NOVITÀ EDITORIALI / IL COMING OUT DI LUCA IN “Un’estate piovosa”

| 27 Gennaio 2024 | 0 Comments

di Raffaele Polo  ______ 

Un’estate piovosa” è il primo romanzo di Marcello Liscia (nella foto), nato in Germania nel 1971 da genitori italiani. Appassionato di letteratura, da più di vent’anni, esercita la professione di consulente, trainer e coach per quadri dirigenti di tutta Europa. 

Adesso, nel libro edito con Graphofeel (302 pagine, 18 euro) ci narra la storia del sedicenne Luca, rimasto orfano, che viene mandato in terra tedesca per lavorare in una gelateria di Paderborn. Il ragazzo deve contribuire a mantenere i suoi fratelli così, benché non sappia neppure una parola di tedesco, affronta il pesante lavoro quotidiano dei “lavoratori ospiti”.

Per fortuna Luca apprende con facilità, impara il mestiere e presto riesce a intrecciare anche rapporti sociali sia con gli adulti che con i coetanei, che frequenta nelle giornate di pioggia quando ha del tempo libero dal lavoro. Tra gli amici conquista un posto particolare Hans, studente di liceo soprannominato “bel biondo”. Grazie all’ausilio di un dizionario i due ragazzi scoprono di riuscire a comunicare in modo profondo e che li lega un sentimento che aspetta solo le parole giuste per essere espresso.

Inizia così il percorso di coming out di un ragazzo gay italiano nella Germania degli anni ‘50 cresciuto in una famiglia molto cattolica, che lentamente si rende conto di cosa c’è di diverso in lui rispetto ai suoi fratelli e compagni di scuola. Lo scontro con se stesso, combattuto anche tra il fascino e il rifiuto dell’amicizia con il coetaneo Hans.

A proposito di questa sua prima opera, l’autore parla del suo passato: “Da bambino ero figlio di lavoratori immigrati, il che significa che ero molto consapevole, a livello cognitivo ed emotivo, di non appartenere completamente al mondo dei tedeschi. Non era normale che i figli di italiani – e di altri stranieri – andassero al ginnasio, come me e mio fratello. Non era facile trovare un appartamento per una famiglia con due figli con un cognome italiano, a meno che non si conoscesse il padrone di casa in qualche modo. Non è stato facile per mia madre trovare un lavoro con un nome straniero quando è tornata a lavorare.

Oggi è più facile per noi italiani, che siamo la seconda o terza generazione a vivere in Germania. Secondo la mia percezione, oggi facciamo parte della società.”

Category: Cultura, Libri

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