IMPORTANTI SCOPERTE ARCHEOLOGICHE DI ETA’ BIZANTINA E LONGOBARDA A ORIA. LA PRESENTAZIONE A LECCE MARTEDI’ 12
(Rdl) _____________ Martedì 12 agosto p.v. alle ore 11.00 presso la sede della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Brindisi, Lecce e Taranto in via A. Galateo n.2 – Lecce, avrà luogo la conferenza stampa per la presentazione dei primi risultati della campagna di scavo 2025 condotti in regime di concessione ministeriale dall’Università del Salento nell’area di Parco Montalbano (Oria-BR). In particolare, saranno illustrati nel dettaglio gli esiti delle indagini archeologiche che hanno consentito di mettere in luce le fasi di vita di questo settore della città, con specifico riferimento all’età bizantina.
Interventi di:
Arch. Antonio Zunno – Soprintendente
Dott.ssa Antonella Pansini – Funzionario archeologo responsabile per il Comune di Oria
Dott. Cosimo Ferretti – Sindaco di Oria
Prof. Paul Arthur – professore ordinario di Archeologia Medievale – Università del Salento e presidente della Società degli Archeologi Medievisti Italiani (SAMI)
Ritrovamento di sepolture e edifici di età bizantina in una città pluristratificata
Scavi archeologici effettuati dall’allora Soprintendenza Archeologica per la Puglia in occasione di lavori di rifacimento del Parco Montalbano, ai piedi del Castello di Oria, hanno portato nel corso degli anni 2013-2015 al rinvenimento di un interessante contesto di età bizantina (X-XI secolo), rimasto però ignoto nella sua reale estensione, articolazione e funzione. Se, infatti, si dispone di un’ampia conoscenza delle fasi messapiche e romane della città di Oria, gli eventi successivi sono ancora poco documentati.
Grazie alla campagna di scavo condotta nel mese di giugno/luglio dalla Cattedra di Archeologia Medievale dell’Università del Salento, in regime di concessione ministeriale (MiC, n. 499 del 09/04/2025), è stato finalmente possibile acquisire nuovi dati sull’assetto di questo importante insediamento urbano e aggiungere un significativo tassello alla ricostruzione degli sviluppi insediativi e economici del periodo bizantino in Terra d’Otranto.
Edifici, tombe, monete, strumenti d’uso quotidiano, appartenenti ad un contesto pluristratificato e messi in luce durante lo scavo, sono ora al centro di studi specialistici volti a comprendere meglio il ruolo che Oria svolse in un periodo particolarmente incompreso della storia del Salento, quando l’Impero bizantino stava riconquistando dai Longobardi gran parte dell’Italia meridionale e cercava di arginare la pressante minaccia araba.
Immagini
- Strutture bizantine scoperte a Parco Montalbano, Oria, nel luglio 2025 (foto di copertina)
- Due sepolture bizantine da Parco Montalbano, Oria. Quella a destra conteneva due adulti, probabilmente donne, e almeno cinque bambini (foto qui sotto)
Moneta d’argento longobarda del principe Sicardo di Benevento risalente all’832-839 d.C., proveniente da Parco Montalbano, Oria e immagini dello stesso tipo di moneta una volta ripulita (foto qui sotto).
Category: Costume e società, Cronaca, Cultura, Eventi
Martedì 12 agosto alle ore 11.00 presso la sede della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Brindisi, Lecce e Taranto in via A. Galateo n.2 – Lecce, si è svolta la conferenza stampa per la presentazione dei primi risultati della campagna di scavo 2025 condotti in regime di concessione ministeriale dall’Università del Salento nell’area di Parco Montalbano (Oria-BR).
In particolare, sono stati illustrati nel dettaglio gli esiti delle indagini archeologiche che hanno consentito di mettere in luce le fasi di vita di questo settore della città, con specifico riferimento all’età bizantina.
