SCARICHI DI REFLUI FOGNARI A MARE, MICIDIALE FIGURA DI BEEP A GALLIPOLI. IL CONSIGLIERE REGIONALE CRISTIAN CASILI ACCUSA IL PRSIDENTE MICHELE EMILIANO

| 13 Agosto 2017 | 0 Comments

(e.l)______Un’ ampia macchia marrone, sul litorale nord di Gallipoli, proprio alla vigilia del Ferragosto con duecentomila ospiti. Tratto di Torre Sabea interdetto alla balneazione, e figura di BEEP – è proprio il caso di dirlo – in una zona tanto osannata, dal turismo, ma dal fondale rovinato dagli scarichi del depuratore.

Ieri, il rapporto di ‘Goletta Verde’, che certifica i mari della Puglia tra i più puliti d’Italia, pur manifestando ancora delle forti criticità sull’impatto dei reflui scaricati in mare.

Sempre ieri, una nota del consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Cristian Casili, il quale sottolineava “il nodo irrisolto è ancora quello dei reflui fognari, su cui la Puglia e il Salento sono ancora indietro”.

E così spiegava e commentava la questione: “Sul loro riutilizzo in Puglia sono stati destinati investimenti milionari, eppure ancora mancano le cantierizzazioni, con conseguenti malfunzionamenti degli impianti di depurazione, effetti negativi sul turismo e sull’agricoltura, i due settori che trarrebbero i principali benefici dal riutilizzo delle acque reflue. Sul riutilizzo dei reflui fognari la Regione tergiversa, il risultato è ancora una volta un’estate con le nostre coste piene di turisti ma con depuratori malfunzionanti.

Serve un piano di gestione delle acque che coinvolga tutti gli attori della filiera, dai produttori che sono i 4 milioni di cittadini pugliesi che producono circa 280 milioni di metri cubi di refluo, ai consumatori finali, che sono gli agricoltori che riceverebbero le acque opportunamente depurate e affinate per l’irrigazione dei campi. Ma senza una programmazione che parta dall’ammodernamento della rete irrigua, coinvolgendo soprattutto le reti dei consorzi di bonifica, è inutile prendere in giro la gente.

Una cosa è certa, se vogliamo garantire la salubrità delle nostre coste ai residenti e ai turisti che decidono di visitarci, si deve procedere quanto prima a calendarizzare le opere sulla rete fognaria e sui depuratori. Comuni come Nardò, Gallipoli, Porto Cesareo, Tricase e Leuca non possono più assistere ai proclami senza seguito. La lentezza delle procedure hanno come conseguenza il malfunzionamento degli impianti: tutti i 187 impianti di depurazione pugliesi, di cui 37 in provincia di Lecce, in questi anni hanno fatto registrare problemi di funzionamento e di inadeguatezza. Nonostante, dal 2013 ad oggi, la Puglia abbia speso la bellezza di 530 milioni di euro sui complessivi 722 milioni a disposizione per mettere a norma e potenziare i depuratori e le reti fognarie. Inoltre ci sono ancora tre Comuni, ovvero Porto Cesareo, Taviano e Carovigno, che sono sottoposti dal 2012 a procedura di infrazione europea.

Sono stato promotore del riuso delle acque reflue, del recupero delle cave dismesse per il riutilizzo delle acque affinate da destinare a vari usi, tra cui il verde pubblico o quello agricolo. Grazie ad una mia posta finanziaria di 100 mila in assestamento di bilancio sono stati selezionati e finanziati quattro progetti pilota per lo studio  di quattro cave dismesse e il loro riutilizzo come biolaghi; alcuni comuni salentini come Gallipoli che deve bloccare lo scarico a mare sul litorale di Torre Sabea della piattaforma consortile di via Scalelle, potrebbe utilizzare le sue cave dismesse come bacini di lagunaggio e ulteriore affinamento per recuperarle poi per usi civili e per scopi irrigui. Gli interventi necessari sono tanti questa Regione non può più aspettare”.

Oggi, la notizia del mezzo disastro di Gallipoli, e poco fa, in serata, via Facebook, una pesante nota di Casili: “Quanta retorica sui depuratori e quante chiacchiere!  Sono due anni che insisto nel far partire velocemente i lavori di potenziamento dei depuratori pugliesi spingendo verso il riuso dei reflui.
Ed è notizia di questa mattina che il depuratore di Gallipoli ha sversato reflui nauseabondi sulla costa facendo indignare gli operatori turistici, i bagnanti e i vacanzieri. 
Io le mie proposte le ho fatte e le ho depositate in Commissione e in Consiglio regionale.
Chiudere il ciclo delle acque è possibile ma serve la volontà politica, se Emiliano e il PD si decidessero a darsi una mossa forse non faremmo queste figure di cacca, giusto per restare in tema”.

 

 

 

 

 

 

Category: Cronaca, Politica

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