I LUPI NON SONO PERICOLOSI. SONO PERICOLOSI I CACCIATORI

| 12 Novembre 2025 | 0 Comments

Riceviamo e volentieri pubblichiamo _____________

Gentilissimi tutti, con la presente, in qualità di esperti e cittadini impegnati da tempo per un corretto rapporto fra fauna selvatica e attività umane, desideriamo proporre elementi di necessaria considerazione perchè sia fornita all’opinione pubblica un’equilibrata e obiettiva informazione sul lupo scevra da sensazionalismi ed elementi privi di riscontro scientifico. 

Negli ultimi anni, la comunicazione messa in atto da molti giornalisti si è dimostrata totalmente priva di nozioni scientifiche, e al contempo colma di inesattezze, nonché di notizie non corrispondenti al vero, basti vedere gli innumerevoli articoli nei quali si parla di fantomatiche reintroduzioni del lupo, quando in realtà, la sua espansione è frutto solo ed esclusivamente di dinamiche naturali, o ai tantissimi casi di cani lupi cecoslovacchi che vengono puntualmente spacciati per lupi, o ai tanti testi filo-allarmistici corredati da titoloni a lettere cubitali “Allarme lupi”, “ALLARME! Lupi avvistati in zone urbane, LA GENTE HA PAURA” , e così via.

Crediamo fermamente che ci sia bisogno di una comunicazione basata sulla consapevolezza e sul rispetto, sia nei confronti di un animale selvatico che è, a tutti gli effetti, un componente fondamentale per l’equilibrio ecosistemico, e sia nei confronti degli utenti che, invece di imparare, ricevono e assorbono questi scritti in maniera totalmente sbagliata e nociva, l’immagine che viene percepita dalla collettività è unicamente quella insana del lupo cattivo e non per quello che è realmente, un predatore ma che, se lasciato in pace, non rappresenta alcun pericolo verso l’ essere umano, in quanto quest’ ultimo non è concepito dal lupo come una possibile preda.

“Negli ultimi tempi assistiamo a una crescente diffusione di notizie allarmistiche sui lupi, spesso prive di un reale fondamento scientifico e basate su episodi decontestualizzati. Titoli sensazionalistici e immagini di lupi avvistati vicino ai centri abitati generano paure infondate tra i cittadini, contribuendo a una percezione distorta della realtà.I lupi, come confermato da studi scientifici e dagli enti di tutela della fauna, non rappresentano un pericolo per l’uomo. Sono animali schivi, il cui ritorno nei nostri territori è segno di un ecosistema più sano. L’aumento degli avvistamenti è dovuto, oltre alla maggiore disponibilità di cibo, anche alla diffusione di fototrappole, videocamere di sorveglianza e smartphone, che permettono di documentare situazioni che in passato passavano inosservate. Inoltre, il disturbo causato da alcune attività umane – come la caccia, il taglio indiscriminato dei boschi, la frammentazione degli habitat e il consumo di suolo – li costringe sempre più spesso a uscire allo scoperto e ad avvicinarsi ai centri abitati.Partecipare agli eventi organizzati da esperti, associazioni di volontari, guardie ecologiche e polizia locale addetta alla fauna selvatica aiuta a conoscere meglio la biologia del lupo. Ad esempio, un aumento degli avvistamenti si registra nei primi mesi dell’anno, quando i giovani lupi in dispersione, non trovando un territorio libero, si avvicinano temporaneamente alle attività umane. Questa fase è naturale e transitoria: come arriva un giovane lupo, così se ne andrà, talvolta nello stesso giorno o nel giro di poche settimane.

A queste considerazioni, si unisce la mia diretta esperienza sul campo e di tanti altri che vivono i territori selvatici

Come ricercatore e fotografo naturalista da oltre 40 anni, posso affermare con certezza: i lupi non sono un pericolo per noi umani. Pur entrando spesso nei loro territori, non ho mai avvertito la minima sensazione di essere attaccato, anzi mi sono sentito io l’intruso.

Al contrario, il mio unico timore deriva da alcuni animali umani, in particolare coloro che svolgono l’attività venatoria (legale e illegale). L’incontro con cacciatori o pescatori illegali, anche in aree protette, in qualsiasi periodo dell’anno, è ciò che realmente mi spaventa e mi fa sentire in pericolo mentre attraverso i boschi e i sentieri del nostro bel Paese.

