario della convivenza? per il compleanno? per Natale? Ah, saperlo…) un affare da milioni di euro.

Un altro ministro della Repubblica, già coinvolta pesantemente nello scandalo di Banca Etruria e in pesantissimo conflitto di interessi – ma questa è un’ altra storia – ai rapporti col Parlamento, che è d’ accordo e non solamente non vigila – per quanto, ci rendiamo conto, che sui conflitti di interessi non è che abbia un pulpito idoneo per fare prediche – ma è d’ accordo e fa passare la norma incriminata.

Sullo sfondo, un presidente del consiglio al servizio dei poteri forti, degli interessi delle multinazionali, dei lobbysti e degli speculatori, contro gli interessi nazionali e popolari, come ripetutamente provato e oramai acclarato, su più fronti, non ultimi quelli che più direttamente ci toccano qui nel Salento e che stanno distruggendo il nostro territorio, o vorrebbero finire di distruggerlo: Ilva, Cerano, gasdotti…Devo continuare?

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Il problema stava comunque a monte. Una come Federica Guidi, la cui famiglia è fra le maggiori esponenti degli imprenditori italiani, non sarebbe mai e poi mai potuta diventare ministro, tanto meno dello sviluppo economico, per tante ragioni che non spiego per non fare un torto all’ intelligenza dei lettori.

Però, ne aggiungo un’ altra: ella è membro della così detta ‘Commissione Trilaterale’, un organismo sovranazionale di politici, dirigenti di multinazionali e banchieri, che promuovere e favorisce ogni genere di affari dell’ alta finanza internazionale.

Che l’ abbia scelta Matteo Renzi, e l’ abbia scelta anzi proprio per questo, ci sta, cioè almeno un senso, dal loro punto di vista, ce l’ ha.

Che l’ abbia nominata il presidente della Repubblica, non ci sta, né in cielo, né in terra.

Ma all’ epoca presidente della Repubblica era Giorgio Napolitano, e allora tutto è chiaro.

Ormai egli è senatore a vita e in terminis non si può dimettere più da nulla.

Ma Matteo Renzi, sì.

Il minimo che potrebbe fare, imitando la Guidi, già fatto, e la Boschi, che dovrebbe seguirla subito a ruota.

Tutti sporchi di petrolio.

Dimissioni, dimissioni subito, e tutti a casa.

Lasciamo al popolo decidere da chi voglia essere governato, e non da Giorgio Napolitano. Nemmeno da Sergio Mattarella.

Elezioni subito: in autunno, in abbinamento col già previsto referendum costituzionale, è una data ragionevole.

Lasciamo al popolo capire e far capire che urgentemente dovremmo aprirci ad un diverso modello di produzione energetica – rinnovabile, etica e di tutti – da contrapporre al modello fossile, oligopolistico, inquinante.

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L’ ultimo lavoro di Pier Paolo Pasolini, il nostro genio profetico lucido e incredibilmente preciso, rimasto incompiuto, a causa della sua morte, quaranta anni fa, parlava – lo descriveva con sbalorditiva, se riletta in questi giorni, premonizione – di un mondo torbido e sporco, un intero sistema politico – affaristico fondato sul losco giri di interessi del neo capitalismo.

Sapete, amici, come si intitola l’ ultimo romanzo, incompiuto, di Pier Paolo Pasolini?

Ci hanno pensato adesso Federica Guidi, Maria Elena Boschi e Matteo Renzi a finirlo.

 

 

 

 

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Category: Costume e società, Cronaca, Cultura, Politica

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