COME ERAVAMO / LA STANDA E L’UPIM

| 6 Marzo 2023 | 2 Comments

di Raffaele Polo  ______

All’inizio c’era solo l’Upim. E noi fantasticavamo sul significato di quelle lettere che nascondevano sicuramente un significato. Le inventammo tutte, la migliore ci sembrò Unione Per Imbrogliare Meglio, ma la realtà di quel Unico Prezzo Italia Milano non ci venne mai in mente. Del resto, eravamo a Lecce, in Piazza Sant’Oronzo, cosa c’entrava Milano?

L’ Upim leccese è stato, per anni, il nostro punto di riferimento: prima per i giocattoli, poi per gli articoli scolastici, infine anche per l’abbigliamento. Preferivamo l’entrata secondaria, di fronte alla Banca d’Italia, da lì scendevamo al piano inferiore e poi ci perdevamo nei vari settori, privilegiando i giocattoli, naturalmente. Negli ultimi tempi, fu installata, proprio affianco all’entrata principali, una macchinetta distributrice di gelato ice cream, una vera novità, per quei tempi. Il gelato era buonissimo, costava un po’ più del normale, ma lo volevamo sempre…  

Quando l’ Upim si trasferì in via dei Templari, rimanemmo entusiasti dell’ampiezza del locale ma, soprattutto, della scala mobile. Era l’unica in città, un interessante diversivo che ci portava al piano superiore; nei pressi della scala mobile era lo spazio di dischi e libri, anche quello di gradevole frequentazione.

Poi, in piazza Mazzini, ma noi continuavamo a dire Piazza Trecentomila, nacque la Standa. Non c’era ancora la fontana, ma venne ad inaugurare il nuovo grande magazzino Mike Bongiorno, in un tripudio di folla. Ricordo che ci fu un concorso, tra i frequentatori della Standa, che richiedeva di individuare quale articolo non fosse presente tra i banchi di vendita.  Ci arrovellammo per giorni, poi ci arrivò Fulvio Monaco, che indicò le mutande da uomo come mancanti tra gli articoli trattati. (Questa cosa non è scritta in nessun libro, ma fa parte di quelle ‘microstorie’ che caratterizzavano il nostro mondo…). 

In quei Grandi Magazzini non era ancora contemplato il reparto alimentare. E anche la Standa, alla lunga, si piegò a questo diktat commerciale, offrendo un assortimento completo di derrate alimentari, con banconi specifici  di salumeria, carni e formaggi. Era al piano di sotto, e c’era la scala mobile, anche qui…

Poi, l’Upim è scomparso e la Standa ha ceduto ad altri marchi i propri locali.

Però, nessuno può dimenticare che furono proprio queste due aziende le antesignane del ‘progresso’ nella nostra città. E le signorine dell’Upim e della Standa erano un chiaro punto di riferimento per la condizione della donna che, da noi, aspirava ad una ancora lontana uguaglianza sociale.

Category: Costume e società, Cultura

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Comments (2)

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  1. Giuliana Silvestri ha detto:

    Eccome se li ricordo quei grandi magazzini che hanno fatto parte di noi, per lungo tempo, lasciando una memoria difficile da cancellare! L’Upim, nata nei piccoli locali a piano terra del palazzo”INA”, di fronte l’hotel Risorgimento, era una delle mete preferite quando, da bambina, uscivo con la mamma per l’acquisto di vari articoli, da quelli voluttuari, quali profumi e cosmetici, agli accessori per l’abbigliamento (sciarpe, guanti, cappelli…) a quelli per la casa fino a tutto l’occorrente per la scuola dal grembiulino alla cartella, alle penne, alle matite, ai pastelli e poi i giocattoli e quant’altro… C’era di tutto alla Upim, un vero punto di riferimento per le famiglie che ricercavano la convenienza sul costo dei prodotti da acquistare! Le vere “protagoniste” erano loro, le “commesse” :l’aspetto doveva essere sempre impeccabile, ma al primo posto c’era la cortesia e un portamento serio;rigorosamente in divisa, inizialmente un grembiule blu, in seguito uno chemisier azzurro sopra gli abiti personali che non erano mai pantaloni, ma gonna e scarpe anche con un po’ di tacco. Erano i primi passi per affermare l’indipendenza sociale ed economica femminile, alla conquista di una parità di diritti, fino ad allora inesistenti… Il corridoio centrale stretto e lungo, attraversato su ambo i lati dagli scaffali che esponevano la merce da acquistare, conduceva ad un vano superiore attraverso un piano inclinato mentre una scala portava giù dove c’era tanta altra merce che attirava l’attenzione e la curiosità di chiunque entrasse… In seguito, il grande magazzino si trasferì, a pochi metri da piazza Sant’Oronzo, in via Templari dove i locali erano molto più grandi e avevano un’immagine più moderna ed evoluta, basti pensare alla scala mobile, una novità esclusiva a Lecce, nel vero senso della parola! Poi nacque la Standa in piazza Mazzini, che si amplio’con i prodotti alimentari… Insomma, un pezzo di storia commerciale che se n’è andato via, lasciando il ricordo del boom economico degli anni ’60, quando questi negozi rappresentavano il luogo delle meraviglie per grandi e piccini…

  2. Daniele ha detto:

    Ciao, io con mio padre e mio fratello, lavorai due mesi nel magazzino Upim x rinnovare l arredamento nel lontano 1981, peccato ora sia scomparso quel luogo, comr in tanti centri città… Cambiano i tempi, cambiamo anche noi senza saperlo…

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