LA POLEMICA / SE IL CABARET DI GIAMPAOLO CATALANO SPONSORIZZA PIPPI MELLONE E’ LA FINE DELLA SATIRA

| 15 Settembre 2025 | 0 Comments

(g.p.) _____________ Ci ridiamo su?

No, nient’affatto! Non c’è niente da ridere, ma molto da ridire, su quanto è avvenuto l’altra sera a Nardò, in questo nostro Salento che, a livello di gestione politica, con la cultura continua ad avere un rapporto disastrato e disastroso, incapace di elaborare strategie di valorizzazione, di merito, di superamento delle logiche dell’esistente, del contingente e degli amici degli amici.

E cosa è successo l’altra sera a Nardò?

E’ successo che c’era una rassegna di cabaret, denominata “Stasera ridiamoci su”, con la partecipazione dei gruppi comici salentini Scemifreddi, I Malattori, e di Paolo Catalano.

Rassegna voluta e finanziata – come rivendicato a caratteri cubitali nella locandina – dal sindaco Pippi Mellone, che in questi giorni, aspirando a essere designato quale candidato presidente del centro – destra, sta disperatamente lottando contro i mulini a vento di silenzi, dinieghi e rifiuti dei partiti della coalizione, che, evidentemente, non hanno dimenticato i suoi assidui trascorsi di contiguità, continuità e collaborazione col Pd di Michele Emiliano, Stefano Minerva e Alessandro Delli Noci.

A tentare di invertire l’andazzo, sul palco della rassegna di Nardò, Paolo Catalano ha pensato bene di improvvisare una performance artistica, artistica fra dieci virgolette prima e dieci dopo, per sostenere le aspirazioni di Mellone, a ritmo di tarantella, di tarantella poi, nemmeno di pizzica…Che poi involontariamente evoca le tarantelle politiche ballate da Pippi Mellone in questi anni.

Ma Paolo Catalano faceva sul serio e ha dato vita al ritornello – mantra

“Se il centro-destra vuol battere De Caro

c’è una sola soluzione

e quella soluzione si chiama Pippi Mellone”.

Ecco qua, secoli di commedia dell’arte irriverente, decenni di satira politica feroce, e di cabaret dissacrante ostinato e contrario, distrutti in trenta secondi.

Una cosa allucinante, che avrà fatto rivoltare nella tomba in tanti, da Plauto e Gneo Nevio, a Oreste Lionello ed Enzo Jannacci.

Mutatis mutandis, è come se – che ne so? – al Bagaglino di Roma avessero intessuto le lodi di Giulio Andreotti, o al Derby di Milano avessero sostenuto le tesi di Bettino Craxi…

La gloriosa tradizione della satira italiana, che deve necessariamente essere contro il potere, insomma, completamente asfaltata e massacrata in un attimo.

Quello messo in scena l’altra sera sul palco di Nardò è stato uno spettacolo penoso, che non sta né in cielo né in terra e di cui i protagonisti a vario titolo dovrebbero vergognarsi e basta.

Category: Costume e società, Cronaca, Cultura, Eventi, Politica

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