Per questo motivo, invitiamo gli addetti stampa e i giornalisti a consultare esperti locali o nazionali di fauna selvatica prima di pubblicare notizie allarmistiche. Questi professionisti saranno lieti di fornire informazioni corrette, consentendo di realizzare articoli basati su dati scientifici. Chi legge saprà apprezzare nel tempo un’informazione responsabile e affidabile.

La protezione dell’ambiente, e quindi anche dei lupi, dipende molto dalla qualità dell’informazione diffusa dai giornali, dai siti web, dai social e da tutti i media. Attenersi ai fatti e rispettare l’articolo 9 della Costituzione italiana, che sancisce la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, non è solo un dovere professionale, ma un atto di responsabilità verso le future generazioni.

Chiediamo ai media e ai politici di trattare l’argomento con maggiore attenzione, consultando esperti e diffondendo informazioni corrette. Creare allarmismo non solo danneggia la percezione di questa specie protetta, ma alimenta tensioni inutili tra cittadini e istituzioni.”

– Antonio Iannibelli – Fotografo naturalista, guardia ecologica volontaria, studioso di lupi.

(SUA LA FOTO CHE ABBIAMO UTILIZZATO IN COPERTINA DI QUESTO ARTICOLO, ndr)

“La paura del selvatico, in questo caso del lupo, non è biologica, ma culturale.

Ovvero non appartiene alla nostra storia bio-evolutiva di animali umani, ma da una cultura oscurantista lunga secoli se non millenni, che oggi è il caso di lasciare all’oblio del tempo.

Diversamente da quanto narrato infatti, i nostri antenati preistorici non vivevano nella paura, ma nell’animalità, cioè avevano piena conoscenza del mondo naturale. Noi a quel modo di percepire e vivere il mondo dobbiamo, anzi abbiamo l’obbligo etico, di riferirci.

Per questo la conoscenza dei lupi, ma anche di altri selvatici, dovrebbe essere quasi scuola dell’obbligo. Invece delle inutili ore di religione o educazione fisica, andrebbero introdotte nelle scuole ore di educazione all’animalità.

In questo senso anche i media possono, devono, fare la loro parte, evitando di seminare terrore antiscientifico, ma invece spronando a conoscere, ad usare un ragionamento scientifico, a tornare ad una logica animale che noi tutti possediamo dalla nascita, ma che ignoriamo, dimentichiamo, neghiamo.

I lupi rappresentano un valore, soprattutto in questi tempi oscuri, un valore per l’ambiente, per la biodiversità, per la società.”

– Francesco De Giorgio – Etologo antispecista. Presidente di Sparta Riserva dell’ Animalità

 

Per tutti i motivi sopra riportati, riteniamo che sia di fondamentale importanza, soprattutto in un momento così critico e nefasto per la fauna selvatica, che i giornalisti si avvalgano di quel principio fondamentale chiamato etica, e che si adoperino in una comunicazione sana ed equilibrata, come deontologia comanda, onde evitare allarmismo, isteria collettiva e gente che si sentirà legittimata ad agire con metodi subdoli e irrispettosi delle leggi vigenti.

“Il Lupo (Canis lupus) è tutelato ai sensi e per gli effetti di cui all’art. 12 della Direttiva n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e seminaturali, la fauna e la flora, rientrando negli allegati II e IV, lettera a) ed è specie particolarmente protetta ai sensi dell’art. 2 della legge n. 157/1992 e s.m.i.

E’, inoltre, tutelato in quanto presente nell’Allegato II della Convenzione internazionale relativa alla conservazione della vita selvatica e dell’ambiente naturale in Europa (Berna, 19 settembre 1979), esecutiva in Italia con la legge n. 503/1981.

L’uccisione di un esemplare di Lupo è sanzionata penalmente dall’art. 30 della legge n. 157/1992 e s.m.i., in caso di uccisione da parte di soggetto privo di autorizzazione alla caccia può integrare anche il reato di cui all’art. 625 cod. pen. (furto aggravato ai danni dello Stato).

La diffusione di notizie false o tendenziose riguardo il Lupo può integrare gli estremi dell’art. 656 cod. pen., mentre il procurato allarme può integrare gli estremi  previsti nell’art. 658 cod. pen.”

