LECCE VISTA DAGLI SCRITTORI CONTEMPORANEI / 9 – GIOVANNI POLO, PIGOLO INVANO DIALETTALE

| 8 Giugno 2018 | 0 Comments

di Raffaele Polo______

“ Presi il mio nome, lo scomposi. Strano./ Provando e riprovando, la sentenza./ Il mio anagramma fu : Pigolo invano”.

Partiamo da questo ‘gioco di pazienza’ che suggeriamo comunque a tutti coloro che credono nella magia delle parole: anagrammando il proprio nome e cognome dovrebbe venir fuori l’aspetto più vero del nostro essere…

E per Giovanni Polo, questo ‘pigolo invano’ rispecchia perfettamente il senso della sua poetica, intrisa di pessimismo ma, anche, di voglia di cantare gli aspetti più interiori di una esistenza che crede, nonostante tutto, all’idea di una elevazione dell’Uomo Poeta, destinata a lasciare traccia…

Magari solo un’orma che le onde avverse cancelleranno. Ma è indispensabile lasciarla, questa testimonianza. Magari in dialetto, come ha fatto Giovanni che, ad un certo punto della sua esistenza, decide di comporre solo in dialetto salentino. La sua decisione viene dalla scoperta dei ‘classici’ poeti leccesi, in particolare De Dominicis; proprio a lui è dedicata una delle più belle composizioni dialettali, ‘Cantu maru’, che così si conclude: ‘…Comu decisti Tie, esse de l’arma/ ‘na uce de speranza e de dulore/ ca se perde luntanu… alla campagna,/ “nu cantu maru c’allu ientu more”’. Ma anche la poesia del Bozzi, del D’Amelio e quella dei ‘Fiuri senza ‘ndore’ di Arturo Leva, oltre che l’amicizia con Rocco Cataldi e la grande stima per Nicola G. De Donno, hanno fatto il resto. Polo riesce a trasportare i temi più congeniali della sua ‘vis poetica’ in un dialetto che si presta molto bene a quel particolare spleen, fatto di eterna attesa, insoddisfazione, agnosticismo. Ma anche speranza, fede nei valori, voglia di riscatto e di riaffermazione.

Il dialetto leccese, come tramite fra un passato ricco di spunti e tradizioni perdute e un presente di ignorante indifferenza, di asettica ‘modernità’, finisce per essere quasi un incentivo a poetare, a puntualizzare e connotare spunti reputati altrimenti poco allettanti se affrontati in lingua.

Nella raccolta, pubblicata nel 2001 a cura dell’Accademia salentina delle lettere, dal titolo ‘L’ora che passa’, sono raccolte alcune delle sue poesie più significative. È di qualche anno prima il volumetto ‘Poesia in bianco e nero’ che raccoglie anche la produzione grafica, di ottima fattura, di Giovanni.

Scomparso nel 2007, Giovanni testimonia la sua predilezione per la città di Lecce, tra le altre cose, con questi splendidi versi:

Auta rusce la parma e cu llu ièntu

stròleca sempre. Lecce… na palòra,

nu caru nume ca se squàgghia a mmucca

tuce, a’lle rìcchie, comu rùsciu t’acqua.

 

Ntìche caràsse, chiàppari fiuriti…

e le muràje scàrranu. Su’ piezzi

o uèssi de gicànti spriculàti?

 

Quista ète Lecce, ca de notte, quandu

nu rreèscu cu ddòrmu, pàrmu pàrmu

àu camenandu comu nnamuratu.

 

Ogni anno, a Natale, esce un fascicolo, a cura dell’Associazione dei Pupari salentini. Nella copertina, è riportata la poesia di Giovanni Polo, dedicata proprio ai pupari. É diventata una consuetudine imperdibile, un omaggio al ricordo di questo poeta che aveva Lecce e il Salento nel cuore.

Lu pupàru

Ìa fatte tante cose… e, suspirandu

-Dòppu tanta fatìa – disse – Su’straccu-

e se ssettàu. Poi ntòrna, nfannisciàndu:

-Però nna cosa me scerrài cu ffàzzu! –

 

Dittu fattu pigghiàu, d’intra nnu vasu

la terra. La muddhàu. Ibbe la crita.

Fice nnu pupu e, rittu intra ‘llu nasu

fiàtandu forte, nci feccàu la vita.

 

E quiddhu, amici mei, fose lu primu

de tanti pupi ca facìmu ncòra

cu nna sustanza mùceta: la crita.

 

Arte perèddha? Forsi. Mac nu’ccrìu

ca bbu scurdàti, gròlia rànde, ntica,

ca lu primu pupàru… è statu Dìu!______

9 – Continua______

LA RICERCA nei nostri precedenti articoli della rassegna (stanno nel nostro archivio, accessibile dalla home page, digitando anche semplicemente  nome e cognome che interessa nel riquadro ‘CERCA’ a destra sotto la testata)

1 – ERNESTO ALVINO, 13 aprile

2 – ENRICO BOZZI, 20 aprile

3 – RINA DURANTE, 27 aprile

4 – SALVATORE BRUNO, 4 maggio

5 – CLAUDIA RUGGERI, 11 maggio

6 – ANTONIO VERRI, 18 maggio

7 – SALVATORE TOMA, 25 maggio

8 – RAFFALE PROTOPAPA, 1 giugno

 

 

Category: Cronaca, Cultura

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