“I can’t breathe”, IL MALE AMERICANO

| 31 Maggio 2020 | 0 Comments

(g.p.)______La rabbia è violenta, ora viene giù come una valanga.

Live sulla Cnn, fanno impressione le varie finestre televisive aperte in diretta dalle città, sotto il  sommario che recita: fuoco e furia si diffondono negli Stati Uniti.

Nella foto (fra le tante drammatiche, ne abbiamo scelta una meno violenta) la cronista di Wave 3 News, una stazione televisiva di Louisville, in Kentucky, che riferisce degli spari della Polizia contro  di lei, al lavoro per documentare quanto stava accedendo, dopo che le immagini avevano ripreso in diretta l’ “incidente”.

Siamo ormai al quinto giorno di protesta dopo la morte a Minneapolis di un uomo di colore, di 46 anni, George Floyd, che aveva sul collo il ginocchio di un poliziotto bianco.

C’è una terza vittima, un giovane manifestante, nel centro della città di Indianapolis, che si aggiunge alle altre due dei giorni precedenti, in questa ultima notte di fuoco che ha sconvolto gli Stati Uniti d’America sull’orlo di una nuova guerra civile, con decine di migliaia di manifestanti in strada in tutto in Paese.

Decine di città coinvolte, con gli stessi slogan: ‘No justice, no peace’ (nessuna pace senza giustizia) e ‘I can’t breathe’, non riesco a respirare, la frase pronunciata da George Floys, la circostanze che ha innescato la rivolta.

Ci sono almeno altri tre feriti gravi, fra i quali un agente di polizia accoltellato al collo, ma è impossibile tenere il conto del numero dei feriti.

Sono circa mille e quattrocento le persone arrestate finora fra i dimostranti, in diciassette città diverse, e attualmente in prigione.

In venticinque grandi città è stato decretato il coprifuoco, dopo una nuova ondata di dimostrazioni, devastazioni, incendi di interi edifici, e saccheggi, negozi e caserme di polizia comprese, che si sono verificati pure a Washington e fin sotto la Casa Bianca, protetta militarmente dalla Guardia Nazionale, e con l’esercito schierato in altre città.

Scene analoghe in molti quartieri di New York, dove un mezzo della Polizia, circondato da  alcuni dimostranti, si è fatto largo travolgendoli.

A Minneapolis, epicentro della rivolta, sono state bloccate le autostrade che conducono in città per evitare l’arrivo  di altri dimostranti dalle zone limitrofe.

Il presidente Donald Trump continua a parlare semplicemente di “anarchici e saccheggiatori”, senza un minimo sforzo di analisi intelligente della situazione, che può seriamente sfuggirgli di mano: “Non permetterò a una folla arrabbiata di dominare, sono determinato a proteggere la democrazia e lo stato di diritto”.

Forse dovrebbe cominciare a chiedersi perché la “folla” è “arrabbiata”, e la questione razziale è solamente la prima, più immediata e più superficiale delle spiegazioni.

In realtà è la Storia di secoli, a cominciare dallo sterminio sistematico degli Indiani nativi, fino ai massacri bellici degli ultimi decenni, che ora presenta il conto nei suoi nodi irrisolti agli Stati Uniti nati, cresciuti e pasciuti sulle sopraffazioni, sulle devastazioni, sui profitti disumani e sulle devastanti  ingiustizie sociali.______

L’APPROFONDIMENTO nel nostro articolo di ieri

ESPLODONO LE VIOLENZE, GLI USA SULL’ORLO DI UNA NUOVA GUERRA CIVILE / IL MALE AMERICANO

 

 

 

Category: Cronaca

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