ACQUA SCOMPARSA, O MAL GESTITA: IL CASO DELLA DIGA DI SAN GIULIANO
di Graziano De Tuglie __________
Nella sempre più arida estate della Puglia si inserisce il caso dell’invaso di San Giuliano in Basilicata.
La Diga di San Giuliano fu una struttura realizzata nel 1950 con i fondi del Piano Marshall per sbarrare il fiume Bradano e alimentare l’irrigazione del Metapontino e della provincia di Taranto.
La Cia pugliese lancia un allarme sulla gestione dell’Invaso che, per accordo di vecchia data, dovrebbe fornire il 50% dell’acqua contenuta alla Basilicata e fornire l’altra metà alla Puglia e specificatamente ai terreni della contigua provincia di Taranto.
L’organizzazione agricola denuncia apertamente che lo storico accordo di riparto delle risorse idriche non viene rispettato e le forniture alla Puglia variano in quantità discostandosi di molto rispetto a quanto spettante alla Puglia: le forniture idriche destinate alla Puglia vengono ridotte o aumentate senza preavviso, con decisioni unilaterali assunte dal Consorzio di Bradano e Metaponto.
Per oltre un anno , la galleria che collega la diga al ripartitore di San Marco è stata interessata da importanti lavori che l’hanno resa inutilizzabile come canale per il trasporto di acqua in territorio pugliese e solo in questo agosto è tornata in funzione. Ma, afferma la Cia di Puglia, i lavori non sono completi e l’efficienza della rete non è ottimale perchè manca un giunto di dilatazione all’imbocco della galleria e la perdita stimata è di 0,5 litri al secondo.
«Una falla – osserva la Cia – che si poteva evitare approvvigionandosi del materiale necessario durante il lungo cantiere». Questo nonostante i lavori di ripristino siano costati 2,4 milioni di euro.
Esiste anche un’altra importante criticità secondo la Cia che si domanda dove siano finiti 6,4 milioni di metri cubi di acqua che erano presenti nell’invaso di San Giuliano alla data dell’8 maggio 2025 e scomparsi al rilevamento dell’8 agosto 2025 certificato dall’Autorità di Bacino. Una quantità importante di acqua che è svanita mentre ancora la diga era inutilizzata per i lavori che sono cessati a ridosso dello scorso Ferragosto.
In una struttura che al 50% è di proprietà della Puglia, i vari commissari regionali e i dirigenti dell’ex Consorzio di Stornara e Tara hanno omesso di far rispettare i diritti del territorio pugliese lasciando totale mano libera al Consorzio di Bradano e Metaponto che si è comportato come despota assoluto. La Cia chiede veemente all’Assessore all’agricoltura pugliese e al Commissario unico dei Consorzi di Bonifica Centro Sud di agire con decisione per fare rispettare i diritti della Puglia sull’approvvigionamento idrico scaturente dall’invaso di San Giugliano.
La situazione pugliese di approvvigionamento idrico è tanto pericolosa da non poter sopportare uno scippo simile alla deviazione delle risorse che la diga può fornire. ____________
LA RICERCA nel nostro articolo dell’11 agosto scorso