DI GIORNO CONTADINO, DI NOTTE ARTISTA

| 4 Giugno 2023 | 3 Comments

A leccecronaca.it IL PITTORE DAMIANO CASALINI RACCONTA LA FAVOLA DELLA SUA VITA

di Francesco Rodolfo Russo  ______

Vorrei proporre l’intervista che segue come una favola. La fabula, per dirla alla latina, è una breve narrazione i cui protagonisti solitamente sono animali pensanti e parlanti, più raramente esseri umani o cose. Essa ha lo scopo di insegnare mediante l’esempio, ossia di fornire una morale. Nelle favole c’è un numero limitato di personaggi e generalmente sono animali che parlano e si comportano come persone. Nella circostanza sarà una persona a rispondere; non Esopo né Fedro né Leonardo da Vinci (grande raccontatore di favole) né Trilussa o Rodari.

Sia coma narratore, sia protagonista della favola, l’apòlogo sarà di Damiano Casalini, 46 anni, di Torino, ‘pittore prestato all’agricoltura‘, con diverse esposizioni personaliall’attivo, che vive ad Albugnano, in provincia di Asti.

Ti sei laureato allAccademia Albertina di Belle Arti di Torino con una tesi dal titolo Bambino morto. La figura del bambino morto nella storia dellarte. Perché questa scelta?

Io ho la sindrome di Usher, malattia genetica che colpisce l’udito e la vista. Ne ho avuta conoscenza a 16 anni, anche se per l’udito ne ero consapevole prima, avendo compagni che già mi chiamavano “sordo”. A 19 anni mi sono però reso conto che la vista tendeva a peggiorare. Un giorno mi è apparso, sul soffitto dell’auto, la figura del bambinomorto con la fascia rossa al collo e così ho deciso di dedicarmi a lui, bimbo impaurito della malattia e addolorato dalla necessità di abbandonare la parte bambina per diventare grande. Ricordo che in Accademia ho sollevato diverse perplessità soltanto a pronunciare “bambino morto”. Faceva, però, capolino un po’ di presa in giro dei professori…

Da bambino ti hanno affibbiato il soprannome Bubo che, associandosi alla parola storie, è diventato il titolo di un catalogo Bubostorie, che raccoglie in parte i dipinti esposti in alcune mostre. Nelle vicende narrate per immagini ci sono bambinimorti, pentole magiche, soldatini, una guerriera, il dio gufo, la pecora, gli elefanti e così via. Che cosa rappresentano per te questi personaggi?

Terminata l’Accademia sono andato a vivere in campagna, tra la natura e gli animali che tu elenchi, dimenticando la faina che di notte faceva talvolta strage di galline. Il bambinomorto era troppo dolce per restare solo: gli animali sono amati compagni di viaggio e rappresentano l’aspetto positivo del carattere delle persone che interagiscono con me bambinomorto.

Bubostorie è il catalogo di una mostra personale a Venezia nel 2013.

La favola che stiamo percorrendo ci obbliga a soffermarci ancora sulle Bubostorie; utilizzi il bianco – dal punto di vista scientifico, fisico e ottico non è un colore – che è la luce di cui non potremmo privarci, il nero, che ha la capacità di riflettere quasi per intero la luce così da non avere colore, e il rosso, colore dellenergia vitale. Qual è il motivo della scelta?

Al liceo e all’inizio dell’Accademia dipingevo con molti colori su grandi tele. Poi ho capito che per la tematica del bambinomorto i colori non erano necessari. A lui sono sufficienti gli amici animali e tre colori o, come tu dici, due non colori e il rosso che è così strettamente legato al bambinomorto e per me ha un significato mistico, tra sangue e redenzione. Una scelta che poi ha acquistato una verità: con l’aggravarsi della malattia è il primo colore che ho smesso di vedere.

Quali tra gli animali dipinti raffigurano il male e quali il bene?

Tutti gli animali sono buoni, ma il bambinomorto non può vivere soltanto di sogni. La realtà è triste, popolata di cattivi: sono i saccenti, i pettegoli, gli egoisti. Sono creature con il becco lungo (come le maschere che si usavano durante la peste) gli sguardi voraci e gli artigli pronti ad afferrare la preda. Sono i miei sogni, i miei incubi. In un dipinto intitolato Falsi amici il bambino sta al centro sorridente perché ignaro dei mostri che lo attorniano.

