L’INCHIESTA / NUOVI FILOBUS A LECCE – 1 / IL REFERENDUM PROMOSSO DALLE FORZE DI OPPOSIZIONE CON UNA APPOSITA RACCOLTA FIRME DEI CITTADINI

| 4 Agosto 2025 | 1 Comment

di Giovanni Gemma _________

Con l’annuncio via social sabato 2 agosto, è stato reso ufficiale: Lecce avrà il suo primo referendum abrogativo comunale. Sono state superate le seimila firme necessarie per procedere all’indizione del referendum, in una campagna di raccolta firme cominciata il 10 luglio.

In breve, di cosa si parla?

Alcuni mesi fa, la Giunta Poli Bortone ha approvato una delibera per partecipare ad un finanziamento del Ministero dei Trasporti e potenziare la rete del filobus a Lecce – assieme a diversi altri interventi collegati, come la nuova sede SGM e alcuni parcheggi d’interscambio, misure che erano state ideate dalla scorsa amministrazione e ora la nuova sta cercando di finanziare.

Le opposizioni sono insorte. Il punto su cui si sono concentrare è stato proprio il progetto di ampliamento del filobus (per completezza d’informazioni, opera non prevista precedentemente), lamentando da una parte la riproposizione di un mezzo considerato inadeguato per Lecce e dall’altra il mancato preavviso agli elettori (nel 2024) e al Consiglio comunale (quest’anno) sulla volontà di realizzare questo ampliamento.

Lo strumento usato per rispondere alla Giunta è stato quindi il referendum comunale: Volete voi abrogare questa delibera? Se sì, niente progetto; se no, si continua come previsto dall’amministrazione. Attenzione: per essere valido il voto, in ogni caso, si deve superare il quorum del 35% dei votanti leccesi – circa 27 000 persone. Numeri alla mano, più di quante abbiano votato la coalizione di Salvemini lo scorso anno.

Sicuramente gli organizzatori stanno puntando su un malumore, un po’ “di ragionevolezza” e un po’ “di pancia”, sparso in città al di là della collocazione politica.

A tanti leccesi di destra il filobus non è andato giù, neppure la prima volta; ma attenzione: non si può credere che tutti coloro che erano col centrosinistra siano contrari al progetto. Per una evidente ricerca di trasversalità, è stato allestito un comitato referendario civico affidato ad un “laico”, il giornalista Marcello Favale, a cui hanno aderito diverse forze politiche d’opposizione.

E c’è poi chi – come Sinistra Italiana e Siculella – ha preferito tenersi distante dalla campagna: disertandola a titolo ufficiale, nel primo caso; pubblicizzandola senza aderire al comitato referendario, nel secondo. Finora molto rumoroso, invece, il silenzio di Poli Bortone e degli assessori: una tattica attendista, ma per quanto andrà avanti?

Adesso si tratta di capire e far capire: è quello che ci ripromettiamo con questa inchiesta di leccecronaca.it

Come sono uscite pubblicamente le forze politiche coinvolte, come si pongono di fronte alla questione, cosa hanno da dire ai cittidini leccesi?

In questa prima puntata, abbiamo raccolto le dichiarazioni delle forze cittadine di opposizione alla Giunta, aderenti o meno al comitato, sul tema del referendum. E, nei prossimi giorni, andremo a chiedere il parere a chi governa Palazzo Carafa.

È un’operazione di cronaca per il presente, per capire come ognuno declina il proprio pensiero; ma è anche un’operazione di archeologia per il futuro, che rimarrà come piccolo souvenir della politica leccese di questi anni.

Vediamo, per cominciare, il comunicato del presidente del comitato Favale:

Raggiunte le 6 000 firme per richiedere il referendum per l’abrogazione della delibera della giunta comunale per l’ampliamento della filovia a Lecce. La voglia dei leccesi di partecipare per dare il proprio parere nel progetto che riguarda direttamente il futuro della comunità leccese, ha permesso che l’impegno del Comitato che ha indetto la raccolta delle firme raggiungesse il suo scopo con largo anticipo rispetto alle più rosee previsioni. Merito dei leccesi che, senza divisioni di credo politico, hanno voluto dimostrare quanto hanno a cuore la partecipazione e la democrazia diretta. Gli “inconvenienti” che il Comitato ha riscontrato esaminando il progetto presentato dalla Giunta comunale non hanno fatto altro che ribadire la necessità di una discussione approfondita anche sulle alternative possibili per aiutare la città verso una mobilità moderna e sostenibile, con la possibilità che il disagio sopito anche tra gli esponenti di maggioranza, affiori e consenta una discussione completa per non ripetere errori che in passato hanno già provocato danni alla città. Il Comitato continuerà la raccolta delle firme e informerà’ i cittadini leccesi  sul progetto e sugli sviluppi procedurali connessi con la richiesta del referendum.