– Gruppo d’Intervento Giuridico Onlus – Associazione ambientalista

 

“Ultimamente, affrontare serenamente il tema legato alla tutela della Natura, sembra essere un’ impresa davvero ardua; ci si siede un attimo, si accede ai social con la speranza di estraniarsi da tutte le notizie nefaste inerenti alle guerre, ai femminicidi, alla criminalità che, ormai, ha raggiunto livelli inenarrabili, agli innumerevoli fatti di cronaca nera che purtroppo vedono coinvolti anche tantissimi bambini, e ci si trova, invece, a essere letteralmente bombardati da articoli sul lupo, o meglio, contro il lupo,  un continuo martellamento che ha la funzione di una vera e propria coercizione cognitiva, lupi descritti come demoni enormi e cattivi, lupi onnipresenti e famelici, lupi, e ancora lupi…

Essendo un’assidua frequentatrice di boschi, sinceramente, non ho mai riscontrato pericolosità negli animali selvatici che, nella maggior parte delle volte, si sono dimostrati elusivi, schivi e non interessati alla mia persona, anzi, mi è capitato, più e più volte, di vederli scappare via non appena si fossero resi conto della mia presenza; fortunatamente, la comunicazione fuorviante messa in atto da molte testate giornalistiche, non mi ha portata a rinunciare alla mia passione: conoscere, studiare e difendere la Vita selvatica.

Oggi come oggi, in un mondo reale davvero violento, è necessario che ogni testata giornalistica si esprima in rispetto di tutti gli utenti che, come me, desiderano essere informati in maniera corretta, e non resi “schiavi” di paure ataviche e ingiustificate.

Credo fermamente che sia doveroso, da parte di chi gestisce le testate giornalistiche sui social, intervenire tempestivamente onde alienare e condannare i commenti di tutti coloro che istighino al bracconaggio, o che, in qualche maniera usino un linguaggio offensivo e irrispettoso, anche questi sono forme di violenza a tutti gli effetti che vengono percepite, e assorbite, da tanti minorenni lasciati, purtroppo, da soli davanti a un cellulare, o a un PC che sia, c’è davvero bisogno di una comunicazione costruttiva e istruttiva, la prepotenza e sopraffazione non devono essere tollerabili, è innegabile che una comunicazione faziosa e fuorviante sia causa di comportamenti scellerati, e persino di atti illeciti;

camminate tranquillamente nei boschi, ma prestate attenzione agli esseri umani che sono soliti lasciare montagne di rifiuti, appiccare incendi, a commettere altri gravissimi reati , e queste pratiche non appartengono di certo alla fauna selvatica che, se lasciata in pace, non rappresenta fonte di pericolo, basta rispettare alcune regole come quella di non dare cibo, non inseguire, non disturbare, non avvicinarsi, e tenere i nostri cani al guinzaglio, per il resto, Viva il lupo!

– Daniela Stabile – Attivista/volontaria, appassionata di fauna selvatica, ma prima di tutto un’utente che respinge fortemente gli attacchi incessanti alla propria mente, e al lupo.

 

“Chi ha paura del lupo?”

IO VOGLIO MOLTO BENE AL LUPO,

poiché è il migliore amico del nostro popolo;

oltre a ciò, egli ulula alla luna

e per questo motivo ci dona gioia.

Mi piace, come lui parla con noi.

Il lupo è realmente il nostro migliore fratello.

Egli ulula di notte, e noi ce ne rallegriamo.

Fa un bel suono

Il suo modo di ululare.

(Recheis-Bydlinski, Sai che gli alberi parlano?, 2011, p. 100).

Così ha scritto un bambino di nove anni in una delle “scuole di sopravvivenza” fondate negli anni Settanta del Novecento per i nativi americani. Lì Eddie Jaye Benton ha potuto conservare una cultura millenaria di ammirazione, rispetto, reverenza per ogni creatura vivente, in particolare per il lupo, l’animale che nella cultura occidentale è stato demonizzato, torturato e perseguitato per secoli con un accanimento che non ha eguali.

Un tale rovesciamento completo di civiltà oggi sta raggiungendo il suo apice. L’immagine demoniaca del lupo, predatore insaziabile che non risparmia gli umani, riemerge con insistenza nei media. 

Perché questa irresponsabile campagna di denigrazione basata su disinformazione, immaginari antichi, fantasie di invasione e sull’idea di un nemico irriducibile con il quale la convivenza è impossibile e la cui sola esistenza è pericolosa? Chi la fomenta e a chi giova?

