A.D. 1683, IL VESCOVO A MELENDUGNO. LA RICOSTRUZIONE STORICA NEL SAGGIO DI ORONZO MAZZEO SABATO 24

| 22 Febbraio 2018 | 0 Comments

di Raffaele Polo______

Ce lo ha insegnato Leonardo Sciascia, nelle sue ‘Cronachette’ a saper cogliere un senso, una morale anche da avvenimenti di microcronaca culturale che non hanno un elevato rilievo , ma servono a ricostruire e consolidare i percorsi della nostra storia, offrendoci scorci plausibili di ricerca e civiltà.

È il caso di questo ‘Dall’Urna della Storia’, con sottotitolo ‘Melendugno 1683’ (Officine Grafiche, Nardò)che viene presentato in questi giorni e sottolinea il certosino impegno di Oronzo Mazzeo nel proporre uno spaccato interessante e ricco di addentellati, che prende le mosse dalla visita pastorale del Vescovo Michele Pignatelli alla chiesa ‘Maria Santissima Assunta’ in Melendugno, retta dall’allora parroco Serafino Potì, che racconta in un corposo manoscritto latino questo avvenimento.

Il periodo è certamente complesso, le incursioni dei saraceni sono sempre all’ordine del giorno e la comunità melendugnese, assieme a tutto il tratto di mare antistante, vive nell’apprensione e nel timore.

Il libro di Mazzeo trova spunto proprio dalla ordinata rassegna di fatti, persone ed edifici che viene sollecitata dal Vescovo, stimolando la curiosità storica sui mille rivoletti di cronache desuete e poco conosciute, per completare un accattivante affresco di memorie e ‘res gestae’ che, altrimenti, sarebbero rimaste nel dimenticatoio.

“Il resoconto della visita pastorale è arricchito da alcuni documenti dal contenuto religioso, politico ed economico e da inventari sui beni legati ad altari e Confraternite” spiega l’autore. Che aggiunge: ”Sono interessanti le ultime pagine del manoscritto, in italiano infarcito da terminologie dialettali. Ho cercato, comunque, dopo la traduzione in latino classico di un testo difficoltoso, di mettere in risalto le novità linguistiche latine in un’area periferica di Roma e la progressiva trasformazione in lingua italiana. L’intento è quello di offrire un quadro sulla vita cittadina e sociale della fine del secolo XVII, con notizie su Melendugno, sui Paladini- D’Afflitto e sui tre Pignatelli”.

Il merito del bravo storico Mazzeo, degno emulo di Tacito, è proprio quello di non indulgere più di tanto nelle considerazioni personali, offrendo una piacevole e verosimile istantanea della realtà secentesca del borgo salentino e della sua chiesa principale, non ancora ampliata, ma presente con un’unica navata e senza le aggiunte posteriori.

Ricco di date, nomi e descrizioni di antichi documenti, il testo si fa piacevolmente leggere anche da chi non è particolarmente attratto dalla prosa ‘storica’. Cronache che, sovente, paiono leggende e non mancano di incuriosire, soprattutto perché così lontane nel tempo, testimoni di una realtà difficilmente immaginabile, al giorno d’oggi.

Presentazione ufficiale sabato 24 febbraio proprio nella chiesa madre di Melendugno (nella foto). Oltre l’autore, l’analisi del testo è del professor Giovanni Spedicati.

Category: Cultura, Eventi, Libri

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