ANDREA E LUCA PASQUINO, PAOLO E ALFREDO PAGLIARO: FRATELLI D’ITALIA E FRATELLI DI LECCE, NELLA CENCELLITA’ DI ADRIANA POLI BORTONE
di Giuseppe Puppo ___________
Oggi l’amministrazione di centro destra che governa il Comune di Lecce ha scritto, guidata dal manuale Cencelli, un’altra brutta pagina di partitocrazia, di familismo amorale, di trasformismo politico, tutto quello che cioè imputava, quando era all’opposizione, agli avversari a tutti i livelli, dal governo locale, a quelli regionale e nazionale.
Che cosa è il manuale Cencelli?
E’ il metodo, sinonimo ed essenza stessa della partitocrazia, per l’assegnazione di cariche e incarichi ad esponenti di vari partiti politici o correnti in proporzione al loro peso, in una mera logica di spartizione in assenza di criteri di merito. Ideato da un allora oscuro funzionario della Democrazia Cristiana, Massimiliano Cencelli, 89 anni, do Roma, diventato poi ‘famoso’ per questo, il metodo è rimasto incontrastato fin dagli anni Sessanta, ha attraversato tutta la così detta ‘prima Repubblica’ ed è approdato integro fino ai giorni nostri, esteso anzi a ogni evenienza.
Che cosa è il familismo amorale?
E’ un concetto sociologico introdotto dal professore americano Edward C. Banfield nel libro ‘The Moral Basis of a Backward Society’, del 1958, in cui egli individua le basi dell’arretratezza sotto economica e sociale del Sud Italia nell’inveterata abitudine di perseguire solo l’interesse della proprio clan di consanguinei, e non quello della collettività, che richiederebbe invece cooperazione e altruismo.
Che cosa è il trasformismo storico?
E’ una prassi politica, particolarmente diffusa nel Regno d’Italia fin dall’Ottocento, da allora sempre italicamente in auge, in cui le maggioranze parlamentari si formano nella convergenza di interessi e obiettivi su questioni specifiche tra Destra e Sinistra, volte a favorire interessi particolari, di chi disinvoltamente ‘salta’ da una parte all’altra e per questo viene ricompensato in carriera.
Che cosa è successo oggi a Lecce?
Il sindaco Adriana Poli Bortone ha nominato presidente del consiglio di amministrazione di Lupiae servizi Luca Pasquino.
Gli altri due posti nel consiglio di amministrazione sono andati in perfetta cencellità a Maurizio De Meis, 70 anni, pensionato, fedelissimo del sindaco e del suo raggruppamento personale sopravvissuto “Io Sud”, e a Tiziana Pastore, 49 anni, avvocato, in quota alla lista Lecce Futura Pala, voluta dall’ondivago quanto intraprendente Giorgio Pala, che già aveva voluto e ottenuto un assessorato per la madre, Gabriella Margiotta.
Che cosa è Lupiae servizi?
Costituita nel 1999 sotto forma di società mista per la gestione dei servizi locali, dalla manutenzione e custodia degli immobili comunali, al verde pubblico, si è trasformata in società a totale partecipazione pubblica, una così dette ‘partecipate’, società ibride figlie delle ‘privatizzazioni’ e ‘aziendalizzazioni’, costituite ad hoc per creare per i miracolati della partitocrazia nel sottobosco della politica incarichi lautamente retribuiti.
Nella fattispecie il compenso per l’amministratore unico ammonta a 45.000 euro l’anno.
Un posto, come altri a nomina di competenza del sindaco, che faceva gola a molti.
Perché questa nomina?
Essa è arrivata a scadenza del mandato del precedente amministratore unico.
La scelta odierna è caduta su Luca Pasquino, 57 anni, di Lecce, architetto, fratello del capogruppo di Fratelli d’Italia in consiglio comunale Andrea Pasquino, in virtù delle logiche spartitorie del manuale Cencelli, per cui gli incarichi attribuiti fin qui a Fratelli d’Italia sarebbero stati sottostimati rispetto ai voti ottenuti alle elezioni e andavano dunque integrati e aumentati con altri ‘posti’.
Chi è Andrea Pasquino?
Il capogruppo di Fratelli d’Italia in consiglio comunale Andrea Pasquino (nella foto), 51 anni, di Lecce, funzionario amministrativo dell’Università del Salento, laureato in economia e commercio, arriva in politica dopo essere uscito indenne, con una assoluzione, da una lunghissima vicenda giudiziaria in cui fu coinvolto, conclusasi solo nel 2019, risalente ai tempi dell’ex rettore, dal 2001 al 2007, dell’Università del Salento Oronzo Limone per presunti incarichi e ricompense di favore.