Da dove proviene, in particolare la rabbia degli allevatori, come quella suscitata da un disegno infantile, apparso sul “Diario amico” , una pubblicazione distribuita nelle scuole del Verbanio Cusio Ossola, che ritrae mucche in atteggiamento di protesta contro il loro sfruttamento, invita a mangiare frutta e verdura, osa dire la verità, ovvero che gli allevamenti sono crudeli? A far esplodere la rabbia sono state alcune frasi di una bambina di 12 anni scritte a corredo del disegno, eppure, del “Diario amico” si è chiesta la soppressione e la questione è stata portata al Parlamento. È “l’ideologia vegan-animalista”, a parere della CIA-Agricoltori delle Alpi, a dover essere bandita dalle scuole, una “ideologia” che descrive il bosco (la natura, la vita) come un luogo dove si possono incontrare “simpatici animali”, ma in cui si annida il predatore. La paura è sempre stato il mezzo privilegiato per esercitare il dominio specie sull’infanzia, ma bambini e bambine, come antidoto alla paura hanno la risorsa della compassione, si identificano istintivamente con l’animale sfruttato e maltrattato e, a differenza di tante persone adulte, non sono inclini all’apatia e all’indifferenza.

La compassione può essere offensiva solo in un mondo dominato dalla violenza, da una visione della vita come teatro di lotta, guadagno e affermazione di potere.

E dovremmo dire loro anche che gli animali sono oggetti, che esistono solo per la nostra utilità? Si possono uccidere per svago o per nutrirsene, anche se non è per noi una questione di sopravvivenza?

Non è del lupo che dobbiamo avere paura, ma di questa volontà di soffocare anche il più piccolo segno di protesta che non esita a ricorrere all’intimidazione dell’infanzia, comportamento ben poco onorevole.

I messaggi rivolti all’infanzia, infatti, sono in misura crescente rivolti all’uccisione: è giusto nutrirsi di animali tormentati e uccisi, è doveroso accettare la guerra, è un piacere la caccia, il tutto ammantato di false teorie e distorsioni.

È tempo di abbandonare l’immaginario del lupo mangiatore di nonne e bambine indifese che debbono essere salvate dall’uomo armato di fucile e raccontare ai bambini altre versioni e altre storie che li aiutino non già ad accettare l’uccisione, ma che parlino di rispetto e ammirazione, che allarghino la mente e il cuore, come le storie tratte dalla ricca tradizione della cultura dei nativi americani e degli Esquimesi, o come la fiaba che Lev Tolstoj scrisse nel 1908, Il lupo, in cui il romanziere e autore influente di pedagogia antiautoritaria suggerisce ai bambini di rinunciare all’alimentazione carnea e coltivare un rapporto con la natura improntato alla nonviolenza. 

Invece di dare risonanza a infondati allarmismi, di far risuonare l’eterno grido “Al lupo! Al lupo!”, la stampa potrebbe avere un ruolo importante nel contrastare la spirale della violenza: raccogliere e diffondere voci diverse e tratte da diverse fonti, ad esempio dando conto di quelle ricerche che hanno dimostrato come la riduzione del numero dei lupi non incida che in percentuale minima sull’uccisione di pecore e bovini, o quelle che hanno accertato che i lupi isolati, senza il supporto di un branco decimato dalla caccia, non possono che rivolgersi agli animali domestici. E in altri mille modi che la sensibilità e l’informazione rigorosa di giornalisti e giornaliste potranno suggerire loro.”

– Bruna Bianchi – Docente di Storia delle donne e Storia del pensiero politico all’Università Ca’ Foscari di Venezia, studiosa del pacifismo, del femminismo e della nonviolenza.

Con la speranza che si possa intraprendere un cammino davvero istruttivo, e certi di un’ ampia collaborazione da parte dei signori giornalisti affinché il lupo, la fauna selvatica, e gli stessi esseri umani, smettano di essere strumentalizzati, porgiamo i nostri più cordiali saluti.

Le parti scriventi: 

Bruna Bianchi

Daniela Stabile 

Stefano Deliperi 

Antonio Iannibelli 

Francesco De Giorgio 

Sottoscrivono il testo le seguenti associazioni: 

AVC – Associazione Vittime della caccia 

Italian Wild Wolf Network 

Gruppo D’ Intervento Giuridico 

Sparta Riserva Dell’ Animalità 

Category: Costume e società, Cronaca, Cultura

About the Author ()

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Connect with Facebook

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.