CASO EMANUELA ORLANDI / LA CONFESSIONE DEL PRESUNTO RAPITORE APRE L’ENNESIMO SCENARIO

| 10 Agosto 2022 | 0 Comments

di Flora Fina  ______

Sarebbe celata in un verbale – reso oggi pubblico dal quotidiano La Repubblica – la confessione del presunto rapitore di Emanuela Orlandi, Marco Sarnataro, identificato durante le indagini dagli amici della giovane scomparsa, che ha raccontato di aver agito su ordine di Renato, detto Renatino, De Pedis, boss della Banda della Magliana.

Uno dei più grandi misteri del nostro Paese quindi, torna per l’ennesima volta sotto i riflettori: solo poche settimane fa infatti, il mistero della scomparsa della bara di Katty Skerl aveva riaperto, tra le falde di un caso così intricato, un strada verso un cauto ottimismo, non esente tuttavia dalla paura di possibili ed eventuali depistaggi.

Ad oggi, proprio sui social, è lo stesso fratello di Emanuela, Pietro, a pubblicare sulla sua bacheca Facebook, l’estratto del verbale ( nella foto) in cui Salvatore Sarnataro racconta la confessione che gli aveva fatto il figlio Marco Sarnataro, scomparso prematuramente a 46 anni nel 2007. Emerge così, come un fulmine a ciel sereno, che all’epoca dei fatti Sarnataro era uno dei tanti giovani della mala romana sul libro paga dei boss della Banda della Magliana: in particolare  sarebbe stato proprio lui ad essere stato ingaggiato  – con altre figure non identificate – per portare a termine il rapimento da parte di Renatino De Pedis.

Tante sono state le ipotesi nel corso degli anni su questo caso perennemente irrisolto, tuttavia, il nome di De Pedis è sempre e comunque tornato alla ribalta, identificato come colui che avrebbe portato a termine il sequestro, probabilmente agendo per conto terzi contro il Vaticano. Nel 2012 tuttavia, e come ben sappiamo,   all’apertura della tomba di De Pedis nella chiesa di Sant’Apollinare, i resti di Emanuela Orlandi non furono mai e poi mai rinvenuti.

Oggi invece, emerge quest’altra ennesima pista, suffragata dalla deposizione del padre di Marco Sarnataro e rafforzata da una circostanza importante: all’epoca dei fatti il malavitoso di piccolo calibro venne interrogato dopo che due degli amici di Emanuela lo avevano riconosciuto come il ragazzo che nelle settimane prima del rapimento li avrebbe seguiti in maniera insistente per poi sparire nel nulla dopo la scomparsa della giovane.

Il verbale, risalente ad ottobre del 2008 reciterebbe dunque così:

“ Dopo aver lungamente riflettuto ho deciso di riferire alle signorie vostre quanto appreso da mio figlio Marco alcuni anni fa in relazione alla vicenda di Emanuela Orlandi. Poco tempo dopo il sequestro, ricordo che eravamo Regina Coeli, sia io che mio figlio. Quest’ultimo durante l’ora d’aria mi confessò di aver partecipato al sequestro dell’Orlandi nei termini seguenti: mi disse che per diversi giorni, sia lui che “Ciletto” e “Giggetto”, pedinarono Orlandi per le vie di Roma su ordine di Renato De Pedis, da loro chiamato il “Presidente ”

Sempre secondo Repubblica, dietro i due soprannomi di Ciletto e Gigetto, ci sarebbero tuttavia i nomi di altri due pregiudicati: Gianfranco Cerboni e Angelo Cassani.

Come se non bastasse, dallo stesso verbale è emerso inoltre che – in cambio del suo ruolo nel rapimento -De Pedis regalò a Sarnataro una motocicletta, premio per l’impresa compiutasi con successo.

Sui social invece, le reazioni a queste dichiarazioni non sono tardate a farsi sentire, cionondimeno, è pubblica l’ opinione secondo cui, tanti e tali sarebbero i depistaggi in questa vicenda, da non rendere più credibile alcuna nuova pista (nella foto):

Opinioni contrastanti dunque, quelle che si rincorrono sui social e che restituiscono, se si riflette, un quadro piuttosto frastagliato, torbido e incerto: dove bisogna cercare la verità?

Lo stesso fratello di Emanuela, Pietro, dal canto suo, non ha espresso alcuna opinione certa in merito, limitandosi ad esprimersi secondo quanto segue:

Pignatone ha voluto archiviare prosciogliendo tutti gli indagati ”: l’opinione dei familiari della povera Emanuela è dunque chiara. E rappresenta forse, in buona parte, l’opinione di tutti coloro che leggono, sentono, e vedono attraverso i media questa quarantennale storia.

I dubbi rimangono, le certezze non ci sono state mai: come si può giungere alla verità per Emanuela, se ancora, dopo quasi quarant’anni dalla sua misteriosa scomparsa, emergono ancora particolari e dettagli mai scandagliati prima, o in alternativa, volutamente messi da parte?

Una cosa è certa: come l’acqua che lentamente e ininterrottamente scava la roccia, così sarà per gli indizi e le testimonianze che placidamente e incessantemente si ricomporranno per restituire lo specchio di una verità cercata per quattro decenni: la verità per eccellenza di Emanuela.

L’APPROFONDIMENTO  nel nostro articolo del 26 luglio scorso. ______

CASO EMANUELA ORLANDI / E’ MISTERO SULLA TOMBA VUOTA DI KATY SKERL. A ‘UNOMATTINA’ PIETRO ORLANDI SPIEGA IL COLLEGAMENTO CON LA MORTE DELLA SORELLA E CONTINUA A CHIEDERE AL VATICANO VERITA’ E GIUSTIZIA

Category: Cronaca

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