LA GEOGRAFIA INTERIORE NELLE OPERE DI LUCY GHIONNA, IN MOSTRA A LECCE

| 4 Giugno 2021 | 0 Comments

di Raffaele Polo______

Con una coloratissima esposizione di quadri, si apre venerdì 4 giugno alle ore 19.00 la rassegna “Sul Filo di una Storia”. Ad esporre è Lucy Ghionna (nella foto), in un momento culturale organizzato da ‘Le Ali di Pandora’, in via San Massimiliano Kolbe, a Lecce. Ma non solo pittura per questa iniziativa: infatti, nel corso serata, si apre un vero e proprio reading a tema: “Raccontami la tua storia”.

La rassegna prosegue nei venerdì successivi con “30 minuti sul filo di una Storia”: Valeria Coi, Walter Spennato e Valentina Perrone presentano i loro ultimi libri.

Con la mostra “Sul Filo di una Storia”, Lucy Ghionna unisce la pratica concettuale al polimaterico con interventi di Fiber Art.

Le sue sono storie cucite a mano, che raccontano storie di donne e geografie interiori,  esprimendo l’ansia e l’inquietudine di un mondo sempre più alienato ed alienante.

Scrive Alessandro Matteo: “Il linguaggio di Lucy Ghionna si compone attraverso contrapposizioni. Contrapposizioni tra segni veloci, urgenti per l’appunto, e una fase più lenta e ragionata, composta con tecniche che furono colpevolmente esclusive di un mondo femminile e artigianale. Tecniche che venivano non a caso relegate, anche dove di livello altissimo, alla dimensione domestica. Un universo segnico accompagnato da una ripetizione di simboli, come quello del cuore, che sembrano provenire direttamente da una memoria collettiva fatta di ex voto e pale d’altare il cui colore si sfarina al passaggio delle dita: una dimensione di raccoglimento religioso delicatamente trasposta.

L’occhio di Lucy infatti si muove tra la capacità di ricontestualizzare scampoli di oggetti e realtà, rendendoli estremamente affascinanti, come quegli oggetti d’affezione tanto cari a Man Ray, e una riappropriazione degli spazi che ricorda da vicino il gesto dello street artist. Ma se il graffitista (soprattutto i protagonisti della prima ora, da Basquiat ad Haring) è vicino per il segno tagliente, ricavato dal misticismo dell’arte preistorica, nel lavoro di Ghionna sovviene anche lo yarm bombing, recante anch’esso una volontà di utilizzo di un linguaggio “femminile” recuperato e mediato in modo destabilizzante.

Ghionna infatti, coi suoi lavori dalla dimensione raccolta, sembra volersi riappropriare, con la medesima attitudine dello street artist che tagga il palazzo abbandonato per sottrarlo all’alienazione della città, di uno spazio interiore rimasto rimosso; riscoperto in modo dolorosamente delicato”.

È appena il caso di sottolineare che alla manifestazione è richiesta l’osservanza delle norme anti Covid.

 

 

Category: Cultura, Eventi

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