È innegabile il peso degli attori politici nel comitato civico. Se la trasversalità in questi contesti è necessaria, non si può nascondere il peso di civiche e partiti. Senza dubbio, chi nel 2024 ha perso alle urne, ora ha qualche sassolino da togliersi.

Per prima vediamo la lista dell’ex sindaco Salvemini, Lecce città pubblica, che si esprime tramite la coordinatrice Silvia Miglietta, già assessora del centrosinistra leccese:

In meno di un mese abbiamo raccolto oltre seimila firme: è la dimostrazione che i cittadini e le cittadine leccesi non accettano più decisioni calate dall’alto, né grandi opere inutili imposte senza confronto. Il filobus è il simbolo di una politica miope, incapace di ascoltare la città e di investire davvero in una mobilità sostenibile e moderna. Il referendum sarà possibile grazie all’impegno  di tanti volontari e volontarie e alla straordinaria partecipazione  di migliaia di cittadine e cittadini che vogliono esprimersi, vogliono decidere sul futuro della mobilità nella propria città. È un segnale politico chiarissimo: Lecce rifiuta questo progetto e chiede di essere protagonista delle scelte che la riguardano. Continueremo la raccolta firme perché sempre più persone ci chiedono di poter dire no a quest’opera  costosa, superata, e che risponde più a logiche di potere che a un reale interesse pubblico.

Per il PD – che tra i partiti d’opposizione in Consiglio comunale è quello con più consiglieri – si è espresso il segretario cittadino, l’avvocato Romeo Russo:

A Lecce, il Partito Democratico è parte fondante e attiva del Comitato per il No al Filobus. In meno di un mese il Comitato ha raccolto 6 200 firme per chiedere l’indizione della consultazione; un risultato che ci rende orgogliosi e soddisfatti. La risposta delle cittadine e dei cittadini è stata netta: la città ha già lanciato un messaggio chiaro e forte contro decisioni prese da pochissimi e validate da poche decine di altri. Continueremo a raccogliere firme, perché vogliamo che questo messaggio arrivi ancora più forte. Ora è certo: il referendum si farà, e siamo convinti che Lecce, la Città, sarà risparmiata da centinaia di pali e fili e da altri interventi demolitivi. Questa è la voce di una città che rivendica partecipazione, trasparenza e democrazia.

Tra le opposizioni fuori il Consiglio comunale, anche il MoVimento 5 stelle e Italia Viva si sono accodati al sostegno al referendum. Cominciamo dal primo. C’è un forte accenno ad uno dei vecchi capisaldi del M5S: la democrazia diretta. Lo si sente nelle parole del coordinatore provinciale, l’ex senatore Iunio Valerio Romano:

Le tante ombre sull’opportunità di adottare la decisione di potenziare il filobus a Lecce, apparsa a molti quanto meno affrettata ed estemporanea, come la stessa confusione operata con il carteggio agli atti sembrerebbe testimoniare, giustificano certamente un pronunciamento da parte della cittadinanza e le oltre seimila firme raccolte nel giro di appena tre settimane sono la prova di quanto la questione sia profondamente sentita. Quando si dà la parola ai cittadini non si sbaglia mai e, pertanto, un plauso va ai promotori e agli organizzatori dell’iniziativa. Ora la parola ai leccesi.

E lo si sente, con piccantezza, anche in quelle del rappresentante del Gruppo pentastellato di Lecce, l’avvocato Pierpaolo Saracino:

Molte persone di ogni età, in maniera composta e silenziosa animate, esclusivamente dalla voglia di partecipazione e di contare, in questi giorni hanno raggiunto convintamente le numerose postazioni dislocate nei vari quartieri della città per poter firmare e manifestare, in questo modo, il proprio deciso dissenso ad un progetto avvertito come astruso, folle, inutile e irrazionale, privo di uno studio preliminare e di fattibilità serio ed accurato, ma, soprattutto, lontano da quelli che sono i reali bisogni di mobilità da realizzare attraverso l’utilizzo del trasporto pubblico locale. I cittadini leccesi a gran voce non stanno manifestando un semplice no, ma stanno dicendo, agli ottusi amministratori locali, che vogliono altro, vogliono una soluzione alternativa e diversa da quella che viene prospetta loro, decisamente più efficiente e meno dispendiosa sul piano finanziario. I cittadini hanno voglia di informarsi e lo stanno facendo in modo tale da poter decidere assumere una decisione consapevole. Il M5S di Lecce si è schierato al fianco di tutta la cittadinanza insieme a tutti i soggetti politici e non che compongono il Comitato referendario perché non può che mostrarsi entusiasta tutte le volte in cui si fa strada la possibilità di poter attivare uno degli strumenti di democrazia diretta più importanti, cioè il referendum.

Italia Viva, per bocca di Monica Capoccia, mette in gioco il “vecchio” filobus – il quale, per chiarezza, non sarà oggetto di referendum: insomma, le linee esistenti rimarranno comunque – per fare un parallelo col presente:

Italia Viva esprime grande soddisfazione per il risultato raggiunto in appena un mese di raccolta di firme. La risposta dei cittadini è stata notevole e non poteva essere altrimenti considerato che già vent’anni fa il progetto del filobus era stato osteggiato con fermezza, senza distinzione  di colore politico. Una grande risposta all’arroganza dell’amministrazione, sorda al sentimento popolare. Italia Viva ha aderito con convinzione sin dall’inizio all’iniziativa, partecipando ai banchetti organizzati in tutti i quartieri della città.

Le ultime due dichiarazioni sono quelle di chi ha deciso di mantenere una linea un po’ più “alternativa”, un po’ più scettica. Presidente dell’associazione MIND, evoluta dalla sua lista per le comunali dello scorso anno, Alberto Siculella scrive così:

Come MIND Menti Indipendenti siamo orgogliosi di aver, prima di tutto e primi tra tutti, letto, studiato e discusso il progetto di estensione del filobus. Abbiamo aderito alla raccolta firme per la richiesta di referendum abrogativo, firmando e facendo firmare, sulla base della conoscenza del progetto, degli espropri, dei costi, della comparazione dei mezzi, delle prospettive, dei refusi e dei copia e incolla. Non sull’onda emotiva o presi da furore ideologico. Abbiamo detto un no nel merito di un progetto insostenibile sotto tutti i punti di vista. È stucchevole, ad oltre un anno dalla campagna elettorale, assistere ad un dibattito pubblico ancora fermo alle polemiche tra filobus e ciclabili, quando dovremmo lavorare tutti insieme ad una visione di Lecce come area vasta di servizi integrati e sostenibili, in ottica di città metropolitana. Il futuro è ben distante e non appartiene più a chi non ha capacità di proiettarci.

Last but not least, il segretario cittadino di Sinistra Italiana, l’avvocato Pierpaolo Patti, già sfidante di Salvemini nelle primarie del centrosinistra del 2023, si esprime così sulla questione:

Pur nella condivisione del giudizio negativo sul filobus e sul suo progetto di ampliamento, riteniamo che si debba ormai guardare ad un Piano del Trasporto Pubblico che parli all’intera area urbana, ivi compresi i comuni vicini, se è vero che il problema del traffico in città è generato dalle oltre 100 000 auto che vi accedono ogni giorno. In tal senso, nei giorni scorsi, abbiamo dato il via ad un processo che pone al centro amministratori del territorio, sindacati e cittadini, per arrivare ad avere un piano di bacino efficace ed efficiente. Senza questo passaggio anche il migliore degli strumenti del Trasporto pubblico è destinato a fallire. Temi complessi necessitano di soluzioni complesse che mal si conciliano con la polarizzazione del dibattito referendario.

Come anticipato, nei prossimi giorni sarà il turno di chi, la città, la governa. È arrivato il momento, per chi ha organizzato il referendum e per chi dovrà contrastarlo, di mettere le carte in tavola. E, dato che saranno in ultimo luogo i cittadini a scegliere direttamente, sarà fondamentale comunicare cosa viene pescato dal mazzo. _________

(1 – continua)

Tags:

Category: Costume e società, Cronaca, Politica

About the Author ()

Comments (1)

Trackback URL | Comments RSS Feed

  1. Vito ha detto:

    Benissimo….
    Grande l’avvocato Romeo Russo e tutti coloro che si stanno adoperando per evitare che la città di Lecce venisse deturpata da centinaia di pali e fili.
    GRAZIE A TUTTI

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Connect with Facebook

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.