L’INTERVISTA / “Volevo aprire una trattoria. Invece ho fatto un museo”. LUCIANO FAGGIANO RACCONTA A leccecronaca.it DELL’ESPOSIZIONE COL SUO NOME E PARLA DEL FIUME, DELLA CARTAPESTA E DELLE ALTRE MERAVIGLIE CHE CONSERVA

| 11 Settembre 2025 | 0 Comments

di Cristina Pipoli ___________

Non potevo non iniziare l’intervista senza postare questa foto scattata da me molto tempo addietro. Conosco Luciano Faggiano da tantissimi anni, questa foto è stata una delle prime che gli ho scattato quando ero ragazzina. Luciano mi raccontava; e continua a farlo ancora oggi a tutti coloro che vogliono conoscere la sua realtà, che queste sono le opere in cartapesta leccese del noto professore Antonio Malecore; l’ultimo maestro di questa arte sacra. Risalgono alla fine dell’Ottocento.  

Mi spiegava già allora, quando da ragazzina lo guardavo stupita, che Malecore era il fondatore di questa arte antica.

Luciano ci tiene a raccontarne la loro storia delle opere esposte, a farle vedere.

Il Museo Faggiano (a Lecce, in via Ascanio Grandi 56, telefono 0832 300528, ndr) ha un fascino antico che si tramanda da generazione in generazione; sono certa che finché esisteranno occhi stanchi, ma sereni, come quelli di Luciano, la storia, la cultura e la tradizione salentina non moriranno mai.        

Lo vediamo nella foto mentre indica i Re Magi; queste opere d’arte, come spiega la voce calma ma sicura di Luciano, sono dei Re Magi anomali. Perché a quelli che li ordinarono in America, dato che un tempo c’era tanta richiesta, la testa di un Re Magio venne spedita con quella di S.Antonio Abate, un’altra con quella di S.Luigi e un’altra ancora con quella di Gesù. Ma arrivati a destinazione, parliamo del periodo intorno agli anni Quaranta, vennero restituiti indietro. Malecore pensava che in America non se ne sarebbero accorti vista la mole di lavoro che aveva, invece non fu così, infatti furono rispediti in Italia. Luciano li acquistò da un antiquario, sono pezzi unici perché i Re Magi di solito vengono rappresentati con volti orientali.

D- Come nasce l’idea di mettere su un museo nel centro storico di Lecce?

R- “L’idea è nata per caso perché io inizialmente dovevo fare un trattoria”.

D- E poi che è successo?

R- “Il tubo della fogna non andava bene. Per andare alla ricerca del tubo della fogna, è uscito quello che esiste adesso: un museo a cielo aperto”.

D- Cosa consiglia di visitare al suo interno?

R- “Tutta la sedimentologia leccese. Il primo popolo che ha abitato il territorio è stato quello dei Messapi, prima ancora dei romani, fino ad arrivare al 1800”.

D- Immagino che abbiate trovato tante altre cose…

R- “Sì, veramente tante. Tra questi ci sono oggetti che custodiamo noi in famiglia. Quattromila pezzi li abbiamo dati allo Stato. Alcuni invece sono stati esposti in vari musei. Altri ancora sono in fase di studio nei depositi”.

D- C’è un oggetto particolarmente interessante?

R- “No, sono tutti molto interessanti. Non c’è un oggetto più o meno interessante dell’altro, questo per il semplice fatto che ognuno di essi rappresenta la quotidianità. È questa è la cosa più bella dei nostri reperti”.

D- Tipo?

R- “Le tazze in oro e quelle in vetro”.

D- Mi sembra che il vetro sia più raro…

R- “Sì, è rarissimo trovarlo, ma durante gli scavi noi ne abbiamo trovato veramente tanto”.

Luciano insegna non solo come custode di un sapere antico. Ma anche come padre e marito, come colonna portante di una famiglia unita e compatta.

D- Un’attività a conduzione famigliare fortifica i rapporti all’interno del nucleo domestico?

R- “L’attività a conduzione famigliare è coinvolgente perché siamo un noi, e in tutte le parti del mondo ci cercano”.

D- Quindi conferma il riscontro positivo?

R- “Assolutamente sì”.

D- Cosa rappresenta per lei il Salento?

R- “Il Salento per me ha sempre rappresentato una terra sacra, piena di sole e di luna. L’aria, la luce, la nostra pietra, nota ormai a livello internazionale come ‘pietra leccese’ parla. Ha tanta storia da raccontare. Le grotte che vanta il nostro territorio secondo me sono una cosa unica al mondo”.

D- Magari, dopo aver visitato il Museo, ci sta una sosta al vicino Bar Astoria… Ad un turista cosa consiglierebbe di assaggiare?

R- “Sicuramente il caffè in ghiaccio con latte di mandorla, e i pasticciotti o il miele prodotto da noi”.

D- Cosa la spinge a saper gestire e a gestire bene le sue varie attività?

R- “Me lo chiedono in tanti, come faccia a mantenere tutto in piedi. Rispondo sempre che il Bar Astoria è vicino al museo, e con il giardino e gli alberi di acero piantati da me tanti anni fa, è una chicca, poi per me un’ ulteriore spinta a portare avanti il tutto”.

Come all’inizio, ci tengo a concludere questa intervista con un’altra foto scattata sempre da me parecchio tempo fa. Ci tengo, perché quel giorno mentre spiegava a un gruppo di turisti tedeschi, nelle sue perfette delucidazioni, Luciano Faggiano diceva che lì, in quel punto, c’è il passaggio del fiume Idume. Questo fiume scorre sotto la città di Lecce arrivando fino a Torre Chianca. Infatti l’acqua è la vita. Furono i Messapi a coniare il nome…E che questa vista venga sempre custodita nel cuore e nella mente dei sapienti, negli scatti dei curiosi e nei libri di storia!

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Category: Costume e società, Cultura

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