L’ EUROPA PROPONE DI RIDURRE L’USO DEI FITOFARMACI IN AGRICOLTRA, MA PER PD E CIA PUGLIA NON VA BENE

| 3 Ottobre 2022 | 0 Comments

(Rdl) ______ Il mese scorso l’esecutivo dell’Unione Europa ha presentato al Parlamento, in sede di Commissione competente, una proposta di ‘regolamento per l’uso sostenibile dei fitofarmaci’, con l’obiettivo di ridurne l’impiego in maniera considerevole.

L’europarlamentare del Pd Paolo De Castro si era detto fortmente contrario, non ai fitofarmaci, bensì alla ridzione del loro impiego, insomma, si era pronunciato a favore del mantenimento della situazione esistente, che ne consente e anzi ne favorisce l’uso in quantità massicce.

Arriva oggi un comunicato della Cia, Confederazione Ialiana Agricoltori, che si esprime in uguale maniera, qui di seguito lo pbblichiamo integralmente, compreso il passaggio in cui si paventa una diffusione della Xilella senza l’uso dei fitofarmaci, mentre è acquisito ormai il fatto che sono stati proprio i terreni inariditi, e avvelenati la causa principale del disseccamento rapido degli ulivi.

Le multinazionali comunque ringraziano e della salute dei cittadini nel Salento, desertifucato e incancrenito, se ne fregano.______

“Ridurre l’uso dei fitofarmaci in agricoltura è un obiettivo giusto se calibrato in modo progressivo e perseguito ‘dal basso’, a seconda della specificità dei terreni in cui applicarlo gradualmente e, soprattutto, se conseguito senza penalizzare le produzioni per qualità e quantità e i produttori chiamati a metterlo in pratica. Ecco perché la proposta di regolamento per l’uso dei fitofarmaci promossa dalla Commissione Europea, che per l’Italia prevede una riduzione ‘di botto’ del 60%, non solo è inaccettabile e irricevibile, ma fortemente dannosa e totalmente avulsa dal contesto specifico italiano, dove i terreni agricoli hanno caratteristiche profondamente diverse da regione a regione e da provincia a provincia”. E’ Gennaro Sicolo, presidente di CIA Puglia e vicepresidente nazionale di CIA Agricoltori Italiani, a intervenire su una questione che, di qui ai prossimi mesi, potrebbe portare a uno stravolgimento totale dell’agricoltura italiana e di quella pugliese.

“Per il nostro settore ortofrutticolo”, aggiunge Angelo Miano, presidente di CIA Capitanata, “sarebbe una mazzata mortale. Da molti anni continuiamo a investire nello sviluppo e nell’applicazione di soluzioni sostenibili per la protezione delle colture. I nostri agricoltori si attengono a regole e protocolli di produzione integrata e biologica tra i più stringenti al mondo”.

MENO PRODUZIONE, PIU’ DIPENDENZA. “L’obiettivo riduzione”, dichiara Giuseppe De Noia, presidente di CIA Levante (Bari-Bat), “richiede tempi realistici, nuove soluzioni tecnologiche come le tecniche genomiche, e l’applicazione di alternative praticabili e concrete che garantiscano gli stessi livelli produttivi e di qualità”.

“Mancano adeguati studi di impatto”, spiega Pietro De Padova, presidente di CIA Due Mari (Taranto-Brindisi), “la Commissione Europea non ha considerato gli effetti sulle aziende. L’inevitabile calo della produzione agricola potrebbe aumentare la dipendenza dalle importazioni da Paesi extra-Ue, dove qualità e sicurezza alimentare lasciano spesso a desiderare e dove non sono applicate le stesse regole produttive imposte agli agricoltori europei”.

LE AREE SENSIBILI. “Un altro elemento molto preoccupante del regolamento”, aggiunge Benedetto Accogli, presidente CIA Salento e vicepresidente regionale dell’organizzazione, “è l’ambigua definizione di ‘aree sensibili’ in cui l’uso di tutti i prodotti fitosanitari sarebbe vietato. Un divieto totale, oltre alla perdita di produzione, potrebbe favorire la comparsa di nuovi parassiti e di malattie secondarie. Facile immaginare gli effetti di una ‘nuova Xylella’ sui nostri territori”.

ITALIA PENALIZZATA. CIA Agricoltori Italiani, inoltre, è molto preoccupata per i cosiddetti “indici di intensità” proposti dalla Commissione, che darebbero all’Italia un target di riduzione dell’uso dei fitofarmaci del 62%. Una ‘assegnazione’ dall’alto che non considera le grandi differenze tra regioni, territori e tipologie di colture. Ci sono impatti sulla produttività e sulla competitività del settore ortofrutticolo, con effetti potenzialmente devastanti sui livelli di redditività. “Non è stata minimamente considerata la sostenibilità economica di proposte elaborate senza coordinamento tra gli attori istituzionali, senza ascoltare gli agricoltori. Prima che l’esistenza stessa delle nostre aziende agricole sia messa a rischio, e che i consumatori siano costretti ad acquistare prodotti di Paesi terzi con legislazioni meno restrittive, gli obiettivi della strategia Farm to Fork e la riduzione dei fitofarmaci proposti dovranno essere urgentemente revisionati”, ha concluso Gennaro Sicolo.

(183 KB)

Category: Costume e società, Politica

About the Author ()

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Connect with Facebook

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.