IL TRENO DEI DESIDERI NEI MIEI PENSIERI ALL’ INCONTRARIO VA

| 12 Giugno 2016 | 2 Comments

di Giuseppe Puppo_____ 

Battaglie di retroguardia. Un’ iniziativa promozionale del quotidiano cartaceo locale tesa a far arrivare il treno ad alta velocità proveniente da Milano e diretto a Bari, fino a Lecce, ha continuato per mesi a, come dicono quelli che scrivono bene il politichese, dettare l’ agenda politica. In realtà, un modo come un altro per sviare l’ attenzione dai problemi ben più urgenti e concreti – che certo meriterebbero non solo firme, ma interventi diretti, da parte di tutti – e poi il mezzo per rifarsi una maschera di facciata.

Fino ad oggi, il giorno della vittoria. Abbiamo vinto! Salutate il ritorno del Frecciarossa, nella stazione di Lecce, tre giorni a settimana! Per pagare ancora di più le tariffe già assurde che Trenitalia ha imposto su tutte le tratte, e questa costerà ancora di più! E per risparmiare tre quarti d’ ora di tempo!

Che grande conquista sociale, che salto di qualità, abbiamo fatto oggi!

Comunicazione e marketing, intrapresi “in difesa dal territorio”, da chi prende i soldi dalla Tap, ecomostro dagli effetti dirompenti, e diffonde la menzogna sulla Xylella che copre inconfessabili interessi e terribili speculazioni, per devastare il Salento. Copiata, fra l’ altro, da un’ analoga, quanto inconcludente, iniziativa similare avviata anni fa dallo storico concorrente.

Eccoci, a causa loro, di nuovo tutti col cappello (una coppula, ovvio) in mano, ad elemosinare favori che dovrebbero essere diritti, come quello di trasporti efficienti, con il rumoroso intervento (sempre a scopo di propaganda personale) dei nostri politici di regime, quelli che nel corso degli anni hanno permesso alle Ferrovie dello Stato, in virtù della sciagurata logica delle privatizzazioni e delle aziendalizzazioni, di fare profitti personali, non, come dovrebbe essere, il bene comune.

I nuovi vertici (ex sindacalisti, ex beneficiati della casta) hanno avviato la così detta “alta velocità”, nella maggior parte dei casi per guadagnare qualche manciata di minuti rispetto all’ esistente, sulle tratte commerciali e speculative, fra l’ altro a costi esorbitanti, basta fare il paragone rispetto alle medie europee di simili investimenti: e si capisce, da qualche parte, in qualche modo, i politici di professione dovevano pur essere ripagati, e non c’è modo migliore che gonfiare i conti.

Poi, il far west. Basterà andare in treno, in un giorno qualunque, che so, da Siracusa, a Palermo, da Reggio Calabria a Taranto; o provate a fare i pendolari, sulle rotte quotidiane della fatica che si irradiano intorno a Milano, o Roma; basterà, per capire se in Italia il servizio pubblico, purtroppo gestito dai privati, abbia bisogno delle tratte radical chic alla Diego Della Valle, oppure di umanizzare i trasferimenti quotidiani popolari, o le odissee occasionali famigliari.

Senza andare troppo lontano, basterà poi prendere da Lecce il treno per Gallipoli, o per Gagliano del Capo, per capire che invece di un freccia rossa, avremmo bisogno di rifondare ex novo le Sud- Est, altro centro consolidato di sprechi, inadempienze e ruberie, e rifare tutto daccapo, con archi moderni, decenti e decorosi, se una notte d’ inverno, e pure d’ estate, un viaggiatore dovesse lasciare l’ auto, e avventurarsi in treno sulle rotte salentine.

Ma i pendolari e gli occasionali non possono pagare le decine di euro del prezzo del biglietto delle varie frecce, non sono “commercial”, e allora si possono arrangiare.

Di questo ha bisogno il Salento, nei trasporti, via treno e via pullman, e non solo d’ estate, quando si organizza su strada per due mesi un servizio appena più efficiente.

Non abbiamo bisogno di nessuna freccia, di nessun colore. Da Milano e da Torino i collegamenti ci sono già e già abbastanza cari, per non doverne piatire altri, ancora più cari, a fronte di una mezz’ ora di tempo in meno.

E non abbiamo bisogno di altre strade, o ferrovie, ugualmente inutili e impattanti negativamente sul territorio.

