LIBRI CULT / ‘UN AMORE’ DI DINO BUZZATI…RECENSIONE, O, MEGLIO, RIFLESSIONI INTORNO A UN AUTORE

| 19 Agosto 2017 | 0 Comments

di Raffaele Polo______ Ho sul mio comodino, da sempre, i libri che significano qualcosa, nella mia vita. E, tra questi, non manca mai un libro di Dino Buzzati. Scrittore al quale, sin dagli anni Sessanta, ho dedicato la mia frequentazione di lettore accanito. Quando andavo al Liceo, a volte marinavo la scuola. E andavo alla Biblioteca Caracciolo [a Lecce – n.d.r], chiedevo in prestito un libro e trascorrevo il tempo immerso in lettura, in quella sala circondata dagli alti balconi di legno, carichi di pubblicazioni. Quel libro era, ogni volta, “Il crollo della Baliverna” e comprendeva alcuni tra i meglio riusciti racconti di Dino Buzzati. In viaggio di notte, tra Lecce e Roma, dove facevo il militare, lessi tutto d’un fiato”Poema a fumetti” e mi commossi talmente che mi venne da piangere, ma era scuro nello scompartimento, e non se ne accorse nessuno.

E “Un amore” è stato (ed è) il libro che più mi ha formato, soprattutto in quel periodo che è così difficile, nel passaggio tra l’adolescenza e la maturità, dove gli occhi con cui vediamo le donne non sono veritieri e vengono sopraffatti dal desiderio e dalla fantasia. Ho scritto un racconto (“Via Buzzati”) che è il mio omaggio allo scrittore, in cui mi identifico nelle esitazioni e nelle sconfitte. E leggo “Il mantello” quando mi invitano a qualche kermesse letteraria nella quale bisogna definire e leggere il proprio scritto preferito. Ho cercato (e trovato) l’edizione originale de “I miracoli della Val Morel” quando questo libro era veramente introvabile.

L’ho trovato in una biblioteca di Parigi…. Di “Un amore” ho anche l’edizione in inglese (A love affair) e, se non bastasse, tutte le ristampe italiane con copertine diverse. Non dico altro, vi invito solo a leggere questo libro struggente che mi ha formato e mi fa parlare e scrivere proprio in questo modo. E, mentre scrivo, accanto a me, sul muro, è incorniciata la foto con dedica di Dino Buzzati.

È scolorita (risale al 3 novembre 1969) e l’inchiostro del pennarello con cui è scritta la dedica sulla foto in bianco e nero è praticamente scomparso.

Ma la lettera di accompagnamento si legge ancora. “Caro Raffaele Polo, ti ringrazio delle parole così lusinghiere, troppo lusinghiere, anzi. Io non sono Morandi o Celentano, non dispongo di belle fotografie. Comunque ecco la mia brutta faccia dell’estate scorsa. Coi più cordiali saluti Dino Buzzati”. Capito, capito perchè adesso ho un nodo in gola e mi viene da piangere, meno male che non mi vede nessuno, a 65 anni fa ridere un uomo che piange ricordando la propria giovinezza, i propri amori, Laide, Laide, dove sei?”.

 

 

Category: Cultura, Libri

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