Un elemento fondamentale della poetica di quel momento creativo mi pare sia il cerchio che sembra avere unaccezione sia buona sia cattiva. Potresti fornirmi un esempio per luna e per laltra?

Il cerchio è la figura armoniosa e perfetta. Mi viene in mente il dipinto La bellattesa  in cui il bambinomorto osserva estasiato il ventre tondeggiante della mamma in attesa del fratellino. Purtroppo anche il male può essere raccolto dentro la perfezione del cerchio, e allora si mimetizza ed è più difficile da individuare.

La favola ti ha condotto lontano dalla città e a vivere in campagna, dove è possibile coltivare ortaggi ed erbe aromatiche. Accudisci galline, tacchini, capre, unasina, due gufi reali (uno lo hai chiamato Bubo). Ad Albugnano, in provincia di Asti, ti sei dedicato alle nocciole del tipo tonda gentile trilobata. Ho letto da qualche parte che di «giorno sogni di fare il contadino e di notte lartista». Pensi di esserci riuscito?

Con una certa difficoltà e a periodi alterni. Gli animali richiedono solamente cibo e acqua e, dove possibile, qualche carezza… ma curare ottocento piante di nocciole impegna tempo e occupa precisi periodi per la raccolta, la sgusciatura, la tostatura, riducendo a qualche ora notturna e quando sono meno stanco il piacere della pittura. Nei periodi più liberi disegno a china in casa con l’aiuto di una potente lampada o dipingo fuori in cortile alla luce morbida che la giornata mi regala.

Dopo esserti laureato a Torino ti sei diplomato in Incisione allAccademia di Belle Arti di Venezia. Che cosa ti è rimasto di quella esperienza e quanto è stato importante per te lo studio?

Ho frequentato un corso di incisione a Venezia perché ero convinto che avrei ottenuto migliore risultato trasportando i disegni a china in incisione. Ho capito, ma questo vale per me, che con l’incisione si perde la spontaneità. Inoltre l’impegno diventava troppo laborioso e faticoso per l’uso degli occhi.

Nelle favole gli interpreti hanno ruoli fissi: lagnello raffigura lingenuità e la timidezza, la cicala la leggerezza e la superficialità, la formica la laboriosità e la previdenza, il leone la forza, la volpe lastuzia e così via. Come nella fiaba, i paesaggi non vengono mai descritti dettagliatamente pur corrispondendo ad ambienti che troviamo nella realtà: foreste, ruscelli, stagni. Nei tuoi ultimi dipinti i personaggi non sembrano potersi associare a qualcosa di preciso e, forse proprio per questo motivo, esprimono poesia. I colori vita. Mi piacerebbe sapere perché le immagini sembrano fluttuare.

Negli ultimi anni la vista è peggiorata. Mi sono reso conto di non riuscire a lavorare come avrei voluto. Ho provato con qualche scultura con terre semirefrattarie, ma non mi convinceva. Il bambinomorto che era ed è in me è intervenuto nel mio dibattito interno e mi ha detto: perché ti crei tanti problemi, perché cerchi tanto quando hai la risposta sotto il naso: dipingi quello che vedi. Questo mi occupa oggi. Ho abbandonato il nero, il bianco, il rosso e gli animali dell’infanzia e sono tornato ai colori.

Non so se le immagini fluttuano, ma è come vedo la realtà.

Che cosa ti ha tolto la disabilità e quanto sei cresciuto negli anni, convivendo con la malattia?

La disabilità mi ha tolto molto. Quanto sono cresciuto non so, devo convivere con lei tutti i giorni, reinventarmi soluzioni a piccoli problemi e dipingere finché posso perché è la mia natura.

L’ultimo mio quadro sarà tutto nero? No, non credo, perché ho la consapevolezza che la vita mi regalerà colori di altro tipo e sensazioni nuove.

Category: Cultura

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Comments (3)

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  1. Daniela versace ha detto:

    È stato bello leggere questa intervista ,mi ha aiutata a conoscerti meglio.Nonna Dani

  2. Giovanna Righetti ha detto:

    Molto interessante e mi sono commossa. Approfondirò. Grazie di cuore.

  3. Rita ha detto:

    Intervista profonda che delinea molto bene il pittore/ artista al di la’ della sua “ disabilità “ che addirittura diventa la cifra pittorica della sua produzione artistica.
    Complimenti ad entrambi.

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