Il Salento il salto di qualità l’ ha già fatto. Grazie una vera e propria rivoluzione, che ha rotto l’ isolamento atavico di secoli e di decenni. Grazie a internet, la vera rivoluzione epocale. E poi, sia pur in maniera minore, ma più concreta, grazie alla Ryanair, da quando ha messo i voli a basso costo che dall’ aeroporto del Salento di Brindisi ci collegano direttamente in tutta Italia e in tutta Europa. Internet e Ryan Air, senza l’ intervento di giornali, e soprattutto, di politici di regime, gli uni dentro gli altri saldati, con i Caltagirone che comandano l’ agenda politica, e i politici che fanno da camerieri – esecutori, sul freccia Rossa, come sulle Olimpiadi.

Poi, più che chiedere elemosine e contentini, i Salentini dovrebbero andare sui campi di ulivi che vogliono sradicare, o sulle spiagge che vogliono perforare, o davanti ai mari che vogliono trivellare, o di fronte a Cerano, o spingersi fino al quartiere Tamburi di Taranto, cioè là dove stanno realmente i pericoli mortali per il nostro territorio e là dove sono le cause di tanti nostri decessi.

E – lo dico da convinto gandhiano quale sono – là dovrebbero andarci non armati di penne, o di frecce, né rosse, né nere, ma della passione, e della lotta di popolo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Category: Costume e società, Cronaca, Politica

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Comments (2)

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  1. Paolo Pagliaro, Forza Italia - tramite redazione ha detto:

    Parlare di successo per la comunità, di diritto finalmente soddisfatto rispetto al Frecciarossa fino a Lecce, è una vera mistificazione della realtà.
    È lodevole l’impegno profuso per questa battaglia, ma è giusto ricordare che hanno solo ripristinato in minima parte qualcosa che già esisteva a servizio del Salento.
    Assistere a questo teatrino di certa politica ha un retrogusto a dir poco stucchevole.
    Dove erano i parlamentari e i rappresentanti del Governo del territorio, quando Vendola approvava il Piano Trasporti nel Marzo 2010, che ha amaramente sacrificato i cittadini salentini?
    Alcuni, come l’on Palese che oggi festeggia, ben avrebbero potuto, da consiglieri regionali, far notare l’esistenza della nostra terra e i suoi diritti.
    Invece, nulla hanno detto o fatto per ragioni meramente elettorali. Non hanno voluto difendere i salentini perché erano in campagna elettorale per le regionali del 2010 e hanno fatto prevalere il timore di scontentare la Terra di Bari, addirittura indossando la sciarpetta bianco-rossa della squadra di calcio , che portò a casa investimenti di più di un miliardo di euro per la stazione di testa dell’alta velocità che si fermerà a Bari.
    Eppure, chiedere che anche a Lecce ci fosse l’alta velocità -quella vera- non avrebbe comportato uno svantaggio per Bari ma solo l’estensione di un sacrosanto diritto.
    Hanno rinnegato il Salento ed oggi si fanno fotografare come se avessero portato a segno un risultato importante. Ci sono politici che da più di vent’anni ricoprono cariche istituzionali, ma per il loro territorio non hanno fatto mai niente. Mai!

  2. Paolo Pagliaro, Forza Italia - tramite redazione ha detto:

    Se il servizio non c’è, non c’è neanche la domanda. La domanda del mercato si produce nel momento in cui l’offerta è già costruita.
    Questa è una regola elementare, globalmente condivisa, e duole constatare che Trenitalia voglia prendersi beffa, per la seconda volta, dei cittadini salentini.
    La società “promette” corse giornaliere del Frecciarossa Milano-Lecce, Lecce- Milano qualora si registri il pienone.
    Come può registrarsi il pienone, se non si predispone un’offerta completa di servizi agli utenti? Siamo alle comiche, se non fosse che non c’è proprio nulla da ridere.
    Peraltro, non ci stanchiamo di sottolineare che il “tutto esaurito” non può esserci se gli orari delle corse sono a dir poco improponibili.
    Ci sorge il dubbio, allora, che si tratti di una strategia della società per non realizzare un diritto sacrosanto, quanto è dovuto alla nostra comunità: fa una promessa, subordinandola ad eventi impossibili (il pienone) perché si pongono condizioni che possono produrre solo effetti in senso contrario (come gli orari disagevoli e tratte solo il fine settimana). Una corsa ad ostacoli che dovrebbe spronare la Giunta regionale ad uno scatto d’orgoglio.
    Il Salento fa schizzare le percentuali del turismo di cui si bea ingiustamente la Puglia d’estate ed una politica seria cercherebbe di lavorare per realizzare il massimo del risultato.
    Sempre ricordando che la vera battaglia per l’alta velocità non è il treno Frecciarossa bensì la tratta ferroviaria che nei progetti di questo governo si fermerà a Bari.

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