Sono intervenuti:
Arch. Antonio Zunno – Soprintendente
Dott.ssa Antonella Pansini – Funzionario archeologo responsabile per il Comune di Oria
Dott. Cosimo Ferretti – Sindaco di Oria
Prof. Paul R. Arthur – professore ordinario di Archeologia Medievale – Università del Salento e presidente della Società degli Archeologi Medievisti Italiani (SAMI)
Ritrovamento di sepolture e edifici di età bizantina in una città pluristratificata
Gli scavi archeologici effettuati dall’allora Soprintendenza Archeologica della Puglia durante i lavori di riqualificazione di Parco Montalbano, ai piedi del Castello di Oria, hanno portato alla scoperta, tra il 2013 e il 2015, di parte di un interessante complesso bizantino (X-XI secolo). Fra i manufatti rinvenuti c’era un sigillo in piombo di X secolo raffigurante S. Teodoro, che testimonia scambi diplomatici tra lo strategos (governatore) bizantino stanziato a Durazzo e qualcuno presumibilmente dell’élite oritana. Tuttavia, la scoperta del sito non è mai stata resa pubblica e le sue dimensioni effettive, la sua planimetria, la sua funzione e la sua importanza sono rimaste finora sconosciute.
Nell’ambito di un progetto sul patrimonio bizantino dell’Italia meridionale diretto dal Prof. Paul Arthur e che coinvolge cinque atenei italiani (https://byzantineitaly.it/), nel 2023 l’Università del Salento si è offerta di documentare le scoperte e ha condotto una prima campagna di studi. Dopo aver accertato l’importanza del sito come un centro amministrativo ed economico della Terra d’Otranto dopo la riconquista bizantina dell’Italia meridionale da parte dell’imperatore Basilio I negli anni 867-880, in regime di concessione ministeriale (MiC, n. 499 del 09/04/2025), l’università ha svolto ulteriori scavi. L’interesse per quest’area in età bizantina era dovuto alla perdita delle risorse agricole della Sicilia a favore degli arabi e al fatto che questi ultimi avevano conquistato anche la vicina Taranto e rappresentavano una minaccia per la sicurezza di gran parte della penisola italiana.
La campagna di scavo condotta nel mese di luglio 2025 dalla Cattedra di Archeologia Medievale del Dipartimento di Beni Culturali, presso l’Università del Salento, ha confermato l’importanza del sito a Parco Montalbano proprio per la fase riferibile al periodo tra la riconquista da parte dell’imperatore Basilio I e la presa di Oria dei conquistatori normanni durante la seconda metà dell’XI secolo, verosimilmente nel 1062.
Prima dell’arrivo dei bizantini verso la fine del IX secolo, Oria era sotto la dominazione dei longobardi di Benevento. Probabilmente rappresentava una roccaforte di frontiera, visto che le forze bizantine erano confinate nel basso Salento, con centro ad Otranto. È possibile che Oria in questo periodo contrastasse una roccaforte bizantina sistemata all’interno del vecchio anfiteatro di Lecce, ipotesi che potrebbe essere avvalorata dagli scavi attualmente in corso da parte di Giuseppe Muci della Soprintendenza. Purtroppo, abbiamo finora poche testimonianze materiali del domino longobarde su Oria, quando la città era uno dei più significativi centri culturali ebraici nell’Italia meridionale, a parte due sepolture rinvenute in via Strabone nel 1999. I recenti scavi, comunque, hanno restituito un’importante moneta in argento del principe Sicardo di Benevento risalente all’832-839 d.C.
Le altre testimonianze provenienti dallo scavo sono essenzialmente databili al dominio bizantino. In aggiunta agli edifici rinvenuti nel 2013-2015, sono state portate alla luce altre strutture che aiutano a capire quanto fosse articolato il complesso edilizio, sistemato a terrazze e che faceva uso del banco roccioso, forse anche per creare alcuni vani rupestri. Gli edifici erano ben costruiti per l’epoca, con fondazioni in pietra a secco ed alzati probabilmente in legno e mattoni crudi che, sospettiamo, avessero due piani. La scoperta di numerose lastrine sottili in pietra calcarea, sia nel 2013-15, sia quest’anno, ci hanno fatto pensare che i piani in legno fossero rivestiti in pietra. Questo, di per sé, indicherebbe che alcuni degli edifici erano probabilmente di alto rango sociale.
