“Il batterio della Xylella raggiunge Foggia: una notizia che è una farsa. Riprende il terrorismo mediatico in vista dell’udienza del 28 ottobre. E’ ormai abbondantemente dimostrato scientificamente che non è esso la causa primaria del disseccamento degli ulivi”
Riceviamo e volentieri pubblichiamo. Ulivivo, comitato di cittadini e associazioni in difesa degli Ulivi della Puglia, e il Comitatato agricoltori e cittadini della Conca Barese ci mandano il seguente comunicato (nella foto del nostro d’archivio, la Procura della Repubblica di Bari) ____________
All’approssimarsi dell’udienza del GIP del prossimo 28 ottobre sul “raggiro” (definizione della P.G.) subito dai pugliesi sulla questione dei disseccamenti degli ulivi, con la strumentale e criminogena attribuzione del fenomeno al batterio Xylella a fini di lucro da parte di vari soggetti ben identificati, ecco che riprende il terrorismo mediatico delle testate “allineate” e delle organizzazioni di categoria implicate nei reati identificati dalle indagini giudiziarie. Quasi si volesse intimidire la magistratura, ove si decidesse di non archiviare l’indagine e proseguirla individuando con assoluta certezza i singoli soggetti imputabili, del resto già emergenti dalle indagini, accusandola, come già accaduto, di favorire l’avanzata del “batterio killer”. Per riassumere agli smemorati i contorni della vicenda, vogliamo ricordare quanto emerso dalle indagini giudiziarie, ovvero l’organizzazione di un sistema criminogeno che ha gestito negli anni prima la ”scoperta” ritardata della presenza in Puglia del batterio, poi l’inganno epidemiologico sulle cause e il numero dei disseccamenti, e infine il business delle analisi di monitoraggio, dell’importazione di olio pessimo, degli espianti e delle biomasse energetiche, degli innesti e impianti con “cultivar resistenti”, delle sostituzioni agronomiche, dei sussidi, delle “pratiche preventive” di diserbo e abuso di insetticidi altrove vietati. Abbiamo detto “ha gestito”, ma dovremmo dire che come mai prima d’oggi gestisce impunemente ancora, l’intero affare criminale, a cui più recentemente si è aggiunto quello dello sviluppo del fotovoltaico a terra, dell’eolico, dei villaggi turistici di lusso, fino ad arrivare alla suggestiva idea dell’insediamento di comunità “estere” dedicate, nelle aree liberate dagli ingombranti patriarchi vegetali pugliesi. “IL KILLER DEGLI ULIVI È ARRIVATO SUL GARGANO” recitano le rassegne stampa e i comunicati delle categorie agricole. Peccato che, se la Xylella è oramai endemica del nostro territorio, la si trova dove la si cerca, quindi non è il batterio che è arrivato sul Gargano ma il monitoraggio del sistema regionale, anche questo, evidentemente, ad orologeria. Peccato anche che la Xylella non è mai stata e continua a non essere il killer degli ulivi; prima di tutto non li uccide affatto, come oramai dimostrato ampiamente da pubblicazioni scientifiche “peer reviewed”, verificato da soggetti istituzionali “terzi” e dall’evidenza in campo, ma non è nemmeno la vera causa dei disseccamenti. Infatti, stando ai dati ufficiali del monitoraggio regionale emerge che le piante con sintomi risultate positive a Xylella hanno oscillato nel tempo fra circa il 20% e il 3% (a seconda delle campagne di monitoraggio), mentre prevalgono altri fattori patogeni (come i funghi) e cattive pratiche agricole, come ha dimostrato una ricerca scientifica pubblicata a gennaio 2024 sulla rivista scientifica “Journal of Phytopatology”. Tuttavia, tale acquisizione era ancora non definitiva negli atti di P.G., le cui ultime indagine risalgono a giugno 2023, ove si legge: “Se si scoprisse che Xylella è una componente del complesso del disseccamento rapido dell’olivo, ma non il primo agente causale, tutta la politica di gestione della batteriosi salterebbe immediatamente, pochi in Italia stanno lavorando per appurare questo dato, in quanto l’attuale indiziato numero uno rende molto di più, per la ragione che è un patogeno appartenente alla lista di quelli da quarantena”. Ora questo è stato dimostrato scientificamente! Pertanto ci aspettiamo che “tutta la politica di gestione della batteriosi salti immediatamente”. Naturalmente, il sistema avviato e oliato, con il sostegno politico locale e nazionale, non vuole fermarsi, anzi accelera, quasi col timore aggiuntivo che le azioni giudiziarie lo rallentino o arrestino del tutto. Quindi tutti i reati emersi dalle indagini, che la richiesta di archiviazione della Procura di Bari ha confermato ma non attribuisce a singoli soggetti, non solo sono in corso, ma si sono arricchiti di altri interessi e altri soggetti seduti al tavolo dell’abbuffata criminale e dell’ecocidio del territorio pugliese. ___________
LA RICERCA nel nostro articolo del 4 settembre scorso
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