LECCECRONACHE / GRAFFITISMO ALLA LECCESE

| 23 Aprile 2018 | 0 Comments

di Raffaele Polo______

‘Il cecchino paziente’ di Artur Perez Revert è un romanzo dedicato ai writers, ovvero ai ‘graffitari’, come vengono definiti da noi, con appellativo meno nobile, i giovanotti che istoriano con bombolette e acrilici soprattutto i monumenti della città…

Avere l’onore di essere protagonisti di una storia del più letto tra i romanzieri contemporanei d’avventura (e non solo) è certamente indicativo di un fenomeno che anche da noi, a Lecce, si avverte in dosi sempre crescenti.

Distinguiamo, anzitutto, l’opera dei ‘writers’ dagli estensori di semplici scritte sui muri. Anche in questa, per molti, inqualificabile operazione, c’è il senso dell’Arte. E, appunto, ‘Arte di strada’ è definita quella più complessa e curata opera che coinvolge interi palazzi e manti stradali, creando sovente effetti incredibili e di grande rilievo.

No. I ‘writers’ hanno ben fissa l’idea che i loro lavori, debitamente firmati, debbano emergere sui simboli della società contemporanea, in una sorta di appropriazione colorata di imprendibili fortezze erette dall’uomo nell’illusorio tentativo di autocompiacersi…

Così la pensano i paladini di questo mezzo di protesta che non si fermano davanti a nulla, rischiando spesso la vita per il piacere di realizzare le proprie opere in termini di estrema difficoltà.

Immaginate, ad esempio, se i ‘writers’ riuscissero a colorare o ‘firmare’ in bellavista un pezzo del campanile del Vescovado. Oppure la facciata di Santa Croce… In questo contesto, soprattutto in Spagna e nell’America latina, sono perseguitati ferocemente dalle forze dell’ordine, pronte a tutto pur di evitare questi sacrilegi…

A Lecce no, non si arriva a questo: ma è bello vedere le ‘littorine’ della Sud Est che sono variopinte e affrescate con mille simbologie… E i sottopassaggi, qualche muro, i cartelloni del centro e le pareti esterne delle scuole non lesinano certo di esporre i colorati manufatti…

Per la verità, da noi il fenomeno è ancora limitato. Sarà per i costi delle bombolette o per un non ancora sviluppato spirito di emulazione, oppure per l’intrinseca difficoltà a gestire un grande spazio a disposizione, fatto sta che siamo ancora ai semplici graffiti senza colore e fantasia. Si sprecano, ancora, le invettive contro il Bari e le lamentazioni personali per un amore terminato…. E poi gli immancabili ‘No Tap’ che sono veramente dappertutto.

Ma l’Arte, l’Arte di strada, non la vediamo.

E anche i nostri vigili urbani, polizia e carabinieri sono più tranquilli.

Ci mancherebbe anche questo, crediamo che pensino.

E si finge di non vedere il ragazzino con la bomboletta che scrive, con grande concentrazione ‘Abasso la Juve’ con una ‘b’.

Magari si scrive con due ‘b’. O no?

Category: Costume e società, Cronaca, Cultura

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