IL MIRACOLO DI MARIA RAFFAELLA SANTORO, ANDATA E RITORNO

| 15 Maggio 2025 | 0 Comments

di Cristina Pipoli __________

“Ho vissuto come un passaggio a un’altra dimensione, ad un altro stato di vita, diverso rispetto a quello che abbiamo vissuto fino adesso. Dobbiamo avere speranza che la vita non finisca qua, perché la vita è eterna”.

L’intervista a leccecronaca.it del mese scorso di Maria Raffaella Santoro ha interessato molto i nostri lettori, che ci hanno chiesto di saperne di più al riguardo. Siamo tornati perciò a parlarne direttamente con lei. Ha uno sguardo che trasmette pace e speranza. La sua calma, il suo equilibrio coinvolgono direttamente chi la ascolta. O semplicemente la legge.

D- Quando era in coma cosa vedeva?

R- “Quando ero in coma avevo la sensazione di stare vivendo la mia vita normale. Quindi vedevo, sentivo e mi accorgevo di quello che c’era attorno a me in questa realtà parallela nella quale vivevo, senza avere assolutamente la sensazione di essere in coma. Vivevo in una uno stato di beatitudine e di serenità assoluta.

Normalmente io sono una persona molto ansiosa, non riesco a stare ferma senza pensare a tutto quello che devo fare, invece in quell’occasione non avevo nessun tipo di ansia, nessun tipo di preoccupazione e non avevo desiderio di nulla altro se non stare in quella condizione di massima serenità”.

D- Il Suo libro “Dalla Luce al buio e…ritorno-Il miracolo del signore” potrà aiutare altre persone a uscire dal buio interiore?

R- “Me lo auguro, perché il mio libro racconta un proprio una storia che può dare speranza, dato che in questo mondo crediamo che non ci sia nulla dopo la morte. Alcuni pensano e ipotizzano cosa ci sia, ma invece io ho sperimentato che non c’è, ho sperimentato in prima persona la morte fisica che distrugge tutto. Gesù ha insegnato che attraverso la sua esperienza di dolore e di morte ha conquistato la vita eterna.

È questo che io voglio ricordare e dire a tutti, siamo chiamati a una vita eterna, a una vita bellissima. Tutto sta nel costruire da qui sulla terra il nostro futuro in cielo per l’eternità.

Il mio libro è stato definito da una mia amica un inno a Dio, in realtà io non volevo scrivere un inno a Dio, ma mi sono resa conto di aver scritto qualcosa di simile perché nella difficoltà della mia malattia e il dolore che ha procurato in mio marito e in mio figlio il sapermi in coma e il non sapere come sarebbero andate le cose, la forza e la speranza sono venute proprio da Dio”.

D- Come ci ha raccontato, lei ha una famiglia unita dove regna il vero amore… Cosa manca alla società di oggi per realizzare questo incastro perfetto?

R- “La nostra famiglia effettivamente è molto unita da un grande amore. Io e mio marito siamo maturati insieme perché quello che non è mai mancato nella nostra relazione è stato il dialogo, tantissimo dialogo, tanto confronto. Soprattutto già dai primi mesi e tempi di fidanzamento ci siamo confrontati su quelli che potevano essere i nostri valori che condividevamo e cosi siamo cresciuti, abbiamo trasferito anche a nostro figlio i valori in cui crediamo. Questo non significa naturalmente che sempre tutto quello che che viviamo sia soddisfacente, ma ci proviamo, ci teniamo sempre molto a raccontarci, a parlare senza litigare. II nostro punto di forza è la fede in Dio. Il nostro dialogo è ispirato e guidato da Dio”.

D- Ci faccia capire meglio…

R- “Quello che manca alla società di oggi è la fede, perché la fede ti aiuta a vivere, a camminare, a confrontarti quando ci sono le difficoltà. Le famiglie fondate sui valori che non sono quelli della fede in Dio sono famiglie che fanno più fatica a restare unite e serene.

Io sono anche Mediatrice familiare e quindi di famiglie che sono franate ne ho viste diverse, ma al tempo stesso, ho anche visto quanto la fede possa ricostruire i rapporti e donare serenità.

Un uomo e una donna che si uniscono in matrimonio pensando di fondare tutta la loro vita solo su se stessi, sbagliano. La vita di una coppia si fonda sulla presenza costante di un Dio che non abbandona mai i suoi figli, una vita più facile nonostante le difficoltà”.

D- Qual è il Suo rapporto con la scrittura?

R- “E’ una bellissima esperienza. Scrivere in un modo personale e originale permette di rileggere e rivedere gli eventi e la vita. Io ho deciso di scrivere questo libro perché avevo qualcosa da raccontare, una storia, la mia. Il mio obiettivo era quello di lasciare un messaggio molto forte, una storia che potesse aiutare, potesse dare speranza forza a chi non le ha.

E’ stato prezioso l’aiuto di mio marito. Abbiamo discusso, abbiamo rivisto la struttura narrativa, ne abbiamo parlato tanto e in lui ho trovato un amico un ispiratore, un punto di riferimento importante”.

Category: Costume e società, Cronaca, Cultura, Libri

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