Alcuni edifici erano apparentemente dedicati alla produzione agricola e artigianale. Gli scavi hanno portato alla luce frammenti di macine per la molitura dei cereali e basi di presse per la spremitura delle olive. Numerosi corni di cervo, oggetti in osso e scarti suggeriscono inoltre la presenza di un laboratorio artigianale, che potrebbe aver prodotto anche oggetti in bronzo e in altri materiali. Lo status ufficiale dell’area è suggerito non solo dal ritrovamento dal sigillo di piombo già menzionato, chiaramente appartenente a un documento, ma anche dal ritrovamento di apparenti attrezzature militari. Quest’anno è stata rinvenuta almeno una punta di freccia in ferro, insieme a uno strano oggetto in bronzo che potrebbe essere la testa di una mazza. Se quest’ultima interpretazione fosse corretta, potremmo ipotizzare la presenza di cavalleria bizantina.
Quest’anno abbiamo anche proseguito lo studio di un cimitero bizantino venuto alla luce a nord del complesso edilizio. Con lo scavo di una sepoltura piuttosto elaborata, l’antropologa Dott.ssa Serena Siena ha notato la presenza particolare di sepolture di donne e bambini, piuttosto che di individui di sesso maschile. Si tratta di un fatto piuttosto strano che richiederà ulteriori studi. Tuttavia, le sepolture suggeriscono la presenza nelle vicinanze di una chiesa, che potrebbe essere indicata anche dal ritrovamento di frammenti di marmo decorato.
La vita nel sito non sembra essere continuata dopo l’XI secolo. Forse l’area, compreso il cimitero, fu abbandonata e demolita di proposito. In assenza di ulteriori testimonianze, si potrebbe ipotizzare che la demolizione definitiva del complesso edilizio di età bizantina sia stata causata dalla costruzione del castello normanno nel corso del XII secolo. La maggior parte del castello verso sud sarebbe rimasta protetta dalla città murata. Anche se gli altri lati sarebbero stati meno fortificati, con la sua principale difesa fornita da un pendio, l’assenza di qualsiasi edificio sul pendio di Parco Montalbano gli avrebbe permesso di avere una vista aperta su un’arteria che ripercorreva il percorso dell’antica Via Appia e su una strada di collegamento. Inoltre, avrebbe presentato un aspetto dominante della città a tutti coloro che transitavano nella parte bassa.
È stato finalmente possibile acquisire nuovi dati sull’assetto di questa importante area urbana e aggiungere un significativo tassello alla ricostruzione degli sviluppi insediativi e economici del periodo bizantino in Terra d’Otranto. Edifici, tombe, monete, strumenti d’uso quotidiano, appartenenti ad un contesto pluristratificato e messi in luce durante lo scavo, sono ora oggetto di studi specialistici volti a comprendere meglio il ruolo che Oria svolse in un periodo particolarmente poco studiato della storia del Salento, quando l’Impero bizantino stava riconquistando gran parte dell’Italia meridionale fino a quel momento in mano ai Longobardi e cercava di arginare la pressante minaccia araba.
La continuità del progetto archeologico nei prossimi due anni riteniamo che potrà rivelare grandi e importanti sorprese. Se, infatti, si dispone di un’ampia conoscenza delle fasi messapiche e romane della città di Oria, gli eventi successivi sono ancora poco documentati, ma non per molto!
Gli scavi sono stati diretti dal Prof. Paul Arthur, professore di archeologia medievale all’Università del Salento. Sono stati condotti sul campo dal Dott. Paolo Marcato, che ha coordinato un gruppo di studenti dell’Ateneo salentino, insieme agli studenti provenienti dalle Università di Padova e di Salerno. Lo scavo e l’analisi dei resti scheletrici è stato condotto dall’antropologa Dott.ssa Serena Siena mentre la Dott.ssa Serena Musco è stata responsabile della catalogazione dei reperti. L’assistenza, compreso vitto e alloggio, è stata fornita dal Comune di Oria, che ringrazio nelle persone del Sindaco Cosimo Ferretti e dell’Assessore Immacolata Torchiani. Barsonofio Chiedi ha fornito preziosa assistenza per la logistica, mentre il Prof. Marco Leo Imperiale, come sempre, ha contribuito con i suoi preziosi consigli.
La Soprintendenza è stata di grande aiuto, in particolare grazie alla gentile collaborazione del funzionario archeologo di zona Dott.ssa Antonella Pansini.