IN UN CLIMA DI PALPABILE COMMOZIONE RECIPROCA, IVAN RAGANATO HA INCONTRATO OGGI A LECCE ANTONIO PAIANO, ALLA VIGILIA DELLO SPETTACOLO CHE MARTEDI’ 4 DICEMBRE FARA’ RIVIVERE CARLOTTA, LA DEA TRANS. IL RESOCONTO DI leccecronaca.it – LE FOTO INEDITE

| 27 Novembre 2018 | 1 Comment

di Maria Antonietta Vacca______

Ad una settimana dal debutto nazionale al teatro Apollo di Lecce, la sera di martedì 4 dicembre, dello spettacolo teatrale “La Dea Trans”, il regista Ivan Raganato, che in scena interpreta anche il ruolo da protagonista, ha incontrato Antonio Paiano, fratello di Carlotta e depositario del suo infinito bagaglio culturale e umano. Un’ eredità intellettuale preziosa, che la Dea ha lasciato.

E’ stato un incontro per tanti versi memorabile.

leccecronaca.it era presente, per raccontarvelo.

L’ arte, di cui il Teatro è espressione massima, libera, purifica, eleva.

In un’atmosfera di cordialità, prima, e di vera e propria commozione, poi, il fratello ha voluto sapere dello spettacolo in anteprima; l’attore e regista si è misurato invece per la sua interpretazione con tanti particolari inediti e significativi, che gli saranno utilissimi per meglio far rivivere Carlotta nella trasfigurazione teatrale.

A questo proposito, uno dei grandi rimpianti di Antonio è proprio quello di non aver ritrovato nessuna delle poesie scritte da Carlotta, che verosimilmente saranno rimaste nelle due splendide case del capoluogo toscano che hanno visto tutto lo splendore, ma anche i momenti di intima riflessione.

Antonio poi si è presenta all’appuntamento con un regalo inatteso: un album pieno zeppo di foto di famiglia che ritraggono Carletto da bimbo prima, da promessa della danza poi ed infine ci mostrano i primi accenni del cambiamento che lo porteranno a diventare Carlotta, la Dea.

In un plico a parte delle foto che ritraggono in tutta la sua sfavillante bellezza una Carlotta nel massimo dello splendore, fiera ed e elegante, altezzosa e accattivante, donna!

 

 

 

Un tesoro prezioso, che Antonio custodisce gelosamente assieme ai ricordi pulsanti, fervidi e nitidi.

Ricordi che ha voluto condividere con Ivan Raganato, e lo ha fatto con la generosità di chi vuole veicolare tanta bellezza, tanta autenticità e originalità e, soprattutto, la sua verità.

L’unica possibile, considerando la vicinanza non solo parentale che lo lega alla vita, alle avventure e disavventure, agli amori e ai dissapori, all’animo sensibile e travagliato.

Fra le altre cose, Antonio ha raccontato  la anacronistica e anticonformista volontà ferrea delle zie di proteggere la natura di Carletto, di preservare la sua sensibilità e assecondare il suo lato fortemente artistico e la propensione al culto della Bellezza.

Lo iscrivono di nascosto ad una scuola di danza, gli permettono nella loro casa di vivere le sue passioni. Antonio, nonostante più piccolo di qualche anno diviene il suo angelo custode, lo protegge lo difende lo spalleggia, a volte senza neppure spiegare il suo legame con Carletto; successivamente, diviene il suo consigliere, il Grillo parlante, il legame con la realtà.

A volte resta inascoltato, ma resta. Sempre!

Il papà e la mamma di Carlotta, seppur nell’esplicare il loro ruolo genitoriale, non violentano mai la natura e la sensibilità di Carletto. Il tentativo di comprenderne le problematiche restano relegate appunto in quel ruolo quasi come doverose. Ma, con l’aiuto e il supporto delle zie e delloo stesso Antonio, l’accettazione della metamorfosi di Carlotta diviene anche per loro un processo del tutto naturale.

Dopo un saggio, del quale i genitori vengono a conoscenza solo attraverso i giornali, a Carletto viene proposto di trasferirsi a Roma in quanto promessa della danza.

Un piccolo incidente al ginocchio lo costringe ad un riposo forzato.

Dopo la convalescenza anziché tornare a Roma si trasferisce a Firenze. E qui la crisalide comincia a trasformarsi in farfalla.

Dai racconti di Antonio, che pare un fiume in piena, ci si rende poi conto soprattutto del fatto che Carlotta ha avuto la grande fortuna di avere una famiglia presente, sempre. Comunque.

Passano così tre ore in cui gli aneddoti, le curiosità, i risvolti, le confidenze che Antonio regala ci avvolgono in un turbinio di sentimenti: dolcezza, tenerezza, rimpianto, compassione, ammirazione, comprensione. Una vita vissuta così, esattamente come desiderava viverla. Con una famiglia che ha sempre rispettato la sua volontà, persino l’ultima di vivere con discrezione il proprio dolore, la malattia, il tramonto di una Stella.

 

Category: Cronaca, Cultura, Eventi

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Comments (1)

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  1. EMILY DE SALVE ha detto:

    bellissimo articolo che ho letto con commozione.conservo ancora gelosamente degli splendidi orecchini in pietre naturali che mi regalo’ carlotta anni fa ed io ricambiai con dei cd di musiche per balletto vista la sua passione per la danza classica.mi dispiace che sia andata cosi ma si sa la vita di una transgender non e’ facile,tutt’oggi lotto contro i pregiudizi della gente essendo una cantante lirica poi la societa’ si chiede come mai una transgender finisca su un marciapiede.iniziate ad aprire i vostri cuori e le vostre menti e smettetela di puntare sempre il dito.ciao carlotta nessuno ti dimentica.Emily de salve baritono.

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