Diventa consigliere nel 2019 in una lista civica a sostegno del candidato sindaco di centro destra Saverio Congedo ed è stato riconfermato alle elezioni dello scorso anno in cui si è candidato direttamente con Fratelli d’Italia.
Uomo di partito, uomo dell’on. Saverio Congedo, che a sua a sua volta è il fedelissimo di Giorgia Meloni a Lecce.
Contro la nomina di Luca Pasquino, voluta da suo fratello Andrea Pasquino, avevano protestato preventivamente, ma alla luce dei fatti inutilmente, in primo luogo proprio gli ‘alleati’ nella coalizione di centro destra dell’Udc-Puglia Popolare, i quali sostenevano invece la riconferma del commissario uscente Alfredo Pagliaro, per mezzo di comunicato stampa e per mano del segretario provinciale Mario Petracca:
“sulla vicenda amministratore Lupiae siamo ai titoli di coda, non senza il colpo ad effetto finale. Altro non può definirsi la surreale proposta del capogruppo di FDI che ‘in assenza di accordo unanime’ propone il proprio fratello architetto, facendo appoggiare la candidatura familiare da altri consiglieri comunali ma non dagli assessori e dal coordinatore cittadino. Un’iniziativa singolare che sembra scaturire dal mancato personale riconoscimento di una casella di delega assessorile ed ora il proponente vorrebbe essere compensato promuovendo, motu proprio, il fratello, già in convenzione con altro Comune limitrofo di cui è anche cittadino.
Se la novità di cambio al vertice ipotizzato e da noi denegato, dovesse essere rappresentata da una sponsorizzazione parentale per presunto ‘risarcimento’ di consenso non ‘equamente compensato’, pretesa perché i cinque consiglieri di FDI, che già hanno dato diritto a due assessori, farebbero ancora puntare ad accumulare, come sul gioco del Monopoli, nuove cariche, saremmo davvero al tramonto di una coalizione dove tutti i componenti sono essenziali e vanno rispettati”.
Una vera e propria predica preventiva, fatta anche in mancanza di pulpito.
Lo stesso, il pulpito per fare la predica, che manca anche sull’altro versante all’ex sindaco Carlo Salvemini.
Ma chi è il trombato?
Alfredo Pagliaro, 70 anni, medico di base, lunghi trascorsi in politica sul versante opposto a quello in cui era ultimamente approdato, alle altre elezioni comunali aveva preso un seggio con la lista di Puglia Popolare e aveva contribuito al successo elettorale di Salvemini.
In perfetto stile manuale Cencelli, il transfuga del centro – destra nel 2019 era stato per questo ricompensato da Carlo Salvemini con un incarico pesante e remunerativo, amministratore unico della Lupiae Servizi, poltrona cui ambiva ad essere riconfermato adesso dal nuovo sindaco Adriana Poli Bortone, in considerazione del fatto che, di nuovo, alle ultime elezioni comunali, aveva fatto il salto della quaglia all’inverso ed era ritornato nel centro desta, sempre con la lista di Puglia Popolare, nella quale, non potendosi candidare il padre, si è candidato il figlio, Gianmarco Pagliaro, risultando eletto in consiglio con i voti ereditati.
Una Dynasty alla leccese.
Già, infatti nella lobby famigliare di centro destra c’è anche il fratello di Alfredo e zio di Gianmarco Paolo Pagliaro, l’editore, molto contestato e tanto in conflitto di interessi di Telerama, 65 anni, da cinque mesi passato in Fratelli d’Italia, dopo essere passato con disinvoltura da Silvio Berlusconi e Raffaele Fitto dei tempi che furono, e attraverso l’esperimento personalistico del Movimento Regione Salento, fino ad arrivare ad un partito che di movimento e di sociale non ha più nulla, un partito di yes men e di Arianna women, in cui tutti fanno a gara ad appiattirsi con quanta maggiore forza possibile fedeli alla linea.
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Abbiamo lasciato la Lupiae Servizi in salute, ora è di nuovo vittima dei “vampiri” ossia di una politica che succhia le risorse pubbliche per interessi personali e di bottega. Con il ripristino del Consiglio di amministrazione della Lupiae servizi si perde in efficienza per dare un contentino a parenti e amici bilanciando, al contempo, gli appetiti nella maggioranza.
Stiamo tornando a un passato che credevamo ormai sepolto, ossia la spartizione di poltrone a danno della società pubblica e della collettività. Sotto la nostra amministrazione abbiamo estinto in anticipo, rispetto alle previsioni del piano concordatario, le pendenze verso i creditori privilegiati pari a 3.119.383 euro.
Era il 2023 e quel risultato mise alle spalle tutti i rischi corsi che nel novembre del 2018 la costrinsero a ricorrere alla procedura di concordato preventivo per garantire la continuità aziendale, a fronte delle continue perdite che il Comune era chiamato annualmente a ripianare e di un quadro debitorio grave verso istituti di credito, erario ed enti previdenziali che pregiudicava la prosecuzione dell’attività.
Sotto il nostro governo la società tornò in attivo nel 2019 registrando in un quadriennio 1.937.542 euro di utili di esercizio. Il debito complessivo della società, all’apertura della procedura, ammontava a circa 8.243.000 euro vedremo ora dove la porteranno a sbattere.
QUANDO LA SCELTA SI BASA SULLA PARENTELA O SULL’APPARTENENZA POLITICA
Le nomine per la sostituzione dell’Amministratore Unico di Lupiae Servizi s.p.a. in concordato preventivo e del consiglio di amministrazione fanno ben comprendere che non ci sarà mai pace per la partecipata, invasa, utilizzata ed abusata ad ogni consiliatura, per compensazioni e bilanciamenti politici, che non hanno avuto spazio nella formazione delle varie giunte.
Per fortuna siamo in tempi di concordato -ancora per poco- e vige il controllo da parte degli organi preposti, ma si comprende come, continuando così, si potranno ottenere risultati di bilancio -solo ed esclusivamente grazie al concordato preventivo ed al sacrificio dei lavoratori e delle lavoratrici- ma nulla di più.
Come da tradizione, infatti, la partecipata comunale, per i cui servigi pagano tutti i cittadini, è -e rimane- lo strumento della politica, che piazza propri uomini e donne, compensa mal di pancia ed elargisce nomine, tra la scarsa indignazione dei più, ormai troppo abituati al consueto stupro a spese della partecipata comunale, che dovrebbe essere patrimonio di tutti e tutte.
Così è, a Lecce, dal medioevo ad oggi, senza soluzione di continuità.
Eppure c’è stato un tempo in cui si sentiva l’esigenza di garantire che la politica sarebbe stata fuori dalla Lupiae Servizi, ma certi slogan vanno bene solo in campagna elettorale.
Pare di vedere un noto film in cui il candidato sindaco dice al proprio figlio “vedi, Melo, domani sarò sindaco e tu per legge vicesindaco” ma non siamo al cinema e la finzione ha ceduto il passo all’amara realtà.
Come Sinistra Italiana, Circolo di Lecce, non ci stancheremo mai di chiedere che tutte le nomine, che gravano sulle spalle dei contribuenti, ivi compresa quelle relative alla Lupiae siano fatte scegliendo per titoli e non per appartenenza politica, per capacità e non per parentela.
Cicolo Sinistra Italiana Lecce
Alleanza Verdi Sinistra
Questa mattina si è riunita, a Palazzo Carafa, l’assemblea della Lupiae servizi – società in house del Comune di Lecce – per procedere alla variazione degli organi amministrativi.
Anzichè un amministratore unico, è stato nominato un Consiglio
d’Amministrazione nella formula minima di un presidente e due
consiglieri, che sono rispettivamente l’architetto Luca Pasquino, Maurizio De Meis e la dottoressa Tiziana Pastore.
Nominato anche il Collegio sindacale, composto da Massimiliano De Leo (presidente), Lauretana Fasano e Marco Pezzuto. Sindaci supplenti Emanuela De Giorgi e Giuseppe Evangelista.
L’incarico di revisore dei conti è stato affidato ad Antonio Alfarano.
I compensi sono rimasti invariati. L’importo annuo lordo di 45mila euro riconosciuto all’amministratore unico è stato suddiviso in 29mila al presidente del CdA ed ottomila a ciascuno dei due consiglieri.
“Ringrazio il presidente Alfredo Pagliaro per quanto fatto sin qui nella Lupiae – ha detto il sindaco di Lecce, Adriana Poli Bortone, in una conferenza stampa convocata ad hoc – Sono stati anni difficili, e lo saranno ancora, almeno fino al 2026, finchè dura il concordato preventivo (la procedura concorsuale che permette alla azienda in stato di crisi o insolvenza di evitare il fallimento, ndr). Il presidente
Pagliaro lascia la Lupiae per assumere altri impegni grazie alle sue alte e riconosciute capacità di impegno, professionalità, saggezza. Lo ringrazio anche per le indicazioni che ci ha dato per il futuro, nel
momento in cui andremo a rivedere il piano industriale e le
convenzioni. Proprio la sua esperienza e i gravosi oneri e obblighi ai quali ha dovuto far fronte ci hanno fatto propendere per un CdA, in maniera tale da ripartire le responsabilità”.
“Lascio l’azienda nelle condizioni migliori possibili – ha aggiunto Pagliaro – In questi anni i bilanci sono stati chiusi sempre positivamente. Lupiae è una società solida che poggia su basi forti, e che quindi è nelle condizioni di poter lavorare bene”.