UNA TENERA STORIA NEL BELLOLUOGO / LA MICRO-PALUDE RUBA IL PALLONE AL PETIT ALEX

| 12 Ottobre 2017 | 0 Comments

di Annibale Gagliani______

“Non c’è niente di più triste di un pallone sgonfio…”. Quel colosso da Carosello del football mondiale, che una magniloquente penna, firmata Gianni Brera, definì il “Leopardi del calcio”, si espresse in maniera chiara e mai banale. O’ Rey Pelé verba, i suoi lucenti piedi scripta.

Che cosa può esserci di più triste di un pallone sgonfio? Cogitate attentamente poiché la risposta non è di facile lettura. Facciamo così, ottimizziamo i tempi, la risposta ve la suggerisco io: di più triste di un pallone sgonfio, vi è un pallone impantanato nella melma.

Giovedì 5 maggio 2016, ore 15:07, Alex finisce il solito piatto intenso di ceci e tagliatelle, e fregando l’attenzione imperterrita della sua mammina (sempre pronta a rammentargli i compiti pomeridiani), sfreccia con l’inseparabile pallone (rigorosamente della Juventus) verso i prati festosi del Belloluogo. Ogni volta che percorre il viale frastagliato di quel parco, che odora di emancipazione e passioni straniere, il riccioluto bomber di quarta elementare si prende un eccitante spavento ammirando il Cimitero Monumentale di Lecce.

Ma poi si ricorda di essere un ometto: fa un respiro profondo, si lancia in contropiede verso il centro della flora sfavillante e dribbla cani o giostre con le orecchie piene di Sandro Piccinini. Qui dobbiamo ammettere che lu sandru si sente un Paulo Dybala salentino, anche lui con gli occhi azzurro fiammante e una statura da pocket lighting. Certo la maglia che ha sulle spalle è un dono sofferto di nonno Enzo, un cimelio da collezione della prima apparizione in serie A del Lecce, tutta strappata e impregnata di sudore, ma giallorossa come il primo dì.

Si alza i pantaloni e arriva fino in fondo allo spazio naturale senza ombra laconica di fiatone, guarda fugacemente la torretta antica che veglia acriticamente il Belloluogo intero, e poi calcia diritto con tutta la forza che conserva nel gracile corpo: gooooool!

Sente l’eco scrosciante dei quarantaduemila dello Stadium ronzargli nella mente, ma d’un tratto stropiccia gli occhioni: lu pallone se è persu!

Cadde ai piedi della torretta che inerme non poteva di certo aiutare il bomberino di Santa Rosa. Il pallone tanto amato, ricevuto in regalo dal burbero babbo per il decimo compleanno e piacevolmente scalciato fino alla nausea, era caduto in un posticino invalicabile.

Trattasi di una micro-palude stagliata sotto la somma torretta all’epilogo del parco giocoso. Melma smeraldo, in essa oggetti di antiquariato a iosa e delle barriere protettive di dubbia utilità. Alex ci ha provato a prenderlo, perché gli hanno sempre insegnati fin da pargolo che arrendersi non è da uomini veri, e anche se quel tondo scrigno di sogni affondava nel marciume lui immaginava una soluzione per riprenderselo.

Fece buio, si udiva incontrollata la sirena paurosa del cimitero e intanto la madre del fulmine dai riccioli d’oro corse a cercarlo col cuore in gola. Quella donna così grande e dallo sguardo unico come il suo lo abbraccio con enorme sollievo, ma fu sfiorata dalle dolci rugiade del figlioletto, che piangeva per la perdita di un amico insostituibile.

E se Alex si fosse incaponito e magari scendendo verso il verde lago fosse scivolato? Non pensiamoci va.

La mamma pensò bene di custodire un salvadanaio segreto per racimolare ben presto quelle trenta euro utili all’acquisto del pallone ufficiale della finale di Champions League che si giocherà a Milano tra pochi giorni. Il giorno del suo undicesimo compleanno Alex scarto quel tondo regalo, il più bello del mondo a suo parere, però fece una mezza smorfia (per il fatto che la sua Juventus non avesse giocato la finale con quel pallone), ma sfrecciò spedito verso il centro di Lecce.

Arrivato a Piazza Sant’Oronzo si apprestò a palleggiare davanti l’impenetrabile portone del Comune. Aspettò per ore e ore dilettandosi tra giri del mondo e magie da funambolo, fino a quando uscì dall’atrio che profumava di cera lacca il sindaco Carlo Salvemini.

Alex gli si avvicinò sbattendo gli occhioni talmente forte da provocare un moto di tramontana e dopo mezzo minuto di timida suspense sussurrò al primo cittadino poche, ma fiere parole: “Caro sindaco, voglio continuare a giocare a calcio assieme ai miei amici al Belloluogo, senza il rischio di perdere un altro pallone, perché mamma si è fatta prestare i soldi dalla zia per comprarmene uno nuovo… poi magari l’estate prossima, quando cominceranno i mondiali di Russia, vorrei passare le mie ore libere dalla scuola con il nonno, sempre al parco ovviamente, ma non vorrei che gli insetti cattivi gli provochino una brutta tosse, sa ha l’asma lui… comunque di verde smeraldo vorremmo vedere solo il grandissimo prato con tutti quei bei fiori che state piantando, ma il lago melmoso e cattivo che rovina la torretta non lo voglio più vedere, perché si è portato via il mio primo migliore amico…” .

Il Belloluogo è un inconsapevole tesoro di tutti i leccesi e dei suoi ospiti. Universitari assonnati ci studiano, mamme vorticose ci vanno a correre, innamorati assorti si preparano a fare l’amore e piccoli fulmini ci giocano a pallone, perciò potete comprendere come quei metri e metri di distesa paludosa rappresentano un problema da risolvere in breve termine. L’estate non tarderà ad arrivare, l’aria sarà rovente e insensibile. Perlomeno evitiamo in rischio di insetti indesiderati e malattie inaspettate.

BELLOluogo, lo dice il nome stesso, che rappresenta una garanzia, per cui preserviamo la sua docile bellezza…

Dipinti col verde smeraldo lasciamo solo la flora poetica e l’inestimabile speranza di un futuro migliore.

Penso al quel grande poeta che fu Giuseppe Ungaretti e a tutti i suoi scritti, quando libero da impegni di sorta mi distendo sul manto pungente delle mie divagazioni:

Sereno

Dopo tanta

nebbia

a una

a una

si svelano

le stelle

 

Respiro

il fresco

che mi lascia

il colore del cielo

 

Mi riconosco

immagine

passeggera

 

Presa in un giro

Immortale

Giuseppe Ungaretti

 

Category: Cronaca, Cultura

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