BUSSANDO ALLA PORTA DI MARINELLA

| 20 Giugno 2025 | 1 Comment

(g.p.) _________ Non è morta da sè: è stata assassinata. I sicari siamo tutti noi, chi più chi meno, soprattutto per la precisione chi per sua scelta ricopre incarichi politici, o amministrativi e che come tale dovrebbe attivare azioni di contrasto alla solitudine e di assistenza alla disperazione, saper offrire una possibilità, dare una speranza a chi si trova in difficoltà e invece di essere aiutato viene lasciato a morire nella più disperata e disperante solitudine.

E’ un’emergenza, ormai, pure a Lecce città. Anzi, proprio a Lecce città. Non riguarda gli emarginati, gli esclusi, gli ultimi, riguarda tanti che emarginati, esclusi, ultimi sono diventati.

A Lecce c’è una vera e propria emergenza – solitudine, che uccide.

L’archivio di leccecronaca.it si riempe giorno dopo giorno. L’ultimo caso ieri riguarda una docente dell’Università del Salento in pensione, Marinella Cantelmo, 76 anni, ritrovata cadavere e cadavere in avanzato stato di decomposizione, chissà da quanti giorni era morta, nella sua abitazione dalle parti della Chiesa Greca, tra cumuli di rifiuti.

Nessuno sapeva più niente di lei. L’abbiamo lasciata tutti a morire, sola senza il ricordo di un dolore, sola senza il sogno d’un amore.

Eppure era un’anima bella, perché per professione si occupava di letteratura italiana e aveva scritto pure tanti libri, dedicati ai grandi quali Manzoni, Pirandello, D’Annunzio.

Vedete? Una persona colta, sensibile, inserita, ma come un senza tetto qualunque senza tetto, nè legge, vittima della solitudine.

Adesso, mi raccomando eh? Io finito di scrivere, voi di leggere, caliamoci l’alibi dell’impossibilità ad agire e andiamo al mare, andiamo a lavorare, andiamo a riprendere, come se nulla fosse stato, pure questa volta, le nostre opere senza umanità e i nostri giorni senza senso: scacciamo dalla nostra mente qualunque avvenimento del genere, mi raccomando, pure caso mai qualunque sentore di quello che potrebbe accadere ad altri di cui venissimo a conoscenza, aspettiamo tranquilli, indifferenti, la prossima vittima della solitudine.

Un re senza corona e senza scorta bussò tre volte un giorno alla porta di Marinella. Ma non era nessuno di noi, era un fantasma. ____________

LA RICERCA nel nostro articolo del 9 giugno scorso

Category: Costume e società, Cronaca

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  1. Ufficio Stampa Università del Salento - tramite mail ha detto:

    Di seguito il messaggio di cordoglio da parte del rettore Fabio Pollice e relativo alla tragica scomparsa della professoressa Marinella Cantelmo, già docente di Letteratura italiana contemporanea a UniSalento.

    «Con profonda commozione – ha detto Pollice – l’Università del Salento ricorda la professoressa Marinella Cantelmo, figura centrale nella storia e nello sviluppo degli studi di Letteratura italiana contemporanea nel nostro Ateneo.
    Laureatasi brillantemente sotto la guida di Mario Marti con una tesi sulla traduzione dei Lirici greci di Salvatore Quasimodo, Marinella Cantelmo ha saputo unire, fin dall’inizio del suo percorso accademico, una solida preparazione filologica a una raffinata sensibilità critica. I suoi studi si sono concentrati soprattutto su autori cardine della modernità letteraria italiana, quali Gabriele D’Annunzio, Giovanni Pascoli e Luigi Pirandello, ma anche sul poeta salentino Girolamo Comi, con un’attenzione particolare al rapporto tra parola poetica e tensione spirituale, tra biografia e forma, tra tradizione e innovazione.
    Ricercatrice attenta e instancabile, ha approfondito nel tempo le metodologie di analisi più innovative, aprendosi con intelligenza alle correnti della critica strutturalista e delle nuove forme di interpretazione del testo letterario. Il suo lavoro come ricercatrice presso la cattedra di Letteratura italiana contemporanea di Donato Valli ha segnato una stagione feconda, preludio al suo pieno riconoscimento accademico con il concorso a professore associato, conseguito con un corposo elenco di pubblicazioni di alto valore scientifico.
    Marinella Cantelmo ha lasciato un segno profondo anche sul piano umano e istituzionale. La sua vivacità intellettuale, la capacità di creare rapporti fecondi con colleghi di altri atenei e la dedizione alla didattica hanno fatto di lei una docente amatissima da studenti e colleghi. La sua apertura al dialogo, la passione per la letteratura e l’attenzione verso i giovani studiosi resteranno tra le eredità più preziose che ci ha lasciato.
    Alla famiglia va il pensiero affettuoso e grato della nostra comunità universitaria».

    Lecce, 1 luglio 2025

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