PER SEMPRE NO TAP
Riceviamo e volentieri pubblichiamo _____________
ORGOGLIOSƏ DI ESSERE NO TAP
Noi, firmatarə di questo documento, siamo persone che hanno dedicato tempo, energie, competenze e passione alla lotta contro il Trans Adriatic Pipeline. Molti e molte di noi hanno opposto i propri corpi alla costruzione di quest’opera che consideriamo -ancora- inutile, imposta e dannosa.
Lo abbiamo fatto per amore della nostra terra e in solidarietà concreta con tutte le comunità e i
territori colpiti dagli impatti diretti e indiretti di TAP.
Molti e molte di noi stanno ancora oggi affrontando conseguenze economiche e penali per questa scelta. Eppure, non proviamo alcun rimpianto, né alcun ripensamento.
Nessuna sentenza potrà cancellare le ragioni della nostra lotta. Neanche l’assoluzione dei
dirigenti di TAP e delle aziende appaltatrici, disposta recentemente dal Tribunale di Lecce, che
consideriamo una sconfitta del diritto e della giustizia.
Pochi giorni prima della sentenza, i Comuni di Melendugno e Vernole hanno ratificato un accordo con TAP che prevede:
- il ritiro della costituzione di parte civile,
- la rinuncia alle compensazioni per la costruzione dell’opera e per il suo previsto raddoppio,
in cambio di un “contributo economico volontario” da parte di TAP: 6 milioni di euro per
Melendugno, 2 milioni per Vernole, e 50.000 euro a ciascun Comune come compenso per il servizio legale prestato dagli avvocati nella trattativa.
Una cifra irrisoria se confrontata con i profitti distribuiti da TAP agli azionisti: 289 milioni di euro nel solo 2022. Spiccioli per provare a comprare il consenso del territorio, senza mai riconoscerne i diritti.
Gli accordi specificano infatti che queste somme non costituiscono risarcimento né ammissione di responsabilità da parte della multinazionale.
Prendiamo le distanze da questi accordi perché per noi rappresentano: - un condono tombale sui danni ambientali e sociali già causati e su quelli futuri;
- un’operazione di facciata utile solo a ripulire l’immagine della multinazionale;
- una ratifica di quella che viene chiamata “pacifica coesistenza” con un’opera che è climalterante, impattante, pericolosa e figlia della speculazione;
- un tentativo di delegittimare le ragioni di chi ha lottato e di chi lotterà in futuro contro TAP, dal momento che entrambi gli accordi affermano testualmente in premessa “la piena compatibilità ambientale e sociale” dell’opera e la sua “importanza strategica”.
Sappiamo bene con quale “zelo” i Comuni che hanno accettato questi fondi vigileranno in futuro
sull’impianto.
Il vero significato politico di questi accordi è il tentativo di pacificazione del territorio, che prima si è cercato di ottenere con la repressione poliziesca e giudiziaria, ora con la compravendita del consenso.
Riteniamo particolarmente grave che l’avvocato Francesco Calabro – già membro del nostro Legal Team e incaricato della nostra difesa nei procedimenti penali- abbia scelto di offrire la propria consulenza per la definizione di un accordo che, a nostro avviso, svilisce profondamente le ragioni della lotta che insieme abbiamo portato avanti.
La lotta continua, e noi non possiamo immaginare di proseguirla al fianco di chi ha compiuto una scelta così distante dai principi che ci uniscono.
Ci interessa poco ascoltare giustificazioni su decisioni già prese e su cui non c’è stato alcun
confronto preventivo.
Le decisioni politiche si discutono prima, non a cose fatte.
La nostra lotta però non è finita.
Continueremo a mobilitarci perché persistono emissioni climalteranti dagli sfiati del PRT, sono
emerse criticità strutturali del tratto sottomarino, esiste una minaccia concreta e permanente legata alla vicinanza dell’impianto ai centri abitati, il raddoppio dell’opera è sempre più vicino e va contrastato da subito.
L’unica battaglia persa è quella che non si combatte.
E noi, questa battaglia, continuiamo a combatterla.
Sottoscritto da oltre 150 tra attivistə e solidali del Movimento